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Pechino 2008: c'era anche una seconda generazione! https://www.secondegenerazioni.it:80/forum/viewtopic.php?f=5&t=1758 |
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Autore: | alphius [ 18 gen 2009, 19:32 ] |
Oggetto del messaggio: | Pechino 2008: c'era anche una seconda generazione! |
Mentre noi oziavamo e magari cercavamo di capire cosa avrebbe combinato il famoso Andrew Howe.. ci siamo persi (dato che non ne ha parlato nessuno) l'esploit di una delle prime 2G che rappresentano il nostro paese nel mondo dello sport o forse il "primo nuovo italiano" come dice Carlo Giorgi nell'articolo del sole 24 ore.. Jean Jaques era tra l'altro tra i protagonisti di "Black Italians" di Mauro Valeri. IL PRIMO "NUOVO ITALIANO" IN PISTA PER UNA MEDAGLIA 4 agosto 2008 - Scuro, figlio di stranieri, a Pechino aspetterà il via delle batterie della marcia sognando di sentir suonare – alla fine – l'inno di Mameli. Da italiano tra gli italiani. O, forse, un pezzetto di più. Perché Jean Jacques Nkouloukidi, 26 anni, nato a Roma da genitori extracomunitari, è il primo atleta della "seconda generazione" di immigrati – quasi 600mila giovani ormai – a rappresentare il nostro Paese ai Giochi. E perché sotto la maglia azzurra spunta quella delle Fiamme Gialle, che l'hanno arruolato spingendolo al traguardo olimpico. Un vero simbolo, dunque, per i nuovi cittadini: ragazzi nati o cresciuti qui; italiani per costume, interessi, mentalità e lingua; ma con radici straniere e la cittadinanza da richiedere a 18 anni. «Sono nato a Roma e vivo a Ostia da sempre – racconta Jean Jacques, con un deciso accento romanesco –: una città che adoro per il clima, la gente, e per il fatto che mi sembra ci sia sempre un po' di festa. Ho fatto un liceo tecnico industriale con specializzazione in meccanica. Mi sento italiano, tifo per la Roma e ascolto musica hip hop». Come nasce il tuo amore per lo sport? Mi piaceva anche quando ero più piccolo: praticavo il nuoto e, ovviamente, il calcio. Ho iniziato a fare atletica nel 1993, a 11 anni. Allora mi vide un tecnico delle Fiamme Gialle e mi disse che se mi impegnavo potevo entrare nel corpo militare. Così ho partecipato ai Giochi della gioventù. Poi a 15 anni, nel 1997, ho vinto il titolo italiano a livello giovanile della 10 chilometri di marcia. La marcia, in realtà, mi ha affascinato con il tempo. Il mio ultimo allenatore, Patrizio Parcesepe, è stato bravo a darmi obiettivi progressivi fino ad arrivare alle Olimpiadi, il sogno di ogni atleta. Cosa ti ha dato lo sport a livello personale? È sempre stato occasione di incontri e relazioni. Facendo gare a livello agonistico giro spesso, sono sotto gli occhi di tutti. Quello che faccio mi avvicina alle persone e mi fa accogliere. Mi fa piacere portare in alto il nome dell'Italia grazie alla mia attività. Quali sono stati i tuoi risultati migliori? Quest'anno a Cagliari sono arrivato secondo ai campionati italiani assoluti e questo mi ha permesso di farmi notare dal settore tecnico. Il mio risultato migliore però è stato nell'ultima Coppa del mondo, a Cheboksary, in Russia. Sono arrivato diciannovesimo facendo anche il mio primato personale. È proprio lì che ho fatto il tempo per le Olimpiadi: 1 ora, 21 minuti e 45 secondi. Nella squadra italiana della 20 chilometri di marcia oltre a me c'è Ivano Brugnetti, vincitore della 20 chilometri ad Atene 2004, e Giorgio Rubino. Veniamo tutti e tre dalle Fiamme Gialle. Com'è la tua famiglia? Mio padre è arrivato dal Congo Brazaville negli anni '70, da ragazzo. Mia madre invece proveniva da Haiti e ha deciso di fermarsi in Italia durante un viaggio di turismo. Si sono conosciuti e sposati qui. Torni spesso nei Paesi d'origine dei tuoi genitori? L'ultima volta sono stato nel '97 ad Haiti, ma ormai i parenti non li vedo da anni. Credo proprio che mi vedranno prima loro, in televisione da Pechino: mia madre sta facendo un po' di pubblicità ad Haiti. I miei genitori ormai sono italiani. Anche sotto il profilo della cittadinanza? Sì, ma da poco, anche se sono in Italia da una vita: mio padre ha ottenuto la nazionalità italiana da un mese e mia madre da sei. Io invece sono diventato italiano appena ho compiuto i 18 anni: è stato facile perché sono nato in Italia e avevo tutti i requisiti necessari. Fonte: il sole 24 ore. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... 751ecf7bb7 |
Autore: | marcowong [ 18 gen 2009, 21:48 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Pechino 2008: c'era anche una seconda generazione! |
a me non era sfuggito per vari motivi: 1) Jean Jacques è praticamente un mio vicino di casa 2) io praticavo lo stesso sport ma io ero alquanto più schiappa e quindi non ebbi mai la possibilità di ambire alla nazionale. |
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