Cita:
Fini: il voto agli immigrati è un diritto,
ai nati in Italia cittadinanza a 11 anni
«Non dico che la politica del respingimento è sbagliata ma
dico che va garantito anche il diritto a chiedere asilo politico»
ROMA (20 novembre) - «Il voto amministrativo agli immigrati è un principio che non può essere negato». Lo ha ribadito Gianfranco Fini partecipando alla conferenza sui diritti umani in Campidoglio. Il presidente della Camera ha ricordato il principio inglese
in base al quale non si possono pagare le tasse se non si è rappresentati: «E loro - ha aggiunto riferendosi agli extracomunitari - le tasse le pagano e come». Fini ha poi parlato delle tante politiche sbagliate in Europa per l'integrazione. «Un altro errore gravissimo - ha aggiunto - sarebbe pensare a liste etniche o culturali che sarebbero la negazione del modello multietnico ed impedirebbero una vera osmosi della società civile con gli stranieri».
Immigrazione crescerà. La terza carica dello Stato ha sottolineato come il fenomeno dell'immigrazione sia destinato a crescere nel futuro. «Non dirò mai - ha spiegato - che l'aspetto della sicurezza non è essenziale. Se il cittadino italiano non si sente sicuro, questo può essere un elemento che favorisce la xenofobia. La legalità e la sicurezza sono dunque temi centrali. Ma per garantire tutto questo dobbiamo occuparci anche dell'integrazione. A coloro che vengono in Italia dobbiamo dire: ti accogliamo ma insieme ai diritti avete precisi doveri».
La cittadinanza a 11 anni. La cittadinanza può essere concessa ai ragazzi extracomunitari nati in Italia alla fine del primo ciclo scolastico, vale a dire a 11 anni. È questa la proposta di Gianfranco Fini, intervenuto ad una conferenza sui diritti umani in Campidoglio. Il presidente della Camera ha fatto notare che spesso si tratta di ragazzi che non solo parlano l'italiano, ma anche il dialetto romano: «È un'eresia - si è chiesto poco dopo - dire che possono chiedere la cittadinanza senza aspettare i 18 anni? Oltretutto, negandola alla fine del ciclo scolastico, si rischia di far vivere al ragazzo una condizione di minoranza. I giovani spesso potrebbero chiedersi: "Perchè mi considerano diverso dal mio compagno di banco?"».
Modificare le norme per l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte degli stranieri e introdurre il principio della «richiesta attiva». Lo ha detto Gianfranco Fini, partecipando in Campidoglio alla conferenza sui diritti umani. «Il diritto a diventare cittadini italiani di uno straniero non può essere negato a priori. Oggi - ha aggiunto il presidente della Camera - occorre un decennio di permanenza nel nostro Paese e una serie di requisiti burocratici amministrativi. Questo è un modo vecchio di concedere la cittadinanza, perchè crea dei soggetti passivi. Dobbiamo passare ad un nuovo criterio, quello della cittadinanza attiva, richiesta dagli interessati e sottoposta ad una serie di verifiche circa la loro volontà e la loro attitudine a diventare cittadini italiani, verificandone in primo luogo la conoscenza della lingua e dei nostri diritti civili».
Respingimenti e asilo politico. «Non dico che la politica del respingimento è sbagliata. Dico che accanto a questa va garantito anche il diritto a chiedere asilo politico per gli extracomunitari». Lo ha detto Gianfranco Fini intervenendo alla conferenza sui diritti umani in Campidoglio. «Se non si fa questo - ha sottolineato il presidente della Camera - si violano precise norme internazionali». «Non capisco - ha detto poi la terza carica dello Stato - come si possano impiegare sempre più stranieri nel nostro Paese dicendo loro che hanno solo doveri e non diritti. Non dobbiamo mai dimenticare che ci sono alcuni diritti inalienabili perchè connessi alla persona umana. Sono diritti universali dell'uomo, che nessuno può mettere in discussione e che sono cosa diversa dai diritti civili e politici».
Fonte:
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... E_INITALIA