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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 28 apr 2008, 14:06 
Extra terrona
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Del caso di karim ne avevamo parlato anche sul Blog G2.

"Dateci un lavoro per salvare Karim" L'appello della famiglia del bimbo colpito da un proiettile a Capodanno

"Come puoi convincere un bambino che può ancora giocare tranquillo nel cortile dove gli hanno sparato, ammesso che possa tornare a giocare?". Il bambino è Karim Hammed, 10 anni, colpito da un proiettile vagante mentre festeggiava il Capodanno nel cortile della sua casa di Trentola Ducenta, provincia di Caserta. A porsi quella domanda invece è il suo fratello maggiore, Mohamed, che di anni ne ha 19. E' stato lui, la notte di San Silvestro, a raccogliere da terra il corpo insanguinato di Karim e a portarlo all'ospedale di Aversa, convinto che gli fosse esploso vicino un petardo. Soltanto dopo la Tac i medici hanno scoperto che il bambino aveva un proiettile conficcato in testa e due interventi chirurgici all'ospedale Santobono di Napoli non sono riusciti a levarglielo. Karim è stato in coma per 85 giorni finché, poco dopo la metà di marzo, si è svegliato sorprendendo tutti. In tutto il tempo che il fratello è rimasto in rianimazione, Mohamed non ha mai lasciato l'ospedale, facendo da tramite tra i suoi genitori, i medici e le istituzioni e caricandosi sulle spalle la sua parte del dramma che ha sconvolto la famiglia: "L'equipe medica di Napoli ha fatto tutto per mio fratello -- racconta a Metropoli Mohamed -- e quando è uscito dal coma nemmeno loro riuscivano a spiegarsi questo miracolo. Ma adesso ci aspetta un lunghissimo periodo di recupero che può durare anni. Da queste parti non esiste un centro di riabilitazione adatto per le sue cure. Ho cercato su internet e ho trovato una struttura specializzata a Parma, ho scritto loro e il primario Antonio de Tanti mi ha risposto subito per dirmi che erano disposti ad accogliere Karim". Così il bambino è stato trasferito al centro "Cardinal Ferrari" di Fontanellato, specializzato nella neuroriabilitazione, con particolare riguardo alle lesioni cerebrali: "Attualmente -- spiega Mohamed -- si può muovere solo con una sedia a rotelle perché ha ancora bloccati un braccio e una gamba. Pronuncia parole abbastanza difficili e risponde ai solleciti, ma ci vorranno tanto tempo e pazienza per recuperare la mobilità. Il lavoro dei rieducatori sarà decisivo, ma anche l'amore di tutta la famiglia che deve stargli vicino". Gli Hammed sono italiani. Il padre Heckemi è arrivato dalla Tunisia quasi ventisei anni fa, poi è arrivata la moglie Rachida. Dopo più di 15 anni di lavoro Heckemi ha ottenuto la cittadinanza e con lui tutta la famiglia. I tre figli -- Mohamed, Imen (14) e Karim -- sono nati ad Aversa, vicino a Trentola Ducenta dove abitano da sempre. Le conseguenze dell'incidente della notte di Capodanno hanno sconvolto l'esistenza degli Hammed, costringendoli a vivere divisi, a interrogarsi nel privato sulla giustizia divina e su quella degli uomini che non ha trovato il colpevole, ma soprattutto spingendoli a cercare una via di uscita da una situazione drammatica. E' per questo che Mohamed lancia l'appello alle istituzioni italiane e tunisine (il consolato di Napoli finora ha offerto un aiuto per l'assistenza legale), ma anche ai cittadini ed agli enti privati: "Per aiutare Karim dobbiamo stare uniti, invece da quella notte -- spiega -- la famiglia vive separata: mamma sta a Parma con mio fratello, mia sorella vive in casa di un'amica e io e papà siamo rimasti a casa. Per questo vorrei che trovassimo un lavoro a Parma o almeno nei dintorni, per poter affittare lì una casa e vivere insieme vicino a Karim. Fa male pensare che lui forse non sarà mai più quello di prima, per questo dobbiamo stargli vicino. Lui ha bisogno di cure specializzate, deve crescere con dei bambini simili a lui e fare amicizie". Mohamed lavorava in un Internet point, la madre faceva la colf part-time, ma entrambi hanno lasciato il lavoro per poter assistere Karim. L'unico stipendio in famiglia ora è quello del padre Heckemi che è assunto a tempo inderminato in un'azienda specializzata nella lavorazione del marmo. Un lavoro che non può lasciare senza avere la certezza di un'alternativa sicura altrove: "A noi mancano i parenti, la rete familiare -- dice Mohamed -- . Mia madre è molto confusa e triste e sarebbe anche disposta a tornare in Tunisia se avesse la certezza che mio fratello potrebbe ricevere lì le cure necessarie a migliorare la sua attuale condizione. Mio padre si rifugia la sera in auto, mette nel lettore cd il Corano e prega. Io invece sono arrabbiato con un dio che ha permesso che una tale disgrazia si abbattesse su un bambino innocente. Penso che egli abbia l'obbligo di salvarlo". Ma non è solo la necessità di stare vicini a Karim a spingere la famiglia Hammed a lasciare la Campania: "Non ce le sentiamo di restare in un posto dove senza saperlo potremmo incontrare la persona che ha sparato a mio fratello -- conclude Mohamed -- . L'unica via d'uscita per riappropriarci della nostra vita è cercare un trasferimento quanto più vicino possibile a Karim, per ricostruire l'unità familiare e dare a lui tutta l'assistenza e l'amore possibili. Per questo spero che qualcuno raccolga il nostro appello". (20 aprile 2008)

Fonte: metropoli

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Per chi non ricordasse la vicenda ecco una scheda.

Quella notte di follia tra spari e botti dopo 4 mesi ancora non c'è un colpevole

Mancava un quarto d'ora alla mezzanotte e Karim stava giocando nel giardino di casa con un piccolo fuoco d'artificio, quando, sotto gli occhi del fratello Mohamed e di papà Heckemi, è crollato a terra colpito alla testa da un proiettile vagante sparato da una persona che non è stata identificata. Nelle stesse ore, a Torre Annunziata, nella stessa follia del Capodanno, un uomo di 30 anni è stato ucciso mentre giocava a carte con i parenti, colpito da una pallottola sparata dalla strada ed entrata dalla finestra. All'ospedale Santobono di Napoli le condizioni di Karim erano apparse subito gravissime tanto che in un primo momento si pensava che non sarebbe sopravvissuto. Il bambino è uscito dal coma dopo 85 giorni, ma non è stato possibile estrargli il proiettile e ora è ricoverato in un centro specializzato per la riabilitazione, vicino a Parma. La polizia di Aversa non è riuscita a identificare la persona che ha sparato il colpo di pistola calibro 9 che ha ferito il bambino nel giardino di casa a Trentola Ducent. (20 aprile 2008)


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MessaggioInviato: 18 mag 2008, 21:46 
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che rabbia... sarebbe l'ideale che a questo capod'anno si possano raccogliere storie simili a questa, magari fare un aggiornamento della situazione del piccolo e ricordare che l'idio.ta di turno ha distrutto la vita ad una famiglia.


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