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FIGLIO INGRATO

"Le persone emigrano perché logorate dall’angoscia. Consapevoli che i loro sforzi non serviranno a nulla, che quello che riusciranno a costruire in un anno verrà distrutto da qualcun altro in un solo giorno. Convinte che il futuro sia ipotecato, che con un po’ di fortuna forse loro potranno farcela, ma non i loro figli."(*)

Leggendo questo paragrafo in un libro (forse un po’ sopravvalutato) mi è tornata alla mente una furiosa lite di insulti e lacrime, fra una prima e una seconda generazione, a cui avevo assistito un po’ di tempo fa.

Personalmente non credo molto nella dovuta gratitudine dei figli, intendo che non ha molto senso sentirsi in debito con loro perché ci hanno messo al mondo. Non glielo abbiamo mica chiesto noi di nascere (questa frase è una coltellata e fa inorridire tutti i genitori, chissà che un giorno non farà inorridire anche me!).

Però ammetto che oggi ho sentito, ripensando alla litigata, un vago senso di colpa. Conosco veramente tante persone, in genere di origini molto umili, che sono migrate e lavorano instancabilmente da anni, rinunciando a tutto, anche alla famiglia (un paradosso!), per pagare ai loro figli le scuole migliori e si ritrovano con dei figli viziati, maleducati e ingrati, appunto.

Mi chiedo, dov’è¨ che hanno sbagliato?

(*) Life of Pi, Yann Martel

Figli di stranieri o figli di nessuno?

Un libro pubblicato recentemente è dedicato alle G2, sono interventi di esperti, rappresentanti delle istituzioni, operatori del settore. Se ne parla su Migra News :

«I giovani della seconda generazione "hanno bisogno di essere riconosciuti per quelli che sono e considerati come agenti positivi di cultura e civiltà". Lo pensa Beniamino Rossi, mente creativa del Mim (Meeting internazionale migrazioni), appuntamento che si svolge ogni anno a Loreto, fin dal 1997, e che si interroga sui cambiamenti della società italiana dovuti all’immigrazione. Al centro dell’interesse del Meeting, organizzato dai missionari e laici Scalabriniani, anche le nuove generazioni in un’ottica continentale. Figli di stranieri o figli di nessuno? Minori immigrati protagonisti dell’Europa di oggi e di domani: titolo dell’ottavo e ultimo incontro di Loreto (luglio 2005) ed ora diventato anche titolo degli Atti del Mim, pubblicati recentemente. […] Ma resta aperta una domanda: i diretti interessati, a cominciare dalle seconde generazioni "italiane", si ritroveranno nelle analisi, rappresentazioni e proposte del Mim?»

 Innazitutto più che figli di stranieri o figli di nessuno direi: dobbiamo considerarci figli di tutti. Facciamo parte della società, siamo il risultato di una società composta da tutti. Non dobbiamo pensarci come un mondo a parte perché sennò rischiamo che continuino a considerarci sempre e solamente a parte, a cominciare dai diritti. Siamo tutti responsabili di quello che avviene ai bambini, poi adolescenti, che vivono in Italia. Il discorso non deve cambiare se si tratta di seconde generazioni. Siamo il presente e futuro dell’intera società , non solo delle nostre famiglie naturali.