figurati Maria
le domande provocatorie ci piacciono. ci aiutano a tenerci vivi
a dire la verità alcuni dei genitori non chiedono la cittadinanza per svariati motivi:
- alcuni paesi di origine non prevedono la doppia cittadinanza e quindi non si vuole perdere quella di origine
- vogliono solo lavorare nel paese dove vivono (ma col tempo si accorgono che non sono solo braccia, ma anche teste, sentimenti, sogni, e che il tempo passa, loro stessi cambiano e i figli crescono)
- alcuni pensano che la cittadinanza sia un pezzo di carta: se mi serve lo prendo, finché non mi serve non mi lancio in questa pesantissima avventura visto che mi devo occupare di sopravvivere
- altri pensano che la cittadinanza voglia dire altro: dice chi sono io veramente e siccome non l'ho deciso del tutto fino in fondo mi tengo quello che ho
ecc., ecc.
Da parte mia io credo che un passaporto non indica quello che tu chiami "sentirsi parte" di un posto: quello è un sentimento identitario che cambia con il tempo, cambia rispetto alla persona con la quale interagisci, cmabia in virtù del genre, età, ecc.
Io credo però che oggi un passaporto sia una chiave per essere considerati dei pari. Nel nostro caso: degli eguali rispetto ai nostri coetanei figli di italiani. Non è qualcosa che si merita (come non l'ha meritato ad esempio mio marito che è nato a roma, dopotutto lui non h fatto nessun altro gesto che nascere e poi si sente prima romano e romanista e poi, chissà, italiano) ma qualcosa che stabilisce che sei né melgio nè peggio delle persone, amici, altri cuori con i quali sei cresciuto.