Dai quotidiani di oggi (corriere sera e repubblica)
Crisi Banlieues
Le periferie parigine sono di nuovo teatro di scontri con la polizia, violenze e vandalismi che lasciano sull'asfalto, oltre a morti e feriti, una scia d'odio e rivalsa incontenibile. Il «segnale» è arrivato domenica sera, quando due adolescenti, senza casco e a bordo di una motocicletta rubata, sono morti nel terribile impatto con un'auto della polizia. La dinamica dell'incidente non è chiara, la magistratura indaga su un'ipotesi di omissione di soccorso, ma il tam tam della banlieue ha subito indicato i «colpevoli» e scatenato la violenza. Tra l'altro, gli incidenti, scoppiati quasi subito, hanno confuso i rilievi, essendo la vettura della polizia stata devastata a colpi di sbarre di ferro. E i parenti, via radio e tv, hanno alimentato il rancore, oltre a rifiutare un invito all' Eliseo da parte di Nicolas Sarkozy: «Non ci sono tracce di frenata, li hanno investiti in pieno», dice una zia. «La polizia non mi ha nemmeno avvertito, ho trovato il corpo di mio figlio per terra, nella caserma dei pompieri», racconta il padre. La polizia sostiene che i ragazzi sono stati soccorsi e che «tutto è stato fatto per salvarli». Versioni confuse da una cappa di diffidenza, come due anni fa, quando la morte di due ragazzi inseguiti dalla polizia, innescò le notti di fuoco in molte periferie del Paese.
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Non bisogna generalizzare e non dimenticare una cosa: quando succedono queste cose ci sono di mezzo dei giovani morti. Ahmed El Keiy è il caporedattore di Beur Fm, la radio dei ragazzi di origini extracomunitarie. Siamo alla vigilia di una nuova rivolta come nel 2005? «Ci sono dei punti in comune, ma quando in una sola notte si vedono decine di poliziotti feriti, anche con armi, si ha l´impressione che i protagonisti non siano gli adolescenti del 2005. I poliziotti che abbiamo sentito dicono che si tratta di criminalità pura e semplice, di persone che hanno approfittato dell´occasione per tirar fuori le loro armi e sparare sui poliziotti. Gli analisti si attardano su una biblioteca bruciata, ma è stata data alle fiamme perché era a pochi passi dalla rivolta, senza altre ragioni». Ma allora perché questa violenza? «C´è una reazione epidermica, estremamente violenta, a causa della morte di due ragazzi. Non bisogna teorizzare tutto. È ovvio che c´è una situazione difficile nelle banlieue, ma restiamo ai fatti: ogni volta che avvengono queste cose viene alla luce un rapporto teso, difficile con la polizia. Ogni volta, a scatenare la violenza ci sono uno o più ragazzi morti». I familiari delle vittime saranno ricevuti da Sarkozy all´Eliseo: è un buon segno? «C´è una reattività politica che può calmare gli animi, ma i ragazzi chiedono che vengano chiarite le circostanze dell´incidente. Le circostanze di quanto è successo di domenica a Villiers-le-Bel non sono ancora chiarissime».
Ultima modifica di paula il 29 nov 2007, 13:55, modificato 1 volta in totale.
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