Italia al settimo posto in Europa per le politiche d'integrazione
e una delle ultime per l'accesso alla cittadinanza italiana
Indagine del Migration Integration Polixy Index (Mipex) 2006
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In fatto di politiche di integrazione l'Italia è settima di 28 paesi dell'area europea. A riservarle uno dei primi posti in classifica è stato il consorzio di organizzazioni responsabile del Migration Integration Polixy Index (Mipex) 2006, il più vasto studio riguardante la legislazione UE sul tema. L'indagine, presentata in questi giorni a Bruxelles, ha preso in esame la situazione in 25 paesi membri (esclusi solo i neocomunitari Bulgaria e Romania) e in Norvegia, Svizzera e Canada.
Il Mipex, già eseguito per il 2004, per stabilire il grado di integrazione degli oltre ventimila immigrati dell'Unione, usa 140 indicatori diversi. Ma le macroaree di riferimento sono sei: l'accesso al mercato del lavoro, il ricongiungimento familiare, il soggiorno a lungo termine, la partecipazione politica degli stranieri, l'acquisizione della cittadinanza e i fenomeni di discriminazione.
Tra i cinque stati europei che hanno la più alta popolazione di migranti (Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Spagna) l'Italia risulta prima nella classifica generale del Mipex, preceduta da Svezia, Portogallo, Belgio, Olanda, Finlandia e Canada. Ultimi invece Austria, Cipro e Lettonia.
Lo studio definisce l'Italia "un paese giovane in fatto di immigrazione, con flussi in costante aumento" e ritiene che negli ultimi anni "vi sia stato uno dei maggiori livelli del fenomeno nella storia italiana". Secondo il Mipex, l'Italia è al terzo posto nella gestione dei ricongiungimenti familiari, al quarto nell'accesso al mercato del lavoro e nel soggiorno di lungo periodo. Scende in classifica però quando si tratta di partecipazione degli immigrati alla vita politica e al livello delle azioni anti-discriminazione.
Non poteva che essere agli ultimi posti quanto alle politiche di accesso alla cittadinanza, dividendosi il podio dei peggiori in materia con altri cinque paesi europei. Ma del resto che diventare cittadini italiani di questi tempi sia un'impresa epica, si sa.
La ricerca è consultabile sul sito
http://www.integrationindex.eu
(17 ottobre 2007)
Fonte: Stranieri in Italia