Nessuno sponsor per gli africani"
Comencini su nuovo film "Bianco e nero"
Esce venerdì nelle sale "Bianco e nero", il nuovo film di Cristina Comencini con Fabio Volo e Ambra Angiolini. E' la storia di un amore (fedifrago) tra un uomo italiano e una donna senegalese. Una vicenda di integrazione in cui però gli sponsor non hanno fatto la loro parte. "Non c'è stato nessuno sponsor italiano - accusa la Comencini - che ha voluto sponsorizzare gli africani. E' una cosa assurda...".
La commedia, che ha per protagonisti anche gli attori Aissa Maiga, Eriq Ebouaney, Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli, Teresa Saponangelo e con la partecipazione di Katia Ricciarelli, racconta proprio una storia di integrazione razziale nella Roma contemporanea. Carlo ed Eloisa sono una splendida coppia, hanno una bambina che adorano e una vita serena e felice. Quando pero' Carlo incontra Nadine, moglie di colore di un collega di Eloisa, qualcosa di quel perfetto equilibrio inizia a incrinarsi. Un amore che scuote i nuclei familiari, sia quello senegalese che quello italiano, facendo emergere molte idee preconcette sulle differenze.
"Alla base del film - ha sottolineato la regista - c'è la domanda che ho messo in bocca al personaggio interpretato da Fabio Volo: "Perché non abbiamo nessun amico nero?'"
Nonostante i toni leggeri e comici di questo film, ribadisce la regista, sembra non abbia funzionato con gli sponsor: ''Mentre - dice - ho trovato gli sponsor per gli attori italiani, anche per le piccole cose che servono per fare un film nessuno ha voluto investire sugli africani. Ma, se ha dato fastidio a loro significa, che il film funziona''.
L'idea per la pellicola è venuta alla Comencini al ritorno da un viaggio in Africa, dove aveva girato il documentario "Il nostro Rwanda" e incontrato lo storico e giornalista Jean Leonard Touadi, sposato con una donna italiana e con tre bambini. "Mentre l'intervistavo sul Rwanda, vedevo i bambini e la moglie passare nel corridoio, su un comò c'era la fotografia del loro matrimonio, la casa non aveva niente di etnico o del nostro modo di intenderlo - ha spiegato Comencini. - Ridendo mi hanno raccontato i luoghi comuni che gli italiani dicono sulle coppie miste. La stessa cosa mi è capitata a cena della mia amica Jeanne, rwandese e anche lei nel gruppo del viaggio...
Ho pensato che era la prima volta che avevo degli amici neri e che sarebbe stato bello raccontarli in una storia d'amore, fuori dal pietismo umanitario, dall'idea di una nostra silenziosa superiorità, di una loro dipendenza".
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