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Il Giornale ha paura...della Democrazia (dei barbari, ndr) https://www.secondegenerazioni.it:80/forum/viewtopic.php?f=5&t=2560 |
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Autore: | ahimsa [ 08 nov 2009, 10:16 ] |
Oggetto del messaggio: | Il Giornale ha paura...della Democrazia (dei barbari, ndr) |
Cita: Già 50mila «iscritti» in città al partito degli immigrati Un esercito di elettori. Cinquantamila alle Politiche, 120mila circa alle Amministrative. Hanno già la matita in mano. La gran parte di loro saprebbe usarla al massimo per scrivere il suo nome - è la realtà. Eppure se andassero a buon fine le proposte per ridurre i tempi di acquisizione della cittadinanza italiana, decine di migliaia di immigrati a Milano diventerebbero elettori. Alle Politiche. Oltre che alle Amministrative, per le quali oltretutto c’è chi autorevolmente propone di concedere il diritto di voto anche agli immigrati semplicemente residenti. Intanto i leader islamici si dicono apertamente al lavoro con le comunità di stranieri per una «lista di immigrati» in grado di decidere le sorti delle Comunali. Fanno i conti con le stime degli immigrati: 200mila in città, tolti i minori 120mila. Anche se, lo abbiamo verificato direttamente, fra i seguaci delle moschee milanesi la percentuale di coloro che conoscono il nome del sindaco di quella che è - o dovrebbe essere - la loro città è tanto basso da essere desolante: una manciata di persone appena. Il resto si affida alle indicazioni dell’imam. E considerato che gli extracomunitari provengono da comunità nazionali in cui la democrazia non sempre è consolidata e acquisita, questo basta a far intravedere il pericolo di un vero e proprio clientelismo religioso. Con masse di elettori disposte a spostarsi in base a qualche «ordine di scuderia», o di moschea. Quanto ai numeri, i dati del servizio Statistica del Comune sono chiari: sono 25mila gli stranieri residenti da almeno 5 anni a Milano, e il numero è destinato a salire in futuro, in coincidenza con il picco migratorio degli ultimi anni. Per essere precisi 25.068 provenienti da una miriade di Paesi diversi. Oltre 150 secondo le ultime statistiche. Si tratta di 25mila potenziali cittadini ed elettori, a cui si possono aggiungere gli immigrati che cittadini lo sono già, in base alle leggi esistenti. Sono 10mila solo negli ultimi 12 anni - dati del Comune - con un andamento crescente che passa dai 300 neo-cittadini del 2007 ai 1.956 del 2008. Una stima che arrivi fino ai primi anni di immigrazione a Milano può facilmente arrivare ad almeno 15mila cittadini italiani «acquisiti». E di certo sempre molto attaccati alle loro radici etniche. Basterà ricordare che il promotore della «lista degli immigrati», il direttore del centro islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, vive in Italia da circa 40 anni, e ha la cittadinanza da sempre. In tutto 50mila, dunque. Ma sulla questione c’è anche chi si batte per regole più severe. Per il vicesindaco Riccardo De Corato, che è primo firmatario di una proposta di legge per revocare la cittadinanza a chi commette reati «rimanda a quello della piena integrazione. Deve essere voluta dallo straniero, che viene a Milano per lavorare e non per delinquere». «Il tema della cittadinanza - spiega - viene spesso inquadrato nell’ottica dell’estensione dei diritti. Ma la stessa Costituzione mette a fondamento del patto di cittadinanza anche i doveri. Non potremmo mai tollerare tribunali islamici o impunità per chi lancia la sua fatwa». «Del resto - continua - la revoca della cittadinanza è applicata anche dalla civilissima Svizzera se la condotta del neo-cittadino è di grave pregiudizio agli interessi e alla reputazione dello Stato elvetico. Dunque, non vedo perché l’Italia non possa adottare la stessa cautela». Contrarissima a una cittadinanza veloce la Lega: «Non ha senso - per l’assessore regionale Davide Boni - e per noi la questione è importante quasi come il federalismo. Gli immigrati non hanno la preparazione necessaria. E sì, rischiamo il clientelismo religioso». Fonte: http://www.ilgiornale.it/milano/gia_50m ... comments=1 |
Autore: | ahimsa [ 08 nov 2009, 10:58 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Il Giornale ha paura...della Democrazia (dei barbari, ndr) |
Premetto che sono sempre stato contrario ad un "Partito degli immigrati"...che però diverrebbe la deriva obbligata se i partiti (e aggiungo anche, i sindacati) non aprono alla rappresentanza effettiva di fette crescenti della popolazione. Questo articolo è sconvolgente. Sconvolge per la sua parzialità, per la sua partigianeria, per il suo carattere tendenzioso e mistificatorio della realtà; è tutto un carico di pregiudizi, a partire dalle primissime parole: "Un esercito di elettori", armati di scheda elettorale e kalashnikov? La conclusione che subito se ne trae è che la democrazia in mano a "certa gente" assume i caratteri di una guerra, e saranno i barbari immigrati a "decidere le sorti" dei civili autoctoni. L'imam è il vero leader, connesso telefonicamente con Allah, Bin Laden e il vero sosia si Saddam Hussein. Questa "gente" (barbari, ndr) non ha mai visto i benefici della democrazia (abbiamo iniziato da poco ad esportarla nei loro paesi ma ancora non se ne vedono i frutti, so' duri de capoccia sti barbari! ndr), e potrebbero tentare, anzi, molto probabilmente, forse, certamente assedieranno Milano a dorso di cammello ed istituiranno un califfato del nord Italia. Sono privi di ragione, non sono in grado di ricordare il nome del loro sindaco, come le bestie aspettano "ordini di scuderia" o, è opportuno aggiungere, "di moschea". "Gli immigrati non hanno la preparazione necessaria. E sì, rischiamo il clientelismo religioso" "...tutti costoro, che a mala pena sono uomini, o sono uomini a metà, è opportuno insegnare a essere uomini e istruirli come bambini. E se attraendoli con carezze si lasceranno istruire, tanto meglio; ma se resistono, non per questo bisogna abbandonarli...ma è necessario costringerli con la forza e il potere opportuni, ed obbligarli ad abbandonare la selva ed a riunirsi in villaggi e, anche in certo modo contro la loro volontà, far loro forza perchè entrino nel regno dei cieli" José Acosta - teologo gesuita e docente all'università di Lima, autore nella seconda metà del XVI° sec del trattato "De procuranda indorum salute" "...gli uomini della terraferma mangiano carne umana e sono sodomiti più di qualsiasi altra generazione. Nessuna giustizia è tra loro, vanno nudi, non hanno nè amore nè vergogna, sono come asini, stupidi, pazzi, insensati...più crescono, peggiori diventano; fino a dieci o dodici anni sembra che possano crescere con qualche urbanità o virtù; dopo ritornano come animali bruti. Infine dico che mai Dio creò gente tanto radicata in vizi e bestialità , senza alcuna presenza di bontà o civilità". Invettiva del domenicano Tomàs Ortiz (1524) riportata da Lòpez de Gòmara - "Historia General de las Indias" |
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