E anche sul Corriere della sera di oggi:
Il magistrato «Esercitata sui filippini anche una forte pressione psicologica» Spataro: pestaggi per intimidire gli immigrati Atti gravi in contrasto con la Costituzione
«Non è tollerabile che fatti del genere possano accadere nella nostra democrazia»: il procuratore aggiunto Armando Spataro commenta con severità gli arresti per i raid contro i filippini alla Bovisasca. E, senza mezze misure, dichiara che: «Questi atti sono particolarmente gravi perché in contrasto con la legge penale e soprattutto con la Costituzione». Ancora più pesante il giudizio del gip Enrico Manzi, il quale ha firmato l' ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari quattro ragazzi 19enni accusati di quello che, secondo gli inquirenti, può definirsi un tentativo di pulizia etnica di quartiere. Un repulisti diretto dall'adulto, che risulta irreperibile. Secondo Manzi, non c'era «alcuna plausibile ragione che non fosse la discriminazione razziale» alla base delle aggressioni ai filippini incontrati per caso compiute con inaudita ferocia da «una vera e propria squadraccia di individui violenti». Gli investigatori del Nucleo informativo dei Carabinieri, il sostituto procuratore Piero Basilone (titolare dell'indagine) e il giudice Manzi, nelle 22 pagine dell'ordinanza di custodia, calcano la mano sull'aspetto razzistico delle aggressioni addebitate ai cinque e a una quindicina di altri ragazzi indagati dalla procura dei minori: «La motivazione razzista dell'aggressione e il cupo sfondo culturale in cui va inquadrato l'episodio — si legge nel documento — emergono dal comportamento delle vittime che, ben conoscendo i loro aggressori, non avevano inizialmente presentato denuncia per timore di ritorsioni». Talmente era forte la pressione psicologica che il gruppo era in grado di esercitare sulle vittime che «la madre di uno degli aggrediti aveva deciso di non mandare il figlio a scuola per paura di nuove aggressioni» e addirittura di farlo tornare nelle Filippine. Figura di primo piano, secondo l'accusa, è quella dell'adulto riconosciuto almeno da tre testimoni. Una delle vittime, infatti, ha raccontato: «Costui, tra i più agitati, mi impediva di parlare e mi diceva continuamente che, siccome siamo filippini di m...., dovevamo tornare nel nostro paese. (...) Non sono riuscito nemmeno a rispondere che subito questo signore mi ha tirato un pugno alla nuca e di conseguenza anche gli altri si sono scagliati su di me picchiandomi con le catene, i bastoni e i caschi; ho cercato di scappare... in circa otto però mi hanno inseguito, raggiunto e hanno continuato a picchiarmi anche con calci e pugni». «Appare evidente — afferma Manzi — che la motivazione dei pestaggi trova la sua giustificazione nel progetto di intimidire e allontanare dal territorio le persone di origine filippina» ricorrendo «alla violenza brutale, attuata con l'armamento tipico dei gruppi violenti». Forte e decisa la presa di posizione del procuratore aggiunto Spataro, il quale guida il pool che di magistrati che si occupano di terrorismo e di reati a sfondo razzistico. Il magistrato parla di «indagini molto importanti, specialmente in questo preciso contesto storico in cui le discriminazioni razziali sono all'ordine del giorno».
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