http://roma.repubblica.it/dettaglio/nati-a-roma-50mila-con-passaporto-straniero/1799663Le loro file si ingrossano al ritmo di quasi 7mila nuovi arrivi all'anno. Non sui barconi, ma nelle sale parto degli ospedali del Lazio: sono stati 6.581, nel 2008, i "cittadini" della Regione nati qui, ma con passaporto straniero: 5.290 solo a Roma. E secondo l'Istat, il numero dei ragazzi fino a 18 anni censiti come "stranieri", ma nati e cresciuti a Roma e provincia, sfiora ormai quota 50mila. A occuparsi delle loro storie e dei loro problemi, oltre a numerose associazioni come Sant'Egidio e Nessun luogo è lontano, da qualche anno sono i ragazzi in prima persona: si chiama "G2- Seconde generazioni" l'associazione che mette in rete centinaia di giovani accomunati dall'esperienza di essere "italiani col passaporto". Nata qualche anno fa nei dintorni della stazione Termini, oggi G2 ha allargato i suoi confini e riunisce ragazzi che vivono a Milano, Torino, Napoli, Reggio Emilia, Genova, Bologna.
L'attuale legge sulla cittadinanza, la n. 90 del 1992, prevede che chi nasce in Italia da genitor stranieri debba aspettare di compiere 18 anni per fare giuramento in Comune e diventare cittadino. "Nel frattempo - spiega Lucia Ghebreghiorges, di G2 - fa i conti con lunghe attese per rinnovare il permesso di soggiorno e con mille difficoltà pratiche, a cominciare da quella nel partecipare alle gite scolastiche". Per chi è nato all'estero, anche se arrivato in Italia piccolissimo, le cose si fanno più complicate, perché in quel caso la cittadinanza è una "concessione", non un diritto; per richiederla servono 10 anni di residenza e un reddito minimo. E all'incertezza dell'esito si aggiunge un'attesa di 3-4 anni per avere risposta.
Grazie al sito
www.secondegenerazioni.it la mobilitazione corre sul web, e passa da iniziative di comunicazione che puntano a coinvolgere soprattutto i coetanei,da un fotoromanzo al video "G2,forte e chiaro!" della regista Maria Rosa Jijon, che raccoglie gli sfoghi dei ragazzi stanchi di essere una "generazione invisibile". Da qualche mese è nato anche un Osservatorio nazionale dedicato alle difficoltà quotidiane degli italiani con passaporto: dagli episodi di razzismo all'assurdità di essere tagliati fuori dai posti di lavoro statali, dal diritto di voto, dal servizio civile. Fra le oltre 700 storie segnalate c'è anche quella di N., arrivata a Roma dalla Croazia a 13 anni. La maturità al Giulio Cesare, la laurea in Chimica alla Sapienza e un dottorato di ricerca non le sono bastati a smettere di sentirsi straniera. Il suo è un percorso costellato di rinunce e compromessi, come quando è stata costretta a farsi assumere come colf per poter restare in Italia fino alla discussione della tesi di dottorato.
Di storie come questa si parlerà domani a Palazzo Valentini nell'incontro-dibattito promosso dall'associazione Nessun luogo è lontano. Saranno presenti anche Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Pdl), promotori di una proposta di legge bipartisan che introduce importanti facilitazioni per far diventare italiani i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia. Altre tredici diverse proposte per riformare la legge 90 del 1992 sono in discussione in commissione Affari costituzionali alla Camera: un testo unitario, ancora tutto da definire, approderà all'esame dell'Aula già prima di Natale.