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MessaggioInviato: 19 ott 2009, 09:40 
G2 con doppia cittadinanza
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Seminario bipartisan - Presto un documento comune tra FareFuturo e ItalianiEuropei
Voto agli immigrati e cittadinanza Un «asse» tra Fini e D’Alema
L’ex leader di An: italiani i bimbi che hanno frequentato le scuole qui


DAL NOSTRO INVIATO
ASOLO (Treviso) — Esportare lo spirito di Asolo sulla giustizia sarebbe un po’ troppo: «Non siamo così sprovveduti, io e D’Alema. Ma credo che la buona volontà possa portare all’intesa su altri punti». E in effetti Gianfranco Fini e Massi­mo D’Alema, in chiusura della seconda edizione del seminario bipartisan delle Fondazioni FareFu­turo e ItalianiEuropei , portano a casa un bel pac­chetto di punti di convergenza sul tema dell’im­migrazione, che diventeranno presto un docu­mento congiunto. Si parte da un paradigma con­diviso, ovvero che la sicurezza si raggiunge attra­verso l’integrazione, e si arriva a misure concrete: agevolazione dell’immigrazione di qualità, cittadi­nanza a chi nasce in Italia, diritto di voto ammini­strativo e ora di religione islamica facoltativa.

La mattina comincia con D’Alema che prende di petto la Lega: «Vedo che per il Veneto si decide da Milano: stanno prendendo gli stessi vizi che contestavano». Parla delle «minacce» di Berlu­sconi: «In questo clima non si può fare nessuna riforma». Nel pranzo con i ragazzi delle Fondazio­ni si lascia andare a una bordata contro il france­schiniano Piero Fassino, senza nominarlo: «Alcu­ni nostri dirigenti hanno fatto dichiarazioni po­puliste sui respingimenti. Quando si parla della Convenzione di Ginevra, certe cose non si do­vrebbero neanche pensare».

Nel dibattito — moderato dal direttore del Cor­riere della Sera Ferruccio de Bortoli — D’Alema punzecchia Fini sul reato di clandestinità e sul voto degli italiani all’estero. Il presidente della Camera glissa. Ma è sul «modello Asolo» che si insiste. Fini apre: «Se vogliamo che lo straniero si senta parte di una comunità, deve poter gode­re anche di diritti. Non è buonismo, non siamo diventati di sinistra, è buon senso». D’Alema chiede un «disarmo bilaterale»: «Siamo stati al governo con gente che aveva una visione irenica della società multietnica». Errore speculare sul­l’altro fronte: «Si sono cavalcati i sentimenti di paura dei cittadini, in una logica securitaria».

D’Alema annuncia: «Serviranno 300 mila stra­nieri all’anno nei prossimi dieci anni». Fini lan­cia una proposta «che spero abbia una ricaduta legislativa»: «Chi è nato in Italia o ci arriva picco­lissimo e frequenta un intero ciclo scolastico, di­ciamo fino a 10 o 11 anni, può diventare cittadi­no italiano». D’Alema è d’accordo: «Ma andrei an­che oltre, non aspetterei che abbiano fatto le scuole: direi che chi nasce in Italia è italiano». Poi lancia quella che definisce «la via italiana al­l’integrazione ». Ovvero il voto amministrativo come «volano d’integrazione»: «Come accadeva con l’immigrazione interna: a San Miniato si fece una casa del popolo per loro, perché non si capi­va cosa dicevano. Poi, però, visto che votavano, li si è andati a cercare». Inutile dire che Fini è d’accordo: «Lanciai l’idea cinque anni fa e fui cro­cefisso: non ho cambiato idea». Sui test di lin­gua, D’Alema non si dice contrario, ma esercita il suo noto sarcasmo: «Se certi esami si facessero dove lavoriamo noi, diciamo... ma lasciamo per­dere ».

Fini conclude con una speranza: «L’anno scor­so ricordo i sorrisini per la nostra proposta di una Bicamerale per i decreti attuativi del federali­smo fiscale, che poi si è fatta». Quest’anno gli pia­cerebbe una riforma nel senso delle misure cita­te, sia pure al ribasso rispetto al progetto biparti­san Granata-Sarubbi (e infatti Granata, finiano, protesta subito). Ma va anche oltre: «Sarebbe bel­lo arrivare a un federalismo istituzionale, con il Senato delle Regioni». Con procedura bipartisan, come dice riferendosi a Berlusconi: «Fare rifor­me da soli è legittimo, ma non sempre è politica­mente preveggente» .

Alessandro Trocino
18 ottobre 2009


Fonte: http://www.corriere.it/politica/09_otto ... aabc.shtml

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MessaggioInviato: 19 ott 2009, 21:58 
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Immigrati, ecco la legge bipartisan
"Voto a chi vive in Italia da 5 anni"

I radicali: "Estendere la sanatoria a chi lavora al di fuori del settore domestico"

ROMA - E' stato depositato oggi alla Camera un progetto di legge che ha come primi firmatari deputati di maggioranza e di opposizione per riconosce il diritto di voto per le elezioni amministrative ai cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni.

Il voto agli immigrati più stabili - Primi firmatari della proposta di legge bipartisan sono Walter Veltroni (Pd), Flavia Perina (Pdl), Roberto Rao (Udc), Leoluca Orlando (IdV), Salvatore Vassallo (Pd). Nei prossimi giorni saranno raccolte nuove adesioni e il progetto sarà presentato pubblicamente in attesa di sollecitarne la calendarizzazione nei lavori della Camera: "L'approvazione del testo - si legge intanto in una nota dei promotori - costituirebbe un primo passo concreto per promuovere l'integrazione di persone che in molti casi già partecipano pienamente alla vita civile delle comunità locali in cui risiedono, sono rispettose delle relative consuetudini, lavorano con dedizione, pagano le tasse, hanno figli che vanno a scuola con i bambini italiani, condividono con i cittadini italiani le stesse esigenze e gli stessi problemi connessi alla fruizione dei servizi pubblici".

Il no immediato della Lega - La presentazione congiunta del progetto da parte di esponenti di diversi gruppi dimostra, secondo i promotori, che "su questi temi è possibile, oltre che necessario, un confronto tra tutte le forze politiche nazionali". La proposta di legge rischia di diventare un problema per la maggioranza parlamentare. Da parte della Lega, infatti, è arrivato un immediato stop: "La Lega Nord - dice Luciano Dussin, vicepresidedente vicario del gruppo leghista alla Camera - non si presterà a giocare partite truccate come queste, perchè rispettosa da sempre dei programmi elettorali che ha sottoscritto con il proprio elettorato". Secondo Dussin, i firmatari della proposta di legge "un effetto lo hanno già ottenuto": "E' quello - dice Dussin - di dimostrarsi sempre più lontani dalle esigenze reali del Paese".

Diritti per i figli dei migranti - Sempre oggi, è stata depositata alla Camera la proposta di legge, a firma della deputata pd Luisa Bossa, per estendere i diritti degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia con carta di soggiorno anche ai loro figli maggiorenni. "La mia proposta di legge - dice Bossa - ha come obiettivo quello di sanare una odiosa discriminazione della nostra legislazione. I figli degli stranieri in possesso della Carta di soggiorno, al compimento del diciottesimo anno d'età, vedono ristretti i loro diritti e potrebbero scivolare nella clandestinità. Questi ragazzi - sottolinea Bossa - hanno passato gran parte della loro vita in Italia, hanno studiato qui, ma al compimento dei diciotto anni perdono alcuni diritti collegati allo status dei genitori" e se non studiano o non trovano un lavoro rischiano di diventare clandestini.

Sanatoria non solo per badanti - Un'altra proposta in tema di immigrazione è stata presentata dal Partito radicale nel corso di un presidio con oltre tremila immigrati organizzato a Roma per chiedere una sanatoria per tutti gli immigrati che hanno un lavoro e che sono rimasti esclusi dalla regolarizzazione per il lavoro domestico: "Abbiamo proposto una legge - ha detto Emma Bonino, vicepresidente del Senato -, firmata sia dalla destra che dalla sinistra, per regolarizzare chiunque abbia un lavoro. Non è lo Stato che deve decidere se legalizzare chi fa un mestiere o no. L'impegno è che la legge venga calendarizzata. Non sarà facile, perchè questo è un periodo in cui non prevale la ragione ma altro, come i calcoli elettorali". Per favorire l'approdo in aula della proposta, i radicali chiedono un incontro con il presidente della Camera, Gianfranco Fini.

http://www.repubblica.it/2009/09/sezion ... -voto.html

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