Grazie prof. Strozza per aver dato seguito alla nostra nota.
A questo punto ci prendiamo l'impegno di leggere il libro (almeno io che non l'ho ancora letto, sicuramente qualcuno del gruppo lo ha fatto) e di commentarne il contenuto.
Io non sò se sia un caso, ma vi riporto un commento a questo articolo sul Messaggero (
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... SPETTACOLO) intitolato <<"Nuovi italiani", i giovani immigrati? Nient'affatto bamboccioni>> che parla proprio del vostro libro:
"Bamboccioni?
Scusate voi fate l'equazione per cui coloro che non si staccano dalla famiglia di origine sarebbero dei bamboccioni.
E' evidente che gli stranieri siano meno legati alle famiglie di origine: ce l'hanno lontane! Che scoperta.
La verità è che la società italiana favorisce chi resta in famiglia. Io non l'ho fatto per necessità, non per volontà.
Faccio notare poi che per coerenza mi piacerebbe che qualcuno chiamasse bamboccioni anche i giovani industriali italiani, che sono tutti figli di famiglie di insutriali già note: da elkann a marcegaglia, da Marzotto a Benetton. Sono tutti bamboccioni? Come mai in Italia giovani industriali che non siano figli di indistriali non ce ne sono? Non confondiamo i colpevoli con le vittime!!!!"
Probabilmente chi ha scritto questo commento non si è neanche soffermato a leggere l'articolo, però ha ben chiaro in testa che i "giovani immigrati" hanno le famiglie lontante, proprio perché sono "immigrati"!
Se da un lato posso approvare la volontà di porre in rilievo il fatto che i figli di immigrati oscillano tra due mondi - quello dei genitori direttamente legato alla migrazione e quello della società in cui crescono che li porta a sentirsi del tutto italiani - il risultato concreto è banalmente un altro, riassumibile pressapoco nel commento sopracitato.
ps: carino il lettore mp3 sulla copertina! : - ) Cosa vuole simboleggiare?