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Cure negate senza tessera sanitaria
muore a 13 mesi bimba nigeriana

Il documento e le cure negate a una piccola nigeriana perché il padre non aveva più il lavoro. Il caso all’Uboldo di Cernusco: la Procura apre un’inchiesta. E in duecento sfilano a Carugate per protesta

di GABRIELE CEREDA

Cure negate senza tessera sanitaria muore a 13 mesi bimba nigeriana Il padre della piccola nigeriana

Rifiutata dall’ospedale perché le era scaduta la tessera sanitaria, una bambina nigeriana di 13 mesi muore poche ore dopo. Il padre, in regola con il permesso di soggiorno, aveva appena perso il lavoro e non poteva rinnovare il documento che forse avrebbe strappato la piccola alla morte. «Uccisa dalla burocrazia», dicono gli amici della coppia, che in 200 hanno sfilato per le vie di Carugate, hinterland di Milano, dove la famiglia vive.

FOTO Gli amici in strada a Carugate

«I medici avrebbero potuto salvarla se non si fosse perso tutto quel tempo e se le cure fossero state adeguate. Se fosse stata italiana questo non sarebbe successo», grida ora Tommy Odiase, 40 anni, in Italia dal 1997. Chiede giustizia mentre stringe la mano della moglie Linda, di nove anni più giovane.

La notte del 3 marzo la piccola Rachel sta male, è preda di violenti attacchi di vomito. I genitori, spaventati, chiamano il 118. Arriva un’ambulanza che li trasporta al pronto soccorso dell’Uboldo di Cernusco sul Naviglio. Il medico di turno, in sei minuti, visita la paziente e la dimette prescrivendole tre farmaci. «Non l’ha nemmeno svestita», racconta la mamma. Sul referto medico si leggono poche parole: «Buone condizioni generali». Sono riportati anche gli orari di ingresso (00.39) e di uscita (00.45).

Il quartetto, con loro c’è anche la figlia più grande, di due anni e mezzo, gira in cerca della farmacia di turno. Ma le medicine sono inutili e alle 2 di notte l’uomo torna al pronto soccorso. Vuole che qualcuno si occupi della figlia, che sta sempre più male. «Il personale ci risponde che “la bambina ha la tessera sanitaria scaduta, non possiamo visitarla ancora o ricoverarla”», denuncia il 40enne. «Un fatto di una gravità assoluta — sottolinea l’avvocato della famiglia, Marco Martinelli — Dobbiamo capire se esistono direttive precise per casi come questo».

In mano Tommy Odiase ha un permesso di soggiorno da residente da rinnovare ogni sei mesi ma che scade in caso di disoccupazione. Il nigeriano, per ottenere il rinnovo della tessera sanitaria propria e delle figlie, doveva presentare una serie di documenti che ne attestassero la posizione, fra i quali la busta paga dell’ultimo mese. Licenziato solo sei settimane prima, la pratica si è trasformata in un incubo.

Davanti al rifiuto dei medici, l’ex operaio diventa una furia. Urla, vuole attenzione. Qualcuno dall’ospedale chiama i carabinieri per farlo allontanare. Forse dall’altra parte della cornetta ricordano che pochi giorni prima all’ospedale di Melzo, stessa Asl, era morto un bimbo albanese di un anno e mezzo rimandato a casa dal pronto soccorso. L’intervento dell’Arma risolve momentaneamente la situazione: Rachel viene ricoverata in pediatria.

Sono le 3 di notte, «ma fino alle otto del mattino nessuno la visita e non le viene somministrata alcuna flebo, nonostante nostra figlia avesse fortissimi attacchi di dissenteria e non riuscisse più a bere nulla», raccontano i genitori. Nel tono della voce rabbia e dolore si mischiano. La sera del giorno dopo la situazione è critica, tanto che oltre alla flebo accanto al letto spunta un monitor per tenere sotto costante controllo il battito cardiaco. Alle cinque e mezza il cuore della bambina si ferma, dopo 30 minuti di manovre di rianimazione viene constatato il decesso.

I carabinieri acquisiscono le cartelle cliniche, gli Odiase presentano una denuncia per omicidio colposo a carico dei medici e dell’ospedale, la Procura di Milano apre un’inchiesta con la stessa accusa contro ignoti. Ora si attendono i risultati dell’autopsia, pronti per il 12 maggio.


Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... a-3279255/


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MessaggioInviato: 24 apr 2010, 18:10 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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merda. chi pagherà per questo? chi restituirà una piccola bimba senza nessuna nessuna colpa?
e i bambini non dovrebbero avere nazionalità perché non dovrebbero MAI esistere carte perché li escludessero. e non dovrebbero morire prematuramente, figuriamoci morire così.
merda!
e anche un altro bimbino morto per omissione. com'è possibile!
se si potesse fare la Rete G2 dovrebbe costituirsi parte civile.

Questa segnalazione andrebbe assolutamente inserita nell''Osservatorio G2.


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MessaggioInviato: 27 apr 2010, 15:07 
Sanatoria

Iscritto il: 08 set 2008, 15:47
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l'Anolf e la Cisl di Milano si costituiranno parte civile in mezzo a questa vergogna!!!!!!!!!!


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MessaggioInviato: 03 mag 2010, 12:12 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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Località: roma
bene :) , in un caso come questo è doveroso l'intervento dei sindacati visto che per legge è previsto che possano costituirsi parte civile.

però sarebbe un punto molto importante che una realtà come la Rete G2, con obiettivi chiari e costituita esclusivamente da diretti interessati e autorganizzata, anche potesse farlo in un caso come questo come avevamo pensato di farlo anni fa per il caso di Alessandra Samira Mangoud che a suo tempo abbiamo potuto solo sostenere con tanto calore e confronto di idee e partecipando direttamente alle udienze. forse se la rete G2 avesse avuto possibilità di costituirsi anche parte civile ci sarebbe stato un altro verdetto (non cieco e arretrato) e non ci sarebbero state le modalità offensive (sì proprio offensive, ricordate l'ennesima amarezza?) usate nei confronti di Samira da chi in quel momento rappresentava la legge italiana :evil:


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