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Bologna multietnica: di origine straniera 1 adolescente su 5

Sempre di più i ragazzi di origine straniera sotto le Due Torri: 5 mila quelli nati in Italia. A Bologna, ''città senza banlieues'', gli stranieri abitano soprattutto nei quartieri popolari a nord. I dati del settore Statistica del comune

BOLOGNA - Uno su tre nel quartiere della Bolognina, uno su quattro a S. Donato: è l’incidenza degli stranieri sulla popolazione degli adolescenti di Bologna. In genere, sotto le Due Torri un adolescente su cinque è di provenienza non italiana, ma “attenzione a chiamarli stranieri, perché almeno uno su otto dei giovani immigrati è nato in Italia”. È quanto afferma il direttore del settore Statistica del comune Gianluigi Bovini illustrando i dati che fotografano la situazione della popolazione straniera al 31 dicembre del 2008. Bovini parla dal palco di “Le città degli altri”, il ciclo di incontri organizzato dall’Urban Center di Bologna e dedicato agli spazi dei migranti in Italia e nelle loro città di origine nei Balcani, dell’Europa dell’Est, del Nordafrica e dell’Asia.

La trasformazione di Bologna in città multietnica rappresenta, secondo Bovini, “un trend irreversibile”: nel corso degli ultimi 10 anni gli stranieri sotto le Due Torri si sono triplicati e nel 2008 sono cresciuti del 17,5%. Alla fine dell’anno i migranti hanno sfondato quota 39 mila e oggi è straniero un cittadino su 10. Quella straniera è soprattutto una popolazione giovane: l’età media è di 32 anni, 15 in meno rispetto ai 47 del bolognese medio. Tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, uno su cinque (il 20,6%) è di origine straniera, gli under 24 sono 11 mila (il 16% della popolazione totale della stessa età), mentre il 16,9% delle persone tra i 30 e i 44 anni è straniera. Ed è un vero e proprio boom quello della nascite di bambini con almeno un genitore straniero, quadruplicate nel corso degli ultimi 15 anni: si tratta, per il solo 2008, di 815 nuovi cittadini, pari al 19,3% delle nascite totali. In generale, 5 mila degli stranieri che abitano a Bologna (ovvero circa uno su otto) sono nati in Italia, motivo per cui, prossegue Bovini, “bisogna fare attenzione all’uso del termine ‘straniero’, che andrebbe usato tenendo presenti le storie di vita delle persone”. I gruppi più numerosi sono rappresentati dagli europei (41,6% degli stranieri) seguiti dagli asiatici (34,3%). Al primo posto i rumeni (5.047 persone) seguiti dai filippini (4.068), bengalesi (3.477), marocchini (3014) e albanesi (2301). Le donne, a partire dal 2002, hanno superato gli uomini arrivando nel 2008 a costituire il 51,9% dell’immigrazione.

In una città caratterizzata dall’estrema mobilità degli abitanti (10 mila i nuovi arrivi nel corso dell’ultimo anno), la popolazione straniera tende a distribuirsi “senza creare ghetti, enclave o banlieues – spiega il sociologo dell’Università di Bologna Maurizio Bergamaschi –. Certo, ci sono nicchie urbane in cui maggiore è la concentrazione di stranieri, e alcune comunità, come i cinesi, i bengalesi e i filippini hanno un comportamento residenziale più concentrato. Tuttavia, per la maggior parte dei gruppi nazionali, i nuovi arrivati non vanno a risiedere là dove ci sono i connazionali ma scelgono anche altre zone. Anzi, nei prossimi anni si delinea una polarizzazione di tipo sociale, ancor prima che etnica, per la distribuzione della popolazione straniera sul territorio”. In effetti, nel corso degli ultimi 10 anni, il baricentro della presenza straniera si è spostato dai quartieri ‘alti’ a sud della città a quelli più popolari, a nord: gli stranieri sono il 17,1% degli abitanti della Bolognina, il 12,5% a S. Donato, l’11% nelle zone Irnerio e S. Viola e il 10,6% a Borgo Panigale, Lame, Corticella e S. Vitale. Percentuali che scendono tra l’8% e il 9% per tutti i quartieri dell’area meridionale, dai Colli a Murri a Mazzini. È soprattutto alla Bolognina e a San Donato che si concentrano anche i più giovani: nella prima area, sono di origine straniera il 32,1% dei residenti tra i 15 e i 29 anni e il 29,6% degli under 14. A San Donato, si tratta del 25% degli adolescenti e del 26,5% dei bambini.