Cavallo solleva le questioni fondamentali: l'ignoranza circa i Paesi stranieri e l'ignoranza circa il proprio statuto di diritto.
Per inciso, questo secondo punto è particolarmente grave. Dimostra bene come una vera "concezione democratica" sia largamente assente, e proprio presso quella parte dell'opinione pubblica che si riempie la bocca con questa parola, perlopiù raccomandandola "agli altri".
Quest'idea di reciprocità è, poi, perversa. Si parla di laicità, separazione tra Stato e Chiesa, e poi si equipara la fede religiosa alla cittadinanza nazionale; ma allora cuius regio eius religio? Non stiamo un po' indietro?
Una moschea frequentata da algerini, egiziani, libanesi, albanesi, filippini, senegalesi e cinesi, come fa? Facciamo un accordo con lo Stato della maggioranza dei cittadini? O prendiamo le quote (tre cinesi qua, una chiesa là; sette senegalesi qua, due cappelle là)? E quando il musulmano è italiano, cosa fa? Piazza un altarino in casa, per essere "reciproco"?