Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 25 mar 2010, 17:39 
G2 Integrato

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Dal resoconto stenografico:
- Pagina 4
Cita:
MOHAMED ABDALLA TAILMOUN, Portavoce dell'Associazione Rete G2-Seconde Generazioni. Preciso che, per la Rete G2, è presente anche Ezequiel Iurcovich che mi accompagna in questa audizione.
Ringrazio la Commissione per la disponibilità e per averci invitato a questa audizione, importantissima perché ribadisce l'attenzione e l'importanza della scuola come istituzione fondamentale per l'integrazione, l'inclusione e la formazione di nuovi cittadini nella società italiana.
Prima di noi, nelle precedenti audizioni, avete già sentito anche altri tecnici che, come abbiamo visto nel sito della Commissione, hanno informato ampiamente i parlamentari dell'importanza della scuola e delle politiche di integrazione e inclusione di tutti i bambini, siano essi cittadini italiani o meno.
Desidero richiamare l'attenzione della Commissione su un dato fondamentale, che ritroverete nella memoria scritta che abbiamo consegnato: i minori stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2009 sono 862.453. Il 60 per cento di questi bambini, 518.700, sono nati in Italia, quindi sono stranieri solo dal punto di vista della cittadinanza formale, in quanto in Italia non si applica lo ius soli, mentre invece sono da considerare a tutti gli effetti, come i loro coetanei, cittadini italiani.
Partendo dalla constatazione che noi siamo un'organizzazione di figli di immigrati, noi auspichiamo che, nella normativa del Parlamento e nelle successive circolari del Ministero, tutte le persone nate in Italia possano venire considerate cittadini italiani a tutti gli effetti e questo perché, come organizzazione di figli di immigrati, noi pensiamo - e l'abbiamo sempre sostenuto - che il percorso di cittadinanza per un minore deve essere un patto che viene stipulato all'inizio del percorso di vita, per cui si diventa cittadini italiani e si viene considerati come tali se nell'iscrizione a scuola, così come nel contatto con tutte le istituzioni fondamentali di questo Paese, si viene trattati come tali.
Per quanto riguarda il percorso educativo e formativo, l'unica discriminante possibile è quella legata alla cittadinanza formale che, in qualche modo, va superata con una legge ad hoc - credo che il Parlamento si stia impegnando in tal senso - che rimuova tutti i limiti e gli impedimenti per cui tutti i bambini nati o arrivati da piccoli in Italia siano considerati e trattati come cittadini italiani.

- Pagina 43
Cita:
MOHAMED ABDALLA TAILMOUN, Portavoce dell'Associazione Rete G2-Seconde Generazioni. Noi siamo un'organizzazione nazionale di figli di immigrati nati o cresciuti in Italia e arrivati da piccoli al seguito dei genitori, quindi quando parliamo di seconde generazioni intendiamo tutta la galassia dei figli dell'immigrazione, sia quelli come me ed Ezequiel, che siamo arrivati qui da piccoli, sia quelli che sono nati in Italia.
Quando parliamo di integrazione e accoglienza delle seconde generazioni in realtà intendiamo entrambe le componenti dei figli dell'immigrazione.
Come organizzazione nazionale dei figli di immigrati che lavora con le scuole in Italia, quando facciamo i nostri interventi sia di informazione ai figli degli immigrati sui diritti (quindi tutta la parte della legislazione), sia sul futuro, sulle prospettive che si aprono una volta usciti dalla scuola, poniamo sempre alle scuole la questione fondamentale della formazione degli insegnanti.
Una delle questioni fondamentali che, in realtà, riguarda anche le risorse che il Ministero e il Governo dedicano alla scuola, è il fatto che la scuola italiana, istituzione in cui noi siamo cresciuti, troppe volte viene lasciata a se stessa.
Ogni volta ci si chiede in che modo aiutare la scuola e gli insegnanti anche in cose come la questione dell'iscrizione, quasi che il fenomeno dell'immigrazione fosse esploso improvvisamente mentre io, anche se vengo sempre trattato da ragazzo, in realtà ho 36 anni, quindi siamo figli di un'immigrazione che ormai è lontana; i nostri genitori sono ormai anziani, sono stati i nostri nonni ad emigrare in Italia, per cui noi siamo nati qui o siamo arrivati al seguito. È fondamentale non ridurre le risorse dedicate alla scuola e alla formazione degli insegnanti.
Sulla questione delle quote, come si diceva, se ne può discutere quanto vogliamo: se fosse semplicemente una questione tecnica per sostenere la scuola, più che di quote percentuali nette - 30 per cento di cittadini stranieri, nati o meno in Italia, come ha precisato il Ministro, e 70 per cento di cittadini italiani -, anche per le cose che abbiamo sentito e per le questioni sollevate dalle scuole bisognerebbe piuttosto differenziare quel 30 per cento di stranieri.
Se in una classe di seconda o terza media mi ritrovo un 70 per cento di cittadini italiani e il 30 per cento di alunni appena arrivati tutti dallo stesso Paese, nella stessa classe, come insegnante mi troverei in difficoltà nel portare avanti la mia missione educativa e nel raggiungere il successo formativo dei ragazzi: sarei in grado solamente di fargli passare gli anni per poi farli uscire dalla scuola. La cosa che ci rende più perplessi è il fatto che cala dall'alto un regolamento che di fatto provoca - questo è il nostro timore - una discriminazione nell'indicare gli alunni stranieri, siano essi nati in Italia o arrivati da piccoli, come il problema della scuola, come se il problema della missione educativa in Italia e del successo formativo fossero i suoi alunni stranieri iscritti nelle scuole.
A seconda di chi le cita, alcune cifre dicono che sono un numero molto grande, altre - è una ricerca presentata al CNEL l'anno scorso - dicono che in realtà sono 46.000, questi famosi alunni iscritti nelle scuole e non nati in Italia.
Si tratta di una percentuale molto bassa rispetto a tutto quello che avviene nella scuola italiana, che molte volte è lasciata come in trincea mentre invece è una fondamentale istituzione.
Per riprendere l'esempio che faceva la rappresentante del Centro COME, io sono arrivato a Roma molto piccolo, ho fatto le scuole in lingua araba qui a Roma e solo al liceo mi sono iscritto a una scuola pubblica italiana. Sapevo parlare e leggere l'italiano, ma non sapevo scrivere. Nel mio liceo scientifico c'erano insegnanti preparati, risorse adeguate, competenze da mettere in campo, per cui non è stato un problema. Quello stesso liceo oggi non è più in grado di fare la stessa cosa, perché mancano risorse e manca formazione.
Quando mi sono iscritto io, accogliere e formare cittadini all'interno della scuola era considerata una sfida, non un problema; una missione formativa che avevano gli insegnanti, come qualsiasi altra missione. Adesso, invece, con tutto quello che scrivono i giornali e tutto quello che si dice nel dibattito politico, questi studenti vengono bollati come un problema. Io stesso sarei un problema, se mi iscrivessi nuovamente al mio liceo. Con questa osservazione non intendo fare politica, perché non è questo il punto del mio intervento, bensì sollecitare una riflessione.
PRESIDENTE. Nel suo caso si parla di eccellenza, non sarebbe un problema per la scuola, anzi: chissà quante scuole vorrebbero alunni così preparati, magari con la conoscenza dell'arabo e con voglia di studiare.
MOHAMED ABDALLA TAILMOUN, Portavoce dell'Associazione Rete G2-Seconde Generazioni. Io faccio parte di quei 46.000 di cui parlavo prima. A 14 anni, che io fossi destinato a diventare un rappresentante della rete G2 e a fare attività politica nel Paese in cui sono cresciuto non lo potevano sapere né immaginare i miei insegnanti. Semplicemente, la scuola in quel momento faceva il suo dovere quotidiano. Io voglio dire che la scuola pubblica, lontana dai fari e dall'attenzione della stampa, con più risorse e con più formazione è in grado di fare ancora questo lavoro.


Il testo completo è disponibile sul sito della Commissione Cultura della Camera dei Deputati: http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori ... 4/html/07/


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MessaggioInviato: 25 mar 2010, 18:04 
G2 Integrato
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Località: oscillo tra la provincia di Perugia e l'Universo
grandissimo Mohamed!
Intervento magistrale!!!! :wink:


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