Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

Da metropoli di repubblica.

Brescia, il padre di Hina condannato a 30 anni

E' stato condannato a 30 anni di carcere il padre di Hina Saleem, la ragazza di origine pachistana uccisa dai parenti e sepolta in giardino vicino a Brescia lo scorso anno. Stessa pena anche per i due cognati della ragazza, mentro lo zio è stato condannato a due anni e otto mesi. La madre della ragazza, alla lettura della sentenza, ha dato in escandescenze ed è stata portata via in ambulanza

BRESCIA - Il Tribunale di Brescia ha condannato il padre e i due cognati di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa a Sarezzo, a una pena di 30 anni di prigione. Il Gup ha così accolto le richieste del Pm Paolo Guidi. Lo zio è stato condannato a 2 anni e 8 mesi. E' stato anche deciso di tenere in isolamento Khalid, uno dei due cognati, perché in carcere avrebbe aggredito il padre di Hina. La madre della ragazza alla lettura della sentenza ha dato in escandescenze ed è stata fatta allontanare dall'aula.

Pochi minuti dopo un'ambulanza del 118 di Brescia è arrivata in Tribunale per soccorrere la madre di Hina. La donna poco dopo la lettura della sentenza è uscita dall'aula iniziando a urlare frasi in pakistano e in un italiano sconnesso. In forte stato di alterazione nervosa, la donna è stata caricata sull'autoambulanza e portata in ospedale.

Lo zio era l'unico degli imputati a piede libero. Gli altri sono già tutti in carcere e il padre si è presentato in aula, nell'ultima udienza che si è svolta una decina di giorni fa, con il volto tumefatto. Pare siano stati i cognati a picchiarlo, ma non se ne conosce il motivo. Nel corso del dibattimento è emerso, stando a quanto ha detto il difensore, che il padre ha agito poiché si sentiva minacciato, che Hina gli "aveva chiesto dei soldi brandendo un coltello", che i parenti avrebbero solo preso parte all' occultamento del corpo nel giardino della casa in cui la famiglia viveva a Sarezzo.

(ANSA/AGI)



(13 November 2007)

LA giustizia funziona sempre....con gli stranieri.

Probabilmente l'Italia si trova già nelle condizioni degli Stati Uniti, dove un carcerato su 3 è afroamericano o immigrato.

Speriamo che negli altri casi, la misura sia la stessa, che sia fatta giustizia e non spettaccolo da colosseo romano.

Bravo ahimsa! Hai perfettamente ragione!

non sono per niente d'accordo con voi ahimsa e sami... io direi che la giustizia funziona alla stragrande con i piu' poveri e basta...guarda a caso molto di frequente nei poveri ci sono anche gli stranieri, ma non preoccuparti...italiani senza soldi fanno la stessa fine. la guerra del mondo in cui viviamo e solo fra ricchi e poveri...la guerra piu' vecchia del pianeta...il razzismo in italia e uno degli ultimi problemi...quello che fanno in america e' identico a qui...i piu' poveri sono "blacks or/and ricans"...non suona famigliare?

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beh, fratello Persiano, in effetti hai ragione.
Devo ammettere che l'Italia ha meno problemi di razzismo rispetto ad altri paesi "occidentali", però c'è davvero tanta indifferenza, forse più che altrove, quindi stranieri ok basta che si facciano gli affari loro.

I media italiani, in situazione di sostanziale monopolio (o duopolio, anche se...), non sono più in grado di guardare lucidamente alla realtà: il pensiero razionale (e non ragionevole) si è impossessato di loro e le tecniche messe in punto sono le stesse del cinema (cosa ha fatto più "share" dell'11 settembre?, cosa più di quell'evento è riuscito a far provare le stesse sensazioni a miliardi di persone allo stesso momento davanti alle stesse immagini?).

Che la giustizia sia la giustizia dei ricchi, non c'era neanche bisogno di dirlo e potrei anche chiederti:<<Sei sicuro di vivere in un paese democratico?>>.

A me va bene che a quella gente abbiano dato 30 anni.
Non mi va bene l'Italia non lo abbia mai riconosciuto prima che uccidesse sua figlia, che l'Italia non si fosse mai preoccupata di lui, che gli Italiani lo avessero lasciato vivere chiuso nelle mura di casa.

E non mi va bene l'accanimento mediatico.

PS: mi fanno schifo i giornalisti che hanno invaso Perugia, sono ovunque, intervistano tutti, passanti, negozianti, bambini, cani, gatti. Oggi una troupe della Rai è venuta a far riprese nella nostra aula all'università (non credo che la ragazza inglese studiasse nella mia facoltà). A me di questo non frega niente. Non me ne frega nulla neanche dei morti per il calcio, per loro si ci vorrebbe il colosseo: si massacrassero pure di botte dando sfogo alla propria virilità. Però dell'uomo pestato a morte in carcere da un poliziotto, arrestato perchè aveva coltivato erba nel suo orto, della sua morte non ha parlato nessuno.
Questo mi dà fastidio.