http://www.repubblica.it/2009/11/sezion ... mu-09.htmlCresce il popolo dei "nuovi italiani", diminuisce l'esercito degli irregolari. Al 1° gennaio 2009 gli immigrati in regola toccano quota 4,8 milioni: mezzo milione in più rispetto al 2008. Diminuiscono invece gli irregolari: dai 651mila del 2008 ai 422mila del 2009 (229mila in meno). Non solo. Nonostante la crisi economica, aumenta l'occupazione straniera: 222mila assunti in più quest'anno.
L'identikit del più integrato? E' donna, coniugata (specie se con un italiano), ha figli; è in Italia da molto tempo; vive con i suoi familiari e in autonomia abitativa; mantiene pochi legami con il Paese d'origine. La provincia più accogliente è Trento, seguita da Massa-Cararra, Chieti, Modena e Ravenna.
A scattare l'ultima fotografia del pianeta immigrazione è il XV "Rapporto nazionale sulle migrazioni 2009" della Fondazione Ismu. Al rapporto, si accompagna quest'anno il volume Indici di integrazione: un'indagine su 12mila immigrati residenti in 32 città, effettuata tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009.
Chi sono oggi i "nuovi italiani"? La nazionalità più numerosa resta quella romena con 968mila presenze (21% del totale), seguita dall'albanese e dalla marocchina (538mila e 497mila). I musulmani sono 1,2 milioni a fronte di 860mila cattolici. Sul lavoro, nonostante la crisi economica, si registra un aumento dell'occupazione immigrata pari a 222mila nuovi assunti. Cresce però contestualmente anche la disoccupazione, che si attesta al 10,5%.
Gli effetti della crisi si fanno sentire poi sulle rimesse: 1,48 miliardi sono gli euro spediti nel I trimestre 2009, il 4,7% in meno rispetto al I trimestre del 2008. Resta positivo il contributo dell'immigrazione sui conti pubblici italiani: il rapporto Ismu evidenzia infatti come al netto delle imposte pagate, un italiano riceve in media 1.800 euro in più l'anno (soprattutto grazie a benefici legati all'anzianità, cioè le pensioni) rispetto a un immigrato. E il futuro? Rivedendo le previsioni Istat, l'Ismu prevede per il 2030 un totale di 8,3 milioni di residenti stranieri (quasi un raddoppio rispetto a oggi).
Aumentano le seconde generazioni. Nell'anno scolastico 2007/2008 si contano 200mila studenti senza cittadinanza italiana, ma nati in Italia. Cresce, su un altro fronte, il numero degli immigrati in carcere: a metà 2009 su 63.981 detenuti 23.696 sono stranieri, mentre a fine dicembre 2008 gli stranieri erano 21.562 (su 58.127). Secondo l'Ismu, la criminalità aumenta nelle realtà territoriali dove gli immigrati hanno bassi redditi e vengono impiegati come manodopera non qualificata e irregolare.
Qual è il grado d'integrazione della popolazione straniera in Italia? Un'indagine ad hoc (coordinata dalla Fondazione Ismu), che ha coinvolto 12mila immigrati, rivela che le più integrate sono le donne; i coniugati (specie se con italiani) che hanno figli; coloro che hanno un'istruzione elevata e redditi abbastanza alti; quelli che sono in Italia da molto tempo (in buona parte da oltre 15 anni); gli stranieri che vivono con i loro familiari, in autonomia abitativa e che mantengono pochi legami di relazioni e di aiuto economico (rimesse) con il Paese d'origine.
Il gruppo maggiormente integrato è quello proveniente dall'America Latina, con un punteggio medio di 0,54 lungo una scala che varia da 0 (assenza d'integrazione) a 1 (livello massimo), seguito dall'Europa dell'Est (0,51). L'Asia è invece in ultima posizione (0,47). Per quanto riguarda le nazionalità, al primo posto della classifica dei più integrati troviamo i brasiliani (0,57), i dominicani (0,55) e gli albanesi (0,54). Infine la religione: il punteggio più elevato rispetto all'indice d'integrazione è raggiunto dai copti (0,55), seguiti dai cattolici (0,53) e da coloro che non praticano nessuna religione (0,53).
Dal punto di vista economico, la ricerca dimostra come i redditi degli immigrati aumentano col crescere degli anni di presenza in Italia. Inoltre quanto più è stabile lo status giuridico, tanto più agevole è il percorso d'integrazione economica: la maggior parte degli irregolari (31,8%) guadagna tra i 600 e gli 800 euro al mese, mentre chi ha un permesso di lunga durata guadagna tra i 1.000 e 1.200 euro.
Sul piano territoriale, nelle province della Lombardia, Emilia Romagna e Triveneto si registrano i livelli più elevati d'integrazione economica (i corrispondenti valori medi dell'indice sono 0,59 per Ravenna, 0,58 per Trento e Padova, 0,57 per Milano).
Il profilo del meno integrato è invece declinato al maschile. Si tratta di immigrati che hanno minori vincoli familiari, un reddito abbastanza contenuto, un livello d'istruzione relativamente modesto, un'anzianità migratoria bassa e condividono l'abitazione con altri soggetti (parenti o amici).