Ecco un caso che ha avuto esito positivo sulla questione "lavoro nel pubblico per chi ha passaporto straniero":
Autista licenziato perché straniero: ora è di nuovo assunto BERGAMO – L’odissea di Ka Djiby è finita bene. L’autista senegalese licenziato dopo dodici anni perché non ha la cittadinanza italiana, la cui storia è stata raccontata su Metropoli di domenica 17 febbraio, ha infatti di nuovo un posto di lavoro. Giovedì pomeriggio, nella sede di Assolombarda in via Pantano a Milano, è stata perfezionata la sua assunzione in Net, la società nata da Atm e Sab autotrasporti.
Ka Djiby, quarantottenne residente a Verdello, padre di sette figli e sposato con una cittadina italiana, da dodici anni lavora come autista nel trasporto pubblico locale per varie aziende del settore. Era alle dipendenze della Sai di Treviglio fino al 27 gennaio scorso, quando l’azienda ha perso l’appalto per il trasporto sul tratto che collega Cassano-Vaprio-Trezzo. A quel punto per lui e per gli altri dipendenti è stata avviata la (usuale) procedura di ri-assunzione da parte di Net, il nuovo gestore delle linee. All’atto dell’assunzione, però, la Net non ha perfezionato la procedura appellandosi al regio decreto del 1931 in cui si prevede che i lavoratori del trasporto pubblico debbano possedere la cittadinanza italiana.
Dopo l’intervento della Filt-gil, che ha contestato il comportamento del nuovo gestore, si è giunti alla firma di un verbale di conciliazione secondo il quale il lavoratore viene assunto per svolgere in Net lo stesso tipo di servizio che svolgeva in precedenza. L’assunzione di Ka è stata perfezionata sulla base del medesimo contratto nazionale preso a riferimento nel precedente rapporto di lavoro (cioè quello degli autoferrotranvieri), e a condizioni economiche complessivamente non inferiori. Ka svolgerà il servizio nella zona nordest della provincia di Milano.
“Esprimiamo la più viva soddisfazione sull’esito della vicenda”, ha commentato Giuseppe Mascioli, segretario organizzativo della Filt-Cgil di Bergamo che ha seguito fin dall’inizio il caso. “Come doveva accadere già dopo il cambio d’appalto, il signor Ka viene ora assunto da Net. La Filt-Cgil coglie l’occasione per sottolineare la necessità di considerare i lavoratori come cittadini del mondo senza distinzioni di sorta: sulla base di questo principio abbiamo contestato l’operato di Net, visto che avrebbe costituito una violazione degli obblighi connessi al capitolato di gara, di una direttiva comunitaria e di un decreto legislativo del 2003, che garantiscono parità di trattamento e l’obbligo di non discriminazione in favore di cittadini extra-comunitari nell’accesso al lavoro”.
“In generale – prosegue Mascioli – riteniamo miope operare una limitazione all’accesso al lavoro appellandosi ad una normativa superata dal tempo e dalla storia. Dagli anni ’30 molto è cambiato. I flussi migratori hanno aperto, arricchito e, di fatto, superato gli ambiti nazionali del mercato del lavoro. Questi processi, nel caso di persone in regola con le normative sui diritti di cittadinanza, rappresentano un’opportunità e non un impedimento”.
(18 febbraio 2008)
Fonte: Metropoli di Repubblica
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