Comunicato stampa
degli onn. Andrea Sarubbi e Fabio Granata

Cittadinanza: Sarubbi (Pd) e Granata (FLI), no oriundi si nuovi italiani in Nazionale
"Questa sera la nostra Nazionale affronterà la Germania, squadra che ha sorpreso tutti negli ultimi mondiali perché è riuscita ad impreziosire la sua tradizionale organizzazione di gioco con l’innesto della creatività di alcuni giovanissimi ‘nuovi tedeschi’, ragazzi di sangue non proprio ariano ma nati o vissuti in terra tedesca. Se la Germania è davvero una nazionale multietnica l’Italia invece, con l’innesto degli oriundi, rischia di somigliare piuttosto ad una multinazionale”.
E’ quanto dichiarano in una nota Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Fli), primi firmatari del testo di riforma bipartisan della cittadinanza.

"Il nostro CT è persona stimata e sicuramente in buona fede, ma diramare le convocazioni in base al solo passaporto è un segnale di involuzione. Innanzitutto perché non si investe sul futuro e sulla qualità – ovvero sui settori giovanili – ma si mette piuttosto una toppa importando talento ed aggirando così le ragioni strutturali di una crisi che si radica nell’incapacità tutta italiana – e non solo calcistica a dire il vero – di innovare e di scommettere sui giovani. Ma è soprattutto sbagliato dal punto di vista civile: merita la nazionale chi è italiano per appartenenza, per vissuto. Perché è frutto dell’Italia - nel bene e nel male - dei suoi cortili e dei suoi prati, delle sue scuole e delle sue strade. Per questo non crediamo che si emozionerà il bravissimo Tiago Motta a cantare l‘Inno di Mameli come si sono invece emozionati i vari Balotelli, Okaka o Obgonna, frutti dei nostri vivai e delle nostre scuole.
Proprio ora che finalmente anche anche in Italia ci si batte perché il confine della cittadinanza non sia più tracciato solo dal sangue che ti scorre nelle vene ma piuttosto dall’appartenenza civica, non vogliamo certo finire perché sia stabilito in base ad un mero percorso burocratico. Anche il calcio aiuti la politica ad affermare una nuova idea di cittadinanza”.

Roma, 9 febbraio 2011