Veltroni a Fini: Ora voto agli immigrati Repubblica — 02 settembre 2008 pagina 13 sezione: POLITICA INTERNA
ROMA - Il Parlamento discuta presto una legge costituzionale per riconoscere il diritto di voto agli immigrati regolari alle elezioni amministrative. La mossa a sorpresa di Walter Veltroni investe direttamente Gianfranco Fini, a cui il segretario del Pd ha inviato ieri una lettera per sollecitarlo ad «adoperarsi» per consentire «la più ampia discussione da parte della Camera dei deputati» della proposta di legge targata Pd e di «accelerarne quanto più possibile l' iter». Il presidente di Montecitorio - che nella passata legislatura, quando era vicepremier, arrivò a un passo dalla crisi con la Lega sostenendo la stessa proposta - per ora evita di rispondere (ieri era in visita ufficiale in Giappone). Ma l' iniziativa suscita un immediato coro di critiche da parte della maggioranza. La stessa An che, sulla scia di Fini, nel 2003 aveva presentato una pdl simile firmata da La Russa, oggi manifesta freddezza, consapevole dei rischi che un' apertura a Veltroni potrebbe comportare nel rapporto con Bossi. «Noi siamo una coalizione coesa che concorda gli obiettivi - s' impunta il ministro Andrea Ronchi - e quindi niente fughe in avanti: il voto agli immigrati non è nel nostro programma, non se ne parla». E lo strappo di Fini del 2003? «Quella - ricorda Ronchi - fu una provocazione culturale. Altra cosa è discutere di una legge sulla cittadinanza, ma l' immigrato deve prima dimostrare di amare la nostra patria». Veltroni del resto, nella sua missiva, fa esplicito riferimento alle passate posizioni di Fini sul voto agli immigrati, «una questione - appunta il leader del Pd - sulla quale lei stesso qualche tempo fa dimostrò sensibilità e apertura». Per Veltroni, che sarà primo firmatario della pdl costituzionale insieme a Livia Turco, «non è più tempo di discussioni astratte» e di «pregiudizi dettati da ideologie», ma si tratta di contrastare quel «virus pericoloso, fatto di intolleranza, di pulsioni xenofobe, di chiusura, di ostilità, fino alla tentazione aberrante del farsi giustizia da sé». E, senza citare Ratzinger, il richiamo di Veltroni è implicito al recente Angelus del pontefice: gli italiani, popolo di emigranti, dovrebbero «sentire in modo particolarmente intenso i richiami più alti che proprio in questi giorni sono stati fatti in nome dell' accoglienza e dell' integrazione». Ma la chiusura della maggioranza è totale. «La nostra posizione - scandisce il capogruppo leghista a Montecitorio, Roberto Cota - è che il diritto di voto a qualunque livello deve essere collegato alla cittadinanza. Sarebbe molto pericoloso su un tema così delicato aprire dei varchi perché si sa da dove si parte, ma non dove si arriva». E il sottosegretario Castelli ironizza su Veltroni «maitre a penser delle cause perse». Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri (contrario al voto anche quando a proporlo era Fini), ribadisce la sua opposizione e anche il forzista Fabrizio Cicchitto respinge l' offerta del Pd definendola «strumentale». Favorevole invece Pier Ferdinando Casini, che dalla festa del Pd a Firenze manda a dire che «non è giusto discriminare dal voto amministrativo gli immigrati che pagano le tasse e rispettano le regole». Mentre da Rifondazione arriva il plauso del segretario Ferrero, a gelare il leader del Pd ci pensa Antonio Di Putro: «Veltroni non si metta a fare annunci fuori tempo. Quelli lasciamoli a Berlusconi». "Mi candido entro il 15 ottobre ma ancora non so per cosa" Matteo Renzi presidente Provincia Firenze - FRANCESCO BEI
_________________ L'indifferenza è la peggior malattia dell'UOMO.
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