Cita:
Ostia c’è
Non è successo nulla, o forse sì. Non è successo nulla a livello parlamentare, perché il dibattito sulla cittadinanza è ancora tutto da aprire, ma politicamente quella di oggi è una giornata importante, anche se non ne parlerà nessuno. Dopo l’approvazione quasi scontata da parte del Comune di Modena, l’ordine del giorno sulla Sarubbi-Granata è arrivato stamattina a Roma, nella Sala Consiliare del XIII municipio. Che detta così sembra roba da poco, ma poi basta aggiungere che quel municipio ha più residenti di Brescia e Reggio Calabria – più di Parma e della stessa Modena, di Cagliari e Reggio Emilia, di Perugia e Livorno, di Foggia e Salerno – per dare alla notizia il peso che merita: stiamo parlando di una città delle dimensioni di Trieste, e questa città (come Trieste, appunto) è governata dal Centrodestra. Un test politico non da poco, insomma, che della Sarubbi-Granata ha seguito lo spirito bipartisan fin dall’inizio: l’ordine del giorno, che trovate qui e che vi consiglio di leggere per riproporlo altrove, era infatti firmato sia da esponenti del Centrosinistra che dal capogruppo Pdl. Per questo motivo – ed anche per il carico di affetti che nella mia vita riveste quel Municipio, dove sono cresciuto – ho chiesto ed ottenuto di essere presente al dibattito, esponendo la proposta di legge e spiegando lo spirito che la anima. La discussione è stata serena e di livello: al di là delle posizioni di partenza, ho notato in tutti uno spirito costruttivo. Anche in quelli più contrari, che – dopo aver studiato il testo comma per comma – mi hanno mosso una serie di obiezioni su alcuni aspetti: i tempi troppo brevi (ma si riconosceva, allo stesso tempo, che le attuali lungaggini burocratiche sono uno scandalo), la mancanza di una verifica della capacità contributiva (il mero reddito non era ritenuto sufficiente), la possibilità di ottenere la cittadinanza alla nascita se i genitori sono qui da più di 5 anni. A livello sociale, le paure mi sembrano essenzialmente tre: la prima è che gli immigrati tolgano diritti agli italiani in difficoltà (il discorso della guerra tra poveri è, a mio parere, il guaio peggiore dell’Italia di oggi); la seconda è il timore di essere colonizzati culturalmente (“Non vorrei creare cittadini – ha detto un consigliere del Pdl – che dopo un anno staccano il crocifisso dalle nostre classi”); la terza è che il sentirsi meno ospiti e più padroni di casa dia sfogo agli istinti peggiori, anziché integrare. Anche nel Centrodestra, però, erano più numerose le voci favorevoli: della proposta di legge è stato lodato innanzitutto lo spirito, ma anche l’attenzione per i minori, l’equilibrio tra diritti e doveri ed infine l’accento posto sulla cultura, come verifica per l’integrazione. Non vi riporto le riflessioni del Centrosinistra, che potete facilmente immaginare, ma ci tengo a raccontarvi il percorso speculare compiuto da due consiglieri, partiti da posizioni opposte: per il primo, del Pd, il nostro testo aveva delle norme troppo rigide e cattiviste; per l’altro, del Pdl, erano troppo morbide e buoniste. Mi hanno sentito parlare ed alla fine hanno capito il senso della proposta di legge, votando entrambi a favore. A proposito: subito prima della votazione, il Pdl ha chiesto la sospensione dei lavori ed ha tenuto un minivertice di maggioranza, al termine del quale il capogruppo ha deciso di dare libertà di voto. Risultato finale: 10 favorevoli (più il consigliere aggiunto Rahman, bengalese, quasi commosso), 3 contrari, un astenuto. E non finisce qui: Paolo Orneli del Pd e Salvatore Colloca del Pdl hanno in mente di inviare una lettera aperta a tutti gli altri 19 Municipi romani, al Consiglio comunale ed a quello provinciale, chiedendo loro di ripetere l’esperimento del dialogo. Che ad Ostia, a soli 28 km da Montecitorio, è riuscito benissimo.
Fonte: blog di Andrea Sarubbi
http://andreasarubbi.wordpress.com/2009 ... mment-4806A questo link trovate l'ordine del giorno messo in votazione:
http://docs.google.com/Doc?docid=0AVC1W ... RoZw&hl=en