Non è facile ma se il mondo nuovo è da sempre anche il tuo mondo…

“Non è facile entrare in un mondo nuovo” è un cortometraggio simpatico, lo potete guardare più sotto qui sul nostro blog collettivo, ha anche vinto un premio. Il corto ricorda il tipico motto: “prova a metterti un po’ nei panni degli altri, a pensare se al posto suo ci fossi tu…”.

Ma rispetto alla realtà della scuola pubblica italiana potrebbe risultare come rappresentazione assolutamente fuorviante: sembrerebbe dipingere una realtà che in Italia non esiste ma che la Lega nord e alcuni genitori sostengono che invece sia presente e diffusa. Lega nord and company descrivono la scuola italiana come assediata da bambini e ragazzi di origine straniera che non parlano la lingua italiana, che rendono stranieri nelle proprie classi chi è italiano da generazioni, che corrompono con super poteri valori e cultura “immutabile” del Belpaese.

Una realtà leghista romanzata di totale assedio ed estraneità per i “nativi” dove vengono proiettati i peggiori terrori notturni, dal conte Dracula ai lupi mannari (“Aiuto arrivano i barbari e ci contageranno!”), di chi però non si immerge davvero nel territorio di cui parla (ascoltare gli alunni di scuole diverse, istituti professionali, licei, ecc., elementari, medie, superiori) e sente solo la campana che conferma un unico punto di vista, il proprio. Da sbandierare con tutto il potere e l’accesso ai mezzi di comunicazione di massa di cui dispone un partito politico con i soldoni. Per fare e legittimare leggi sulle quali non consultano nemmeno pedagogisti né sociologi che siano a contatto da anni con la realtà come avvenuto nel caso della proposta delle classi separate per i figli dell’immigrazione, per i reietti.

La realtà delle scuole italiane è tutta un’altra cosa rispetto all’ironia del video “Non è facile entrare in un mondo nuovo” e che probabilmente parte da una minoranza di ragazzi/e giunti in Italia già più grandini, per questo immagino frequenteranno i corsi di italiano L2 segnalati nei titoli del cortometraggio e che sono rivolti ai cosiddetti studenti neoarrivati da poco in Italia.

Mentre invece la maggioranza dei figli di immigrati in Italia che frequentano le scuole ha respirato la lingua italiana, le caratteristiche della società italiana, modi di fare e di dire, comportamenti ed altro, fin dai primi anni di vita, normalmente come si succhia il latte materno. Anzi, la maggior parte di loro è addirittura nata in Italia. Addirittura molti di loro, di noi, parlano e scrivono molto meglio in italiano che nella lingua d’origine e si muovono meglio da queste parti, gli viene naturale, che nelle città di altri Paesi, comprese quelle di origine.

Quindi parafrasando il titolo del simpatico cortometraggio di cui parlavamo: non sarà facile entrare in un mondo nuovo, ma quando il mondo è già da sempre anche il tuo…