In una circolare di gennaio 2009 emanata dal ministero Istruzione si parla di classi temporanee di appredimento per gli "alunni con passaporto straniero". Forse un via libera (con il modello Fai da te) per l'applicazione di un meccanismo che non è chiaro come dovrebbe funzionare ma che può far gran danni:
- non si sa quanto potrebbero durare (temporaneo in Italia sta per cosa? abbiamo visto ad esempio, su un altro tema, che i centri di permanenza temporanea per irregolari finiscono per durare ben al di là di quanto stabilito addirittura per legge).
- non si sa in base a cosa si potrebbe passare poi nelle classi "normali"
Il rischio è che comunque si appoggi uno strumento che di fatto crea una separazione integrale e sociale tra gli alunni che alimenti la pessima idea di considerarsi integralmente a parte e non parti di una stessa comunità, in base al passaporto e alle capacità di alcuni rispetto ad altri (da una parte i subdotati - leggi non capaci - o sfigati - leggi figli di immigrati - e dall'altra i "normali").
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Roma, gennaio 2009 - “Gruppi temporanei di apprendimento”, misure per assegnare equamente gli alunni stranieri tra le diverse classi ed i diversi istituti scolastici, collaborazione con il privato sociale per favorire iniziative per l’integrazione e per prevenire la dispersione scolastica. Sono queste le raccomandazioni contenute nella circolare del 15 gennaio 2009 del direttore generale del Ministero dell’istruzione, Mario G. Dutto. La circolare, “iscrizione alle scuole dell’infanzia ed alle scuole di ogni ordine e grado, riguardanti l’anno scolastico 2009/2010”, indirizzata ai dirigenti scolastici ed agli Uffici Scolastici Provinciali, nell’art. 10 affronta alcune delle questioni riguardanti la presenza degli alunni stranieri. Il Ministero, constatando la presenza sempre più strutturale degli alunni di cittadinanza non italiana, invita ad una “particolare attenzione a tutta la complessa problematica che caratterizza l’iscrizione e la scolarizzazione di tali alunni”. Per questo, la circolare “raccomanda ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali e ai dirigenti scolastici di promuovere opportune intese con gli Enti Locali per assicurare una equilibrata distribuzione della popolazione scolastica straniera e di fornire, anche nella prospettiva dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione, adeguate informazioni”. Il Ministero richiama l’attenzione dei dirigenti sul diritto dei minori stranieri “di accedere all’istruzione fornita dalle scuole italiane e al conseguente obbligo delle stesse di accoglierli, anche in corso d’anno, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione” evidenziando anche che, in taluni casi “vi è il concreto rischio di evasione dell’obbligo, di avvio precoce al lavoro minorile e di sfruttamento per attività di accattonaggio”. La circolare, per quanto riguarda l’assegnazione delle classi, ricorda che “in via ordinaria gli alunni con cittadinanza non italiana soggetti all’obbligo di istruzione sono iscritti d’ufficio alla classe corrispondente all’età anagrafica”. Aggiungendo inoltre che, è facoltà dei collegi dei docenti, “definire le modalità generali dell’assegnazione dell’alunno straniero alla classe inferiore o superiore a quella corrispondente all’età, tenendo conto di quanto previsto dall’art. 45, comma 2 del DPR n.394/1999”, accertandone cioè le conoscenze e il curriculum scolastico.
La circolare afferma inoltre che sempre i collegi dei docenti “possono valutare la possibilità che l’assegnazione definitiva alla classe sia preceduta da una fase di alfabetizzazione strumentale e di conoscenza linguistica anche all’interno di specifici gruppi temporanei di apprendimento, finalizzata a favorire un efficace e produttivo inserimento, utilizzando le eventuali ulteriori disponibilità dell’organico di istituto”. Una proposta che molto si avvicina alle cosiddette “classi ponte” ultimamente al centro del dibattito politico.
Per gli alunni stranieri che si inseriscono nel corso dell’anno scolastico, la circolare raccomanda “l’adozione di particolari forme di accoglienza che possano facilitare, fin dai primi contatti con l’istituzione scolastica, un’efficace azione di integrazione”, invitando le scuole a collaborare con soggetti del privato sociale per promuovere “situazioni di relazioni, socializzazioni, esperienze extracurricolari in cui i minori stranieri potranno sviluppare in ambiente non formale e con coetanei la conoscenza e l’uso della lingua italiana”.
Il Ministero invita anche i dirigenti scolastici a realizzare accordi di collaborazione interistituzionale al fine di “una razionale distribuzione territoriale delle domande, procedendo, quindi, ad un’equa assegnazione degli alunni alle diverse classi”. In particolare, per quanto riguarda le grandi città, la circolare invita a gestire le iscrizioni “in maniera partecipata e programmata”, in modo che la domanda e l’offerta di servizi scolastici risultino equamente distribuite.
(Alberto Colaiacomo)
Fonte: Immigrazione oggi