Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

18 giugno 2010
Le «seconde generazioni»: ius soli e doppia cultura da valorizzare per 800mila giovani
Antonella Appiano

Un aspetto importante emerso dal Convegno "Immigrazione e lavoro", anche se non oggetto specifico della "Ricerca Per.la", è stato senza dubbio il futuro delle "Seconde generazioni". I minori, figli di genitori stranieri in Italia oggi sono circa 800.000. Un decimo della popolazione minorile. E nella maggior parte dei casi sono nati in Italia.

«La considerano giustamente la loro patria, si sentono italiani- afferma Vincenzo Cesareo, Segretario Generale Ismu. Condividono con i coetanei italiani gusti, abitudini, consumi. E' necessario quindi, risolvere al più presto la questione della cittadinanza, anche perché questi sono ragazzi preparati, motivati, disposti al sacrificio per raggiungere gli obiettivi. Una risorsa preziosa per il nostro Paese».

Sulla necessità dell'affrontare e definire la questione della cittadinanza, è dello stesso parere Liliana Ocmin, segretaria Confederale CISL. Aggiunge ancora Vincenzo Cesareo «In Italia è sempre stato determinante lo ius-sanguinis perché il nostro è un passato di "migranti. Non possiamo paragonarci agli Stati Uniti ma dobbiamo trovare una soluzione in tempi brevi. Pensare seriamente allo "ius soli" pur con accorgimenti, vincoli, percorsi. La società è cambiata è dobbiamo prenderne atto».
Secondo Natale Forlani, Direttore generale DG Immigrazioni del Ministero de Lavoro e delle Politiche Sociali «la sfida è difficile. E riguarda proprio loro, i giovani che crescono contemporaneamente nell'ambiente familiare che esprime la cultura di origine e all'interno della tradizione nazionale. Per evitare una vita divisa che porterebbe a tensioni sociali, dobbiamo cercare di valorizzare quanto esiste di edificante nella loro cultura, sottolineando le affinità e i punti di contatto». Buone Intenzioni per questa nostra Italia dai mille colori. Ma è necessario accompagnarle da proposte concrete e realistiche.