LE PAROLE PER DIRLO
Da giornalisti a giornalisti: un appello e un glossario per cambiare il linguaggio mediatico su rom e migranti
L'appello "I media rispettino il popolo rom" lanciato nel mese di maggio ha ricevuto centinaia di adesioni. Moltissime sono state quelle dei giornalisti e "mediattivisti", a testimonianza di un disagio diffuso nel mondo dei media e del riconoscimento del ruolo centrale dei mezzi di informazione nella costruzione del discorso pubblico sui temi legati al mondo dell'immigrazione.
Durante un seminario tenutosi a Settignano (Firenze) il 4 luglio scorso promotori dell'appello e firmatari hanno avviato una riflessione cercando di individuare forme d'intervento efficaci per contrastare la deriva xenofoba. Si è deciso di cominciare dal linguaggio, dalle parole che si usano per informare su rom e migranti definendo un glossario minimo che, a partire da alcune parole da "mettere al bando", chiede agli operatori dell'informazione non solo di impegnarsi a non usarle ma anche di partecipare a una discussione pubblica sulle parole utilizzate dai media e sui criteri di selezione e trattamento delle notizie.
Ecco qui alcune "parole da mettere al bando":
http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1145.htmlSi potrebbe segnalare loro che un figlio di immigrati, una seconda generazione, non è liberamente ascrivibile nella generalissima onnicomprensiva categoria del "migrante"?
A questo link trovate una sezione del sito molto simile (ma non altrettanto attiva) al nostro "Osservatorio nazionale":
http://www.mmc2000.net/attivarsi_societa.php