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 Oggetto del messaggio: La banca del voto (Andrea Sarubbi)
MessaggioInviato: 28 mar 2010, 18:28 
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La banca del voto

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Jaska ha 25 anni e, come Monica Bellucci, viene da Città di Castello; anzi, è più tifernate di lei, perché Monica è di Lama, un paese ad una decina di km, nel Comune limitrofo di San Giustino. Il nome Jaska non è propriamente umbro, e neppure il suo cognome: Jaskarandeep Singh Gakhal è infatti originario del Punjab, Stato dell’India settentrionale ai confini con il Pakistan, ma all’età di 6 anni è arrivato in Italia con la sua famiglia.

Ha fatto qui le elementari, le medie, il liceo scientifico-tecnologico ed ora studia Scienze Politiche a Perugia. Gli ultimi 19 anni della sua vita li ha trascorsi dunque in Italia, così come i suoi genitori, e vorrebbe restare qui anche per la sessantina (speriamo abbondante) che ancora gli rimane: questa è casa sua, punto. Eppure, su internet si fa chiamare spesso Jaska Trasmigrante e normalmente mette nel suo profilo Facebook l’immagine di un uomo con la valigia, perché è così che si sente. O meglio, perché è così che lo costringiamo a sentirsi.

«Faccio parte di quella consistente fetta del popolo italiano che, un secolo dopo il suffragio universale maschile e mezzo secolo dopo il voto alle donne, non potrà votare in queste elezioni. Per noi si sono dimenticati di applicare le regole della democrazia, per noi nessuno si è strappato le vesti. Noi siamo gli immigrati, siamo i figli degli immigrati e dei rifugiati, nati in Italia o arrivati qui da piccoli. Le normative vigenti sanciscono per noi lo status di cittadini di serie B. Fintantoché le leggi non cambiano non potremo essere gli Obama italiani, ma nemmeno insegnanti, avvocati, magistrati, impiegati e dirigenti pubblici, ingegneri, architetti, notai, vigili del fuoco, poliziotti, militari, bidelli, autoferrotranvieri e qualsiasi altra attività che preveda l’accesso mediante concorso pubblico».

A fronte di quei milioni di italiani che in queste ore stanno disertando le urne, Jaska morirebbe dalla voglia di votare. Perché la sua Regione sta eleggendo un nuovo presidente e lui – che pure è impegnato in politica – non può partecipare alla scelta, per almeno due motivi: il primo è che, nonostante sia italiano di fatto, è ancora straniero di diritto, a causa di una legge sulla cittadinanza che aspetta solo di essere cambiata; il secondo è che, cittadinanza o meno, l’Italia non ha ancora applicato quella disposizione della convenzione di Strasburgo che estende il diritto di voto alle amministrative anche ai residenti non comunitari. Vorrei lanciare una provocazione, ma è una provocazione seria: se c’è tra i lettori di questo blog (o tra i loro conoscenti) un cittadino italiano residente in Umbria che magari non sarebbe andato a votare, perché la politica non gli interessa o perché non si riconosce in nessun candidato, contatti tra oggi e domattina Jaska (jaska.singh@gmail.com) e vada a votare a nome suo. Tenetemi aggiornato: se funziona questa specie di banca del voto, abbiamo inventato una nuova forma di disobbedienza civile.

P.S. Non vorrei esagerare, ma proviamoci lo stesso: se c’è qualche ragazzo di seconda generazione che ha lo stesso problema di Jaska, scriva nel testo dei commenti il proprio nome, la propria mail e la Regione (o il Comune, se deve eleggere anche un sindaco) in cui risiede ma non ha diritto di voto. Non si sa mai.


Fonte: http://www.andreasarubbi.it/?p=4136


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MessaggioInviato: 30 mar 2010, 02:21 
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REGIONALI: GIOVANI IMMIGRATI ONLINE, NOI ASTENUTI PER FORZA

(ANSA) – MILANO, 29 MAR – In quelle che si profilano come le elezioni con uno dei piu’ alti tassi di astensionismo di sempre, c’e’ qualcuno che avrebbe voluto recarsi alle urne ma non ha potuto farlo. Sono i figli degli stranieri nati in Italia o arrivati in Italia quand’erano bambini. E’ a loro che si rivolge la ‘banca del voto’, iniziativa online di Andrea Sarubbi, deputato Pd, promotore, insieme a Fabio Granata, Pdl, di una
proposta di legge che prevede una serie di modifiche alla legge sulla cittadinanza.
Tra ieri e oggi Sarubbi sul suo blog e sul suo profilo Facebook ha raccolto le storie di quelli che si definiscono
‘italiani con il permesso di soggiorno’, dando loro possibilita’ di entrare in contatto con altri giovani che, pur avendo il diritto di votare, non sanno a chi dare il proprio voto e vogliono percio’ metterlo provocatoriamente a disposizione degli immigrati di seconda generazione. ”E’ una provocazione per far capire che ci sono centinaia di migliaia di ragazzi che vogliono votare, sia a destra che a sinistra, e non possono farlo – ha spiegato all’ANSA l’onorevole Sarubbi – Non so quanti in effetti siano stati i voti ‘prestati’, ma e’ un sasso nello stagno per sollevare il velo sul problema”. (ANSA).


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MessaggioInviato: 30 mar 2010, 15:11 
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Seconde generazioni, astenute per forza

Italiani di fatto, anche in queste elezioni sono rimasti, loro malgrado, a guardare. Sarubbi (Pd) e la “banca del voto”


Roma – 29 marzo 2010 - Mentre italiani di nome e di fatto hanno scelto di non votare, altri italiani di fatto ma non di nome si sono astenuti per forza. Figli di immigrati, seconde generazioni cresciute nel nostro Paese, ma tagliati fuori dal voto e da tanti altri diritti per una rigida e antiquata legge sulla cittadinanza.

Jaskarandeep Singh Gakhal ha 25 anni, è originaria del Punjab ma dalle elementari all’Università (Scienze Politiche a Perugia) ha sempre vissuto in Italia: “Faccio parte – racconta - di quella consistente fetta del popolo italiano che, un secolo dopo il suffragio universale maschile e mezzo secolo dopo il voto alle donne, non potrà votare in queste elezioni. Per noi si sono dimenticati di applicare le regole della democrazia, per noi nessuno si è strappato le vesti”.

“Noi - continua - siamo gli immigrati, siamo i figli degli immigrati e dei rifugiati, nati in Italia o arrivati qui da piccoli. Le normative vigenti sanciscono per noi lo status di cittadini di serie B. Fintantoché le leggi non cambiano non potremo essere gli Obama italiani, ma nemmeno insegnanti, avvocati, magistrati, impiegati e dirigenti pubblici, ingegneri, architetti, notai, vigili del fuoco, poliziotti, militari, bidelli, autoferrotranvieri e qualsiasi altra attività che preveda l’accesso mediante concorso pubblico”.

Jaskarandeep è uno dei tanti. Andrea Sarubbi, il deputato del Pd che insieme al collega del Pdl Fabio Granata ha proposto una riforma della cittadinanza, è partito dalla sua storia per proporre sul suo blog l’esperimento “banca del voto”. Sarubbi chiedeva ai cittadini italiani che non volevano votare di contattare una seconda generazione, chiederle per chi avrebbe votato, e andare a votare al posto suo.

Come è andata? “ La banca del voto –spiega Sarubbi - voleva essere una provocazione e invece, in poche ore, si è trasformata in una vera e propria mobilitazione: sulla rete hanno risposto associazioni, amministratori locali e semplici cittadini, italiani e non. Molti per chiedere un voto in prestito, molti altri per esprimere solidarietà”.

“Speriamo che fra pochi mesi - conclude il deputato - il Parlamento costringa la Banca del voto a chiudere i propri sportelli. Con l'approvazione della nuova legge sulla cittadinanza, chi e' italiano di fatto potrà esserlo, finalmente, anche di diritto".

Andrà davvero così? Se ne riparlerà appena la riforma della cittadinanza riprenderà il suo cammino in Parlamento. Era stata accantonata per non essere influenza dalla campagna elettorale. A urne chiuse, influenza o no, quando e come tornerà in agenda?

EP


Fonte: http://www.stranieriinitalia.it/attuali ... 10686.html


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MessaggioInviato: 31 mar 2010, 15:13 
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E se la “banca del voto” funzionasse?

Non si puo’ dire che l’adesione sia stata di massa, eppure sul blog del deputato democratico Andrea Sarubbi (andreasarubbi.it) la discussione è stata accesa per tutta la tornata elettorale. Una discussione che avrebbe meritato maggiore spazio. Ma d’altronde il voto delle regionali racconta un paese addormentato….Ecco dunque cosa ha proposto Sarubbi alla vigilia del voto, consapevole che – come annunciavano tutti gli esperti – l’astensionismo sarebbe stato altissimo: ma se non siete interessati a recarvi alle urne, perché non andate e fate le veci di tutti quei cittadini di origine straniera che sono nati in Italia, o che sono arrivati qui quando erano piccolissimi, e che non possono avere accesso alla cittadinanza per gli assurdi cavilli della legge italiana? Sul blogi ntervengono soprattutto giovani italiani-stranieri (moltissimi dei quali attivisti dell’Anolf!) e nei loro interventi, nel loro entusiasmo, nella loro voglia di conquistarsi “un posto al sole” si legge davvero un’altra Italia possibile. E c’è anche chi come Virginia mette a disposizione il voto non suo, ma dei suoi nonni che in Piemonte non hanno un consigliere particolare a cui dare la preferenza….Insomma, la prima volta della banca del voto non ha raccolto molti astensionisti disposti a rappresentare gli esclusi. Ma alla prossima “chiamata al voto” non sarebbe male raffinare il sistema….Un vero esercizio di democrazia.


Fonte: http://blog.ilmanifesto.it/babel/2010/0 ... nzionasse/


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MessaggioInviato: 31 mar 2010, 15:14 
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Sull’Unità di oggi, ne parla Igiaba Scego:

http://newrassegna.camera.it/chiosco_ne ... icle=QSAR1


Cita:
Immigrati e la banca del voto

Jaskarandeep Singh Gakhal è originario del Punjab, Stato dell’India settentrionale. È arrivato in Italia quando aveva 5 anni e mezzo. Oggi ha 25 anni e tutta la sua vita l’ha passata a Città di Castello. Casa sua è l’Umbria ma, essendo figlio di migranti, in un’Italia dominata dal pensiero leghista, si sente straniero nella sua nazione. "Jaska", così lo chiamano gli amici, non può votare. In queste elezioni regionali 2010 con uno dei più alti tassi di astensionismo di sempre, molti figli di migranti avrebbero voluto recarsi alle urne ma non hanno potuto farlo. I figli di migranti non sono italiani perché la legge non permette un facile accesso alla cittadinanza.

Se sei nato in Italia a 18 anni devi portare una documentazione per ottenere la cittadinanza e se c’è stato qualche disguido, del comune per esempio, tu figlio di migrante diventi automaticamente straniero. Puoi anche essere rimpatriato verso un paese «di origine» che non conosci. Se sei venuto da piccolo, invece, sei considerato uno straniero e basta. Il deputato del Pd Andrea Sarubbi promotore, insieme a Fabio Granata (Pdl) di una proposta di legge che prevede una serie di modifiche alla legge sulla cittadinanza, si è inventato la provocazione della “banca del voto”: una pagina di Facebook dove gli immigrati senza diritto di voto possono indicare le loro preferenze agli italiani sfiduciati.

Così si sfoga Jaska: «Faccio parte di quella fetta del popolo italiano che, un secolo dopo il suffragio universale maschile e mezzo secolo dopo il voto alle donne, non ha potuto votare in queste elezioni. Per noi si sono dimenticati di applicare le regole della democrazia... Fino a quando le leggi non cambieranno non potremo essere gli Obama italiani, ma nemmeno insegnanti, avvocati, magistrati, bidelli e qualsiasi altra attività che preveda l’accesso mediante concorso pubblico».
balambalis@gmail.com


Fonte: http://www.unita.it/news/igiaba_scego/9 ... a_del_voto

Su Facebook Igiaba si scusa per il titolo, non ha potuto farci niente.


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MessaggioInviato: 31 mar 2010, 15:52 
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GRANDE INIZIATIVA SPERIAMO DI AVER "SMOSSO" L'ANIMO DI QUALCUNO =)


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MessaggioInviato: 12 apr 2010, 22:18 
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la banca del voto la pratico da ben 10 anni!! :D solo che poi parlando parlando con l'amico/a che non vuole piu votare perchè rassegnato, si convince dalle mie ooservazioni e dalla mia voglia di esprimere un parere che alla fine non vota al posto mio ma a posto suo. :D ho smosso persone improbabili a votare :D


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