Premetto che sono sempre stato contrario ad un "Partito degli immigrati"...che però diverrebbe la deriva obbligata se i partiti (e aggiungo anche, i sindacati) non aprono alla rappresentanza effettiva di fette crescenti della popolazione.
Questo articolo è sconvolgente. Sconvolge per la sua parzialità, per la sua partigianeria, per il suo carattere tendenzioso e mistificatorio della realtà; è tutto un carico di pregiudizi, a partire dalle primissime parole: "Un esercito di elettori", armati di scheda elettorale e kalashnikov? La conclusione che subito se ne trae è che la democrazia in mano a "certa gente" assume i caratteri di una guerra, e saranno i barbari immigrati a "decidere le sorti" dei civili autoctoni.
L'imam è il vero leader, connesso telefonicamente con Allah, Bin Laden e il vero sosia si Saddam Hussein. Questa "gente" (barbari, ndr) non ha mai visto i benefici della democrazia (abbiamo iniziato da poco ad esportarla nei loro paesi ma ancora non se ne vedono i frutti, so' duri de capoccia sti barbari! ndr), e potrebbero tentare, anzi, molto probabilmente, forse, certamente assedieranno Milano a dorso di cammello ed istituiranno un califfato del nord Italia. Sono privi di ragione, non sono in grado di ricordare il nome del loro sindaco, come le bestie aspettano "ordini di scuderia" o, è opportuno aggiungere, "di moschea".
"Gli immigrati non hanno la preparazione necessaria. E sì, rischiamo il clientelismo religioso"
"...tutti costoro, che a mala pena sono uomini, o sono uomini a metà, è opportuno insegnare a essere uomini e istruirli come bambini. E se attraendoli con carezze si lasceranno istruire, tanto meglio; ma se resistono, non per questo bisogna abbandonarli...ma è necessario costringerli con la forza e il potere opportuni, ed obbligarli ad abbandonare la selva ed a riunirsi in villaggi e, anche in certo modo contro la loro volontà, far loro forza perchè entrino nel regno dei cieli" José Acosta - teologo gesuita e docente all'università di Lima, autore nella seconda metà del XVI° sec del trattato "De procuranda indorum salute"
"...gli uomini della terraferma mangiano carne umana e sono sodomiti più di qualsiasi altra generazione. Nessuna giustizia è tra loro, vanno nudi, non hanno nè amore nè vergogna, sono come asini, stupidi, pazzi, insensati...più crescono, peggiori diventano; fino a dieci o dodici anni sembra che possano crescere con qualche urbanità o virtù; dopo ritornano come animali bruti. Infine dico che mai Dio creò gente tanto radicata in vizi e bestialità , senza alcuna presenza di bontà o civilità". Invettiva del domenicano Tomàs Ortiz (1524) riportata da Lòpez de Gòmara - "Historia General de las Indias"
_________________ Essere umano in divenire
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