Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

Oggi è 23 dic 2024, 04:59

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3 messaggi ] 
Autore Messaggio
MessaggioInviato: 16 feb 2009, 19:33 
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 14 lug 2006, 20:30
Messaggi: 539
A parte che è anche chiamando erratamente "immigrati" bambini nati in Italia o portati qui piccoli dai genitori (per motivi familiari) che si dà un'idea tutta sbagliata, campata in aria e lontanissima dalla realtà.
A parte che parlare di classi "bianche" (ma da dove prendono certi termini ridicoli e pure poco calzanti anche se dovessero essere provocatori?!) sembrano fuori tema e fuori secolo...

Be' a parte tutti questi aspetti importanti che indicano quanto i giornalisti di professione possano essere ignoranti o ciechi (ma non dovrebbero essere i più a contatto con la realtà?) ecco qui un articolo che può servire al dibattito.

Il titolo è il solito "fuga dalle scuole / troppi bimbi stranieri" che vorrebbe richiamare una news, una notizia che non è una gran notizia (lo è dopo che la si urla per anni?).

Cita:
"Troppi bimbi stranieri", fuga dalle scuole
Genitori, comuni, Lega: da Roma a Vicenza cresce la protesta per le sezioni
multietniche. Con il rischio di scuole-ghetto


Chiedono classi italiane per bambini bianchi, fuggono dalle scuole multietniche dei loro quartieri, e rivendicano per i loro figli aule senza stranieri perché - dicono - «rallentano i processi di apprendimento».
Accade a Roma, a Torino, a Milano, a Prato, a Bolzano, a Vicenza: via dall´Esquilino, da San Salvario, da Porta Palazzo, sempre più famiglie rifiutano di iscrivere i propri figli nelle scuole dei quartieri in cui vivono, zone ad alta densità di bimbi immigrati, un esercito di baby-allievi di 166 nazionalità diverse che ormai ha superato il 7% di tutti gli iscritti alla scuola primaria, mentre sui banchi italiani studiano 574 mila ragazzi immigrati che diventeranno un milione nel 2011. Disposti anche ad attraversare ogni giorno la città, i genitori migrano verso istituti di quartieri "più bianchi", e a settembre quando suonerà la campanella dell´anno scolastico 2009/2010 l´Italia si ritroverà sempre più divisa tra vere e proprie classi-apartheid di soli immigrati, e classi "selezionate" di soli bambini italiani.
«Sono paure irrazionali, gli studi sui livelli di apprendimento dimostrano che la presenza o meno di immigrati non incide affatto sul rendimento di una classe», dice Benedetto Vertecchi, pedagogista di lungo corso. Ma il problema è gigantesco, ed è scoppiato come una bomba nelle ultime settimane sui tavoli degli assessorati alle Politiche educative e del ministero dell´Istruzione, del tutto impreparati ad accogliere una migrazione di
massa, dove tra due anni uno studente su 7 sarà figlio di immigrati.
E mentre a Roma, nella scuola elementare Carlo Pisacane del quartiere Casilino, uno dei municipi della Capitale di più antico flusso migratorio, le mamme riunite in comitato hanno minacciato di non iscrivere più i loro figli se i bimbi immigrati non verranno distribuiti anche in altre scuole, sempre più comuni, a partire da Vicenza, stanno istituendo "quote" massime di stranieri da inserire in classe, per evitare appunto classighetto
o al contrario classi-elité.
Ma il contagio si estende. I comitati di genitori che chiedono classi "soltanto italiane" diventano sempre più numerosi. «Sono amareggiato - commenta Vertecchi, che all´analisi e all´insegnamento dei processi didattici ha dedicato gran parte dei suoi studi - perché in paesi dove l´offerta formativa è altissima, come la Svezia o la Norvegia, le classi multietniche sono una realtà da decenni, confrontarsi con bambini che parlano un´altra
lingua è un volano formidabile. Magari i ragazzini italiani riuscissero ad imparare il cinese, come i loro coetanei imparano la nostra lingua... La verità è che i genitori hanno paura della diversità, e che i maestri stessi non sono affatto preparati a gestire un universo infantile multilinguistico. Non siamo di fronte a un problema nuovo, i bambini stranieri sono presenti nella scuola primaria già da vent´anni, e nulla è stato fatto.
Ma finché erano pochi si potevano gestire così, improvvisando: oggi che c´è una migrazione di massa le istituzioni non sanno più che fare».
Infatti. Nel 2011 gli allievi stranieri saranno oltre un milione, e la coabitazione a scuola rischia di diventare ingovernabile. E se da una parte la Lega chiede l´attuazione delle famose "classi ponte" (una sorta di classi "a parte" frequentate dai figli degli immigrati fino a che questi non abbiano imparato l´italiano), proposta bocciata quasi all´unanimità dagli esperti, è vero che il fenomeno va gestito. «Ma la prima cosa da fare è intendersi sui termini - chiarisce Milena Santerini, ordinario di pedagogia generale alla Cattolica di Milano - e distinguere tra i bambini stranieri neo-arrivati, quelli residenti in Italia da tempo, e infine i ragazzi di cosiddetta seconda generazione, cioè nati qui. Nella scuola primaria i nati in Italia sono ormai circa la metà del totale, e i neo-arrivati circa il 10%. È chiaro che per i bimbi nati in Italia il problema linguistico non si pone, ed è pretestuoso quindi aggrapparsi a questo elemento per chiedere "classi omogenee". Esiste invece
un problema sociale, ed è legato al successo scolastico, che non ha nulla a che fare con l´etnia o il colore della pelle, ma al gruppo cui si appartiene. È dimostrato che in Italia il rendimento dei bambini si alza con l´alzarsi del titolo di studio dei genitori, che i figli di laureati riescono meglio nello studio. Ma questa è la stessa differenza che sussiste tra due ragazzi italiani di due fasce sociali diverse».
«Sul fronte dei neo-arrivati - continua la docente - il problema linguistico esiste, ma esistono anche, già adesso, gli strumenti per affrontarlo». A cominciare dai numeri, ossia da una distribuzione dei bimbi immigrati nelle classi che rispetti un bilanciamento con gli italiani «come già previsto da una circolare del ministro Moratti del 2006 e con l´inserimento dei bambini neo-arrivati in laboratori, già presenti in molte scuole, che pur facendoli restare in classe con i loro coetanei, senza cioè creare classi ghetto, li supporti
nell´apprendimento dell´italiano». Milena Santerini cita un progetto finanziato dalla Cariplo dal titolo "Interculture", che ha dotato trenta scuole di Milano, Brescia e Mantova di laboratori linguistici e progetti di integrazione con uno stanziamento per il primo anno di un milione di euro. «L´unica strada è quella di accogliere le differenze - conclude Santerini - perché le classi omogenee non esistono e non esisteranno mai. Ci sarà sempre il bambino più veloce e quello più timido, al di là dell´essere italiani o immigrati. La verità è che gli stranieri amplificano la nostra paura della diversità».
Sarà l´inizio del prossimo anno scolastico a mostrarci se l´Italia si avvia alla creazione di classi-ghetto, e quanto i tagli che assediano la scuola primaria decapitata del tempo pieno non provochino una fuga verso gli istituti privati, che hanno già visto aumentare le iscrizioni. Alessandra Vincenti, sociologa e autrice insieme a Guido Maggioni del libro "Nella scuola multiculturale" edito da Donzelli, sostiene che il problema deve essere rovesciato. «Già oggi - afferma Vincenti - la scuola non raggiunge l´obiettivo di preparare studenti in linea con i parametri europei, e questo avviene sia negli istituti "bianchi" che in quelli con forte presenza di immigrati. Mi sembra di risentire gli stessi discorsi che venivano fatti negli anni Settanta quando in Italia si cominciò a parlare dell´inserimento dei disabili, la cui presenza avrebbe rallentato il processo formativo degli altri. Non è stato così, si è visto anzi che questi bimbi spesso rappresentano una ricchezza per il resto della
classe». «Certo, non bisogna ignorare il problema - spiega la sociologa - sono d´accordo, ad esempio, con l´inserimento di piccoli gruppi di bimbi stranieri in ogni classe, ma attenzione, non dimentichiamoci delle vere emergenze, come la dispersione scolastica, che in alcune zone del paese è endemica. Siamo la nazione con il minor numero di diplomati in Europa, parlo di scuola media superiore, non di università. E la mancanza di formazione si vede quando si parla di integrazione: spesso nelle scuole mi trovo di fronte ad assurdi
progetti sulla diversità che mettono insieme bambini disabili e bambini immigrati, come se l´essere straniero fosse appunto un handicap».
È la storia che si ripete, sottolinea Benedetto Vertecchi, che ricorda gli anni Cinquanta, quando i figli degli emigranti meridionali trasferiti al Nord «venivano vissuti come analfabeti, emarginati, ma a differenza di oggi in quegli anni la scuola funzionò come formidabile collante di culture e ceti sociali, facendo arrivare all´università giovani che mai avrebbero potuto accedervi». Alessandra Vincenti invita a non sottovalutare
quanto gli stranieri puntino «sulla formazione dei figli, quanto credono nella conquista della scuola e del sapere, atteggiamento che invece gli italiani hanno perso». Un fenomeno già ampiamente studiato nei paesi di immigrazione storica, come gli Stati Uniti, dove alcuni gruppi di seconda generazione, in particolare gli asiatici, hanno già superato nel rendimento scolastico i teenager americani.


Fonte: la Repubblica 14.02.2009


Top
 Profilo  
 
MessaggioInviato: 16 feb 2009, 22:01 
G2 con doppia cittadinanza
Avatar utente

Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
Messaggi: 1848
Località: provincia di Perugia
Che schifo. Sono disgustato. No ,davvero, non ho parole, non ne ho per esprimere il mio disgusto.
Su Repubblica non c'è il nome dell'autore/autrice di questa porcata giornalistica?
Bisognerebbe metterlo qui, affinchè si sappia chi è il genio in questione.

Comunque, attenendomi strettamente a ciò che dice questo articolo, la conclusione che ne traggo è questa: il problema è l'Italia, sono gli Italiani (chiamateli bianco-caucasici o come cacchio vi pare :| ), è la scuola italiana (forse), i genitori dei bambini italiani, e i bambini italiani che forse imparerebbero troppo stando a contatto con le seconde generazioni (che paura il bilinguismo! che paura avere un compagno di classe con i genitori che parlano male l'italiano! che paura non mangiare carne di maiale! che paura la multiculturalità! fermiamo il "contagio"!!! :x )

Ora che abbiamo circonciso ( :shock: ) il Gigantesco problema, chiedete alla politica di interessarsi di questo, di interessarsi dei genitori che hanno paura di compagni di banco "non-bianchi" per i loro figli (la televisione non dipinge ogni giorno gli immigrati come bestie feroci? i giornalisti appecoronati - o semplicemente poco propensi ad allenare i neuroni - non fanno altrettanto?).

Gli insegnanti non si lamentano di avere studenti figli di immigrati! Non sono scesi per strada a manifestare per questo! Non l'hanno fatto neanche i dirigenti scolastici! Non dovrebbero essere questi i soggetti che in primis dovrebbero lamentarsi del problema, ammesso che ci sia un problema?

Il problema è che AVETE bisogno di un problema, uno qualsiasi, basta che non sia il VOSTRO problema, ma che sia il problema di qualcun'altro, e i problemi degli altri siamo tutti bravi a risolverli!

_________________
Essere umano in divenire


Top
 Profilo  
 
MessaggioInviato: 16 feb 2009, 22:07 
G2 con doppia cittadinanza
Avatar utente

Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
Messaggi: 1848
Località: provincia di Perugia
Vogliamo sottolineare con una lettera aperta che NESSUN BAMBINO E' IMMIGRATO???!!!!!!

_________________
Essere umano in divenire


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3 messaggi ] 

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Powered by phpBB® Forum Software © phpBB Group
Traduzione Italiana phpBBItalia.net basata su phpBB.it 2010