sono d'acordo con le tue considerazioni; bisognerebbe, però, che su questi punti importantissimi si realizzassero di più iniziative delle associazioni che si occupano a diverso titolo ed in diverso omdo di interculturalità, migranti, seconde generazioni, diritti civili, educazione, cultura in senso generale.
Con Associna abbiamo tentato di avviare questo tipo di approccio, a Roma, ma siamo ancora all'inizio.
Si tratta di fare iniziative non rivolte agli specialisti ma alla gente comune, non solo nelle Università e tantomeno nelle aule-convegno, né rivolte alla singola comunità migrante, ma rivolte alla gente comune, più facile preda di stereotipi razzisti diffusi ad arte da media e politici (e talora inquinanti perfino i Forum delle associazioni di/con migranti/seconde generazioni!), che non pretendano che tale gente comune vada alle conferenze, sia attratta da rassegne di films per cinefili, partecipi a dibattiti su temi come l'intercultura, ma vadano ese iniziative laddove la gente vive la quotidianeità e da tale quotidianeità partano. Mi riferisco ad iniziative nei negozi delle comunità migranti, nei mercati rionali, nelle feste patronali dove ci sono mercatini, nei ristoranti "etnici", che partano da quelle considerazioni semplici epure importantissime che tu dici: - da dove viene quel che mangiamo ed usiamo quotidianamente? - quali saperi e culture ci sono dietro un té, un tamburo, un'arancia, una seta, un gioco di scacchi, un riso, una porcellana, i pomodori della pizza, un fuoco artificiale, un caffé, una campana, una chitarra, un rosario, una patata, ecc.? - come sono arrivati a far pate della quotidianeità e dell'udentità che fli Italiani considerano "loro" questi ed altri mille elementi?
In una parola, iscoprire l'"altro che c'é in noi".
Un'operazione che oltre tutto vale anche per culture non-italiane (tipo il té che dalla Cina giunge a conoscenza dell'India e il Buddhismo che fa il percorso inverso) e vale pure per culture regionali italiane, fra loro e con quelle di alre genti (la cassata siciliana di origine araba, la pasticceria lombarda di origine austriaca ma anche turca, i tamburelli meridionali di origine afro-mediorientale, ecc.).
Non é la bacchetta magica per invetire una tendenza filo-razzista montante che va combattuta su tutti i piani, ma se non si parte da quelle domande, molto spesso si fanno cose del tutto autoreferenziali e peciò inutili (che non hanno combattuto per davvero, mai, quella tendenza obrobriosa), secondo me.
_________________ "nostra patria é il mondo intero, nostra legge la librtà" (Malatesta)
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