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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 30 nov 2009, 15:42 
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Ho un’idea

Molti mi stanno chiedendo, in questi giorni, che cosa si possa fare per dare una mano alla mia proposta di legge sulla cittadinanza. Una risposta viene dal Pd di Modena, che questa settimana ha presentato in Consiglio Comunale un ordine del giorno a sostegno della cosiddetta Sarubbi-Granata: altri Comuni seguiranno l’esempio, nelle prossime settimane, e se tra voi ci fossero degli amministratori locali vi invito a fare lo stesso. Cercando di salvaguardare, se possibile, lo spirito bipartisan della proposta: coinvolgendo nella discussione, cioè, anche gli esponenti del Centrodestra più sensibili al tema. Il testo presentato a Modena diceva così:

Il Consiglio Comunale di Modena
preso atto
che l’Italia è passata, in un arco di tempo relativamente breve, da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione stabile.
Se all’inizio di questa trasformazione il nostro Paese era meta di passaggio per grandi flussi di persone, per lo più dirette verso il centro Europa, oggi l’Italia è diventata meta finale del fenomeno migratorio.
Che data questa doppia vocazione di porta d’accesso e tappa finale, il nostro Paese sente sempre di più l’esigenza di mettere in atto una politica capace di gestire l’immigrazione nella sua complessità.
Che questi flussi migratori hanno determinato il radicamento sul nostro territorio di gruppi e comunità di stranieri che hanno saputo integrarsi nel tessuto sociale ed economico in cui si sono stabiliti, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico di interi distretti produttivi.
Che in molti casi questi distretti vivono esclusivamente del lavoro di manodopera straniera, riempiendo quei vuoti occupazionali che i lavoratori italiani sempre più hanno abbandonato.
Tenuto conto
che la convenzione Europea del 1997 chiedeva agli stati di facilitare l’acquisizione della cittadinanza per “le persone nate sul territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente”;
che il Rapporto Cnel del 2008 sull’integrazione giudica “poco significativa, se non addirittura insoddisfacente” l’incidenza delle acquisizioni di cittadinanza in Italia.
Che appare evidente quanto sia necessaria ed urgente una riflessione su questo tema, svincolata da logiche idealistiche e pregiudiziali, ma che sappia affrontare il problema con determinazione e pacatezza, offrendo soluzioni percorribili e attuabili in tempi certi e tempestivi.
Considerato
che l’attuale legge utilizza il concetto di identificazione, vertendo preferenzialmente sul criterio del diritto romano dello ius sanguinis (in latino “diritto del sangue”) e dunque della discendenza da cittadini, piuttosto che sul principio dello ius soli, ossia della nascita su quel determinato territorio;
che raggiungere l’integrazione per chi è in Italia, rispetta le leggi, paga le tasse e sente l’Italia come sua seconda Patria, è un obiettivo d’avanguardia;
che una Nazione nella quale per avere la cittadinanza si aspettano almeno tredici anni (visto che dopo dieci anni si può presentare domanda, ma successivamente ne passano almeno altri tre per ragioni burocratiche) è una nazione che non è al passo con il resto d’Europa.
Che in commissione parlamentare è stata recentemente presentata una proposta di legge Sarubbi (PD) – Granata (PDL) sulla riduzione dei tempi per la concessione della cittadinanza;
che tale proposta, così come è stata presentata dai due promotori appartenenti a schieramenti opposti, potrà trovare un consenso trasversale;
che questa proposta di legge chiede di modificare ed abbreviare da dieci a cinque anni il periodo di residenza continuativa in Italia necessario per ottenere il passaporto italiano da parte di un immigrato che dimostri stabilità di reddito e sufficiente conoscenza della lingua.
Che i due parlamentari propongono inoltre che vengano naturalizzati i minori nati in Italia da stranieri, se uno dei genitori vi soggiorna da cinque anni, così come i minori che abbiano completato un percorso scolastico nel nostro paese.
che tale proposta di modifica di legge, che vede nella cittadinanza il suo culmine, ma che passa per una serie di tappe non secondarie (test di conoscenza della lingua e della cultura italiana, il reddito minimo, lo stesso giuramento sulla Costituzione), si basa su una forte motivazione, passando da un impianto concessionario e quantitativo ad uno attivo e qualitativo.
Che si cercherebbe attraverso questa modifica di evitare ai minori nati in Italia da un nucleo familiare stabile, la sofferenza di essere considerati figli di un’ altra terra, dei “diversi”, dando loro la possibilità di sentirsi uguali ai propri compagni di scuola;
che il principio dello ius soli modificato e adattato permetterebbe di diventare cittadini a ragazzi nati e cresciuti in Italia, anche tenendo conto del ciclo di formazione scolastica da loro compiuta;
esprime
il proprio parere positivo in merito alla proposta di Legge Sarubbi – Granata presentata in Commissione parlamentare,
impegna la Giunta a
promuovere l’integrazione e l’inclusione delle persone extracomunitarie in generale ed in particolare nei riguardi dei nuclei familiari di immigrati presenti nel nostro territorio modenese da oltre 5 anni, che lavorano regolarmente, che portano i figli a scuola e a fare sport con i nostri, che rispettano la costituzione e che si sentono nel proprio animo cittadini italiani.
Nella consapevolezza che l’integrazione sia una sfida difficile e complessa, e che sia importante riconoscerla come un’opportunità positiva per tutti, occorre intraprendere percorsi che passano per il rispetto della dignità di ogni uomo, e per il rispetto altrettanto importante delle regole in cui la comunità si identifica, nella speranza di costruire giorno per giorno una società sempre più plurale e solidale.


Risultato della votazione: 23 favorevoli, 6 contrari. Nonostante i numeri semi-bulgari del risultato, il Pdl ha votato contro, presentando un proprio ordine del giorno sul mantenimento della disciplina attuale (ius sanguinis e 10 anni di residenza) che verrà discusso prossimamente. Ma la notizia è che, anche a livello locale, il Centrodestra non è così compatto: un consigliere, infatti, sarebbe stato disposto a votare a favore dell’odg del Centrosinistra, ma per non creare spaccature nel proprio partito ha lasciato l’Aula. Se ne può discutere, insomma, e credo che sia bene farlo: dopo il Comune di Modena, l’esame di questo ordine del giorno è previsto anche in quello di Castelfranco Emilia ed in quello di San Giustino (Perugia). Poi toccherà ai consigli provinciali di Arezzo e della stessa Modena. Sarebbe bello – non è una richiesta molto pensata: è un’idea piuttosto estemporanea, che butto giù con il cuore – che, prima o durante la discussione in Parlamento, piovesse su Roma una valanga di notizie come questa: un centinaio di amministrazioni locali (municipi, Comuni, Province, Regioni) che fanno proprio il dibattito e, con gli strumenti a loro disposizione, soffiano nella stessa direzione. Vuoi vedere che qualche spiffero arriva pure a Montecitorio?


Fonte: blog di Andrea Sarubbi http://andreasarubbi.wordpress.com/2009 ... mment-4786


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