Cita:
20 dicembre 2010
Giornata internazionale del migrante: per Napolitano occorre favorire “l’integrazione fondata sul rispetto reciproco”.
Il messaggio del Capo dello Stato che ricorda gli emigrati italiani, mette in guardia sull’emorragia di talenti, sottolinea “l’imprescindibile contributo” degli immigrati nella società italiana soffermandosi sulle seconde generazioni.
Uno sguardo a tutto campo, che ricorda “l’imprescindibile contributo” degli immigrati alla società italiana e che invita a non dimenticare il passato di emigrazione, fino a fare un appello per fermare “l’emorragia” di talenti verso l’estero.
Un messaggio che invita a favorire “l’integrazione fondata sul rispetto reciproco” quello formulato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata internazionale del migrante, che si è celebrata lo scorso 18 dicembre.
Il testo integrale del messaggio:
“In occasione della Giornata internazionale del migrante e in prossimità dell’inizio del nuovo anno, che segna anche il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, rivolgo un saluto augurale ai molti emigrati italiani all’estero e ai loro discendenti, e ai tanti stranieri immigrati nel nostro Paese. L’Italia si caratterizza per il fatto di essere una terra di migranti, e la storia di questo fenomeno avrà il posto che le spetta anche nelle celebrazioni del 150/o della nostra Unità. Con il tempo l’emigrazione italiana si è notevolmente ridotta, ma non è mai cessata e, anzi di recente ha registrato una ripresa. Tuttavia il carattere della nostra emigrazione è profondamente mutato. I nuovi emigrati sono solo marginalmente lavoratori poco qualificati. A lasciare il nostro Paese non solo per determinati periodi, ma definitivamente, sono spesso brillanti laureati e ricercatori, tecnici, imprenditori, personale altamente qualificato. Questa emorragia di talenti rappresenta allo stesso tempo una perdita per il nostro Paese e un segnale di debolezza del nostro sistema scientifico e produttivo, della sua capacità di mettere a frutto risorse umane, di selezionare e promuovere in base al merito. Mi auguro che i nuovi, come i vecchi emigrati italiani, si trovino a loro agio nei Paesi dove vivono, studiano, lavorano, che non siano oggetto di pregiudizi e discriminazioni, che possano realizzare i propri progetti e contribuire al benessere di questi Paesi. Spero soprattutto che l’Italia possa dimostrarsi capace di invogliarli a rientrare, che possano trovare in Patria gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a vivere altrove”.
“Ma l’Italia è oggi soprattutto un Paese di immigrazione. Un’immigrazione che costituisce ormai parte integrante della popolazione. Sono già molti i figli di immigrati nati qui, è ampia la presenza di bambini e ragazzi nelle scuole, sono numerosi gli immigrati che comprano casa. L’immigrazione contribuisce a ridurre carenze di popolazione in età produttiva e di manodopera, in particolare per alcuni tipi di lavori e di qualifiche. Solo la presenza di immigrati consente alle imprese di produrre e alle famiglie di essere aiutate nella cura dei propri cari. Inoltre gli immigrati rappresentano oggi una quota significativa non solo dei nuovi occupati, ma anche dei nuovi imprenditori. Bisogna ricordare sempre questi dati fondamentali. Non si devono sottovalutare le difficoltà da affrontare e i problemi da risolvere, ma questa attenzione non deve oscurare l’imprescindibile contributo che l’immigrazione sta dando e darà al nostro Paese e l’esigenza di facilitare l’integrazione fondata sul rispetto reciproco, sul riconoscimento dei diritti di quanti sono giunti in Italia e vi risiedono laboriosamente osservandone le leggi”.
(Red.)
http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=002493