Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

Gentili amici G2, sono un'antropologa che vive a Matera e fa ricerca sull''immigrazione in Italia dal 1990. Forse vale la pena aggiungere che sono un'immigrata, una statunitense che si è anche naturalizzata italiana (doppia cittadinanza), nonché madre di due figlie "miste" (Italia-USA). Sono una fan della vs. Associazione dal autunno 2006, quando ho conosciuto Mohammed Tailmoun a Bari al Convegno dei Centri Interculturali. Attualmente sto preparando un lavoro sul vs. lotta per cambiare la legge sulla cittadinanza, che sarà presentato in un workshop antropologico sulla cittadinanza e marginalità. Avrei da porre alcune domande sul funzionamento dell'Associazione e la vs. partecipazione, e quindi se qualcuno mostrerà la paziente disponibilità, ve le scriverò. Grazie in anticipo, Dorothy Zinn

"Tu chiedi e i ragazzi rispondono", qui funziona così. Quindi vai con le domande
Ultimamente il forum è un pò fermo, ma anche i ragazzi del G2, attivi tutto l'anno, si prendono qualche giorno si riposo meritato direi.
Forza,spara le domande!

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L'indifferenza è la peggior malattia dell'UOMO.

Gentile Stella, grazie della sollecitazione, e non mi perderò d'animo se il Forum viene un po' trascurato in questi giorni (qui a Matera fa un caldo mortale solo per accendere il computer). Ecco le mie domande. Sono forse numerose, ma sarò davvero grata per qualsiasi risposta che ci si senta di dare:

1. (magari per i fondatori:) Come è nata e sviluppata l'idea di formare l'Associazione? E una volta che è stata creata, è cresciuta più attraverso passaparola o l'Internet (o altri mezzi ancora)?

2. Qual'è il rapporto tra l'Associazione nazionale nel suo insieme e i vari gruppi locali?

3. Sarei curiosa di capire come funzionano i gruppi locali. Sono strutturati tutti allo stesso modo, hanno delle specificità locali? (A proposito, non ci sono gruppi nel Sud?)

4. Conoscete dei potenziali membri G2 che invece scelgono di non identificarsi come tale e non partecipare all'Associazione? (Nel caso affermativo: secondo voi, perché?)

5. Che rapporti intrattiene (o non) G2 con altre associazioni, per esempio dei gruppi che rappresentano alcune comunità nazionali e/o etniche, oppure i Giovani Musulmani?

6. Con l'aumento di visibilità della vs. associazione, avete ricevuto degli attachi o delle critiche da gruppi o individui contrari alla vostra presenza e/o alle vostre proposte?

7. Per quanto riguarda il vostro lavoro a favore del cambiamento nella legge sulla cittadinanza, come descrivete i vostri progressi fino ad ora? Quale saranno le prossime tappe della vostra campagna?

Mi fermo qui per ora! Grazie ancora, Dorothy

Cara Dot,

per avere informazioni generali su cos'è la Rete G2 Seconde Generazioni ti rimandiamo al Chi Siamo al quale puoi accedere dalla Home del blog, lì troverai la definizione che ci siamo dati, gli obiettivi della Rete e il metodo, quello che si è fatto fin'ora, gli strumenti usati e i rapporti istituzionali. Nella parte del forum dell'Italia che vorremmo troverai i nostri progressi e commenti sulle proposte di riforma della legge sulla cittadinanza.

G2 è nata spontanemanete dal comune di sentire di figli di immigrati cresciuti fra più culture, che si incontravano informalmente e poi hanno deciso di organizzarsi, creando per prima cosa un Blog/Forum attraverso il quale essere raggiunti da altre seconde generazioni eventualmente interessate al movimento. E' così che si è creata la Rete G2.

La Rete è un'organizzazione sostanzialmente orizzontale dove più che gruppi locali si formano di volta in volta gruppi di lavoro che scelgono di occuparsi di iniziative locali.

Purtroppo per ora, eccetto per sporadici contatti con alcune seconde generazioni della Campania, Sicilia e Calabria, dal sud Italia non si sono fatte sentire molte seconde generazioni interessate alla Rete.

Cogliamo l'occasione per rispondere alla tua domanda su chi potrebbe non identificarsi in G2, per ribadire che G2 non è sinonimo di seconde generazioni ma è il nome di un'organizzazione di figli di immigrati, è evidente dunque che chi fa parte della Rete G2 vi si riconosce, ma non tutte le seconde generazioni devono necessariamente farne parte.

Buon lavoro.
La Rete G2

Cari amici G2,

Grazie delle risposte! Avevo già letto il Chi Siamo, ma speravo di avere qualche dettaglio in più. Considero la vostra organizzazione un fatto storicamente importante, e magari (al di là della mia indagine) potreste pensare di documentare gli esordi in maniera più approfondita, da tramandare alle future generazioni (G3, G4, ecc.).
Mi piacerebbe sapere come siete riusciti a creare i vostri numerosi canali istituzionalizzati, specialmente alla luce del fatto che un gruppo di giovani potrebbe trovare difficoltà a farsi spazio in una realtà così gerontocratica come quella italiana. Secondo voi, come avete fatto per acquisire legitimità con le istituzioni?
Per quanto riguarda la (auto-) definizione, stavo pensando al fatto che alcuni potenziali membri della rete (sempre secondo la vs. definizione) non ci aderiscono. Certo, alcune persone vivono il problema cittadinanza, e si ritrovano nella rete soprattutto per promuovere questo progetto. Altri, magari già cittadini, si sentono più la questione culturale. Altri ancora, entrambe le problematiche, o semplicemente il gusto di ritrovarsi. Se posso introdurre una nota personale, e magari lanciare una domanda provocatoria, penso al fatto che nessuno della società dominante metterebbe in discussione l'italianità delle mie figlie, anche se sono per metà americane e le sto crescendo, per quanto possibile, "multiculturali": quanta differenza può fare un cognome italiano, dei tratti somatici che si mimetizzano con la maggioranza, o il rapporto con un Paese extracomunitario privilegiato?

buona continuazione!
Dot

Prego!
Siccome sono nuova, non saprei risponderti, o comunque le mie risposte sarebbero insufficienti, quindi meglio tacere
Potrei però rispondere alla quarta!
Io conosco e ho conosciuto tramite la chat tantissimi ragazzi cinesi nati e cresciuti in Italia,sono tutti potanziali membri della seconda generazione, eppure si rifiutano di riconoscrìersi tali.
Questi ragazzi sono distinguibili in due gruppi:
1) I ragazzi che non sono assolutamente interessati a questo tipo di progetto. Lo considerano come una cosa futile e da "sognatori". La frase tipica è "tanto non si può cambiare nulla". Si accontentano della situazione.
2) Sono ragazzi che nonostante siano cresciuti qui, non si sentono affatto italiani, hanno una certa resistenza culturale spesso a causa dei genitori. Secondo loro prendere la cittadinanza sarebbe come tradire la propria patria.
Io penso che spesso molte persone fraintendano. Credo che gli intenti della rete G2 sia quello di voler offrire a tutti i figli degli immigrati le medesime possibilità dei ragazzi italiani, senza discriminazioni di nessun tipo. La cittadinanza è una scelta, perciò non significa che tutti i ragazzi decideranno di acquisirla.

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Ciao, Stella, e grazie di questo input davvero interessante. Seguendo il vs. Forum, ho visto che molti commenti sostengono l'idea che l'identificazione dovrebbe essere una scelta personale, e anche il tuo messaggio va in questa direzione. Certamente questo discorso potrebbe essere ancora più sentito per le persone di nazionalità cinese che hai citato, per via dell'impossibilità di tenere la doppia cittadinanza. Comunque vedo che tra i ranghi della Rete G2 avete tanti "fiancheggiatori" a sostegno del vostro progetto che non sono neppure delle seconde generazioni: questi fanno un contributo attivo e/o materiale alle vs. attività, oltre a dare il loro sostegno morale nel Forum? A proposito, come riuscite a finanziare le vostre iniziative? Infine, se riesco a fare un salto a Roma nel mese di agosto, sarebbe possibile visitare la vostra sede e incontrare alcuni membri, o sarete tutti al mare (oppure in vacanza nei Paesi di origine dei genitori )?
Grazie ancora, Dot

Ancora una volta non saprei come risponderti,perche io non conosco nessuno dei menbri dal vivo .
Comunque per quanto riguarda i figli di non immigrati,i tanti italiani e non che sostengono la rete, sono importanti, perché l'obiettivo della rete G2 è rivolto alla sensibilizzazione delle persone per una effettiva integrazione sociale e culturale!
TUtto ciò naturalemente si raggiunge solo attraverso il confronto aperto tra i ragazzi provenienti da tutto il mondo ma soprattutto grazie al dialogo con gli italiani.
LA maggior parte delle persone ignora le vere problematiche dei figli degli immigrati, quindi è difficile anche trovare delle soluzioni o attuare progetti, perciò la rete cerca di allargare la conoscenza a tutti.

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Allora anche io mi considero tra i vostri "fiancheggiatori"! In effetti, poi, pensando all'aspetto culturale del progetto G2, questo dovrebbe essere condivisible anche per le seconde generazioni che non si sentono toccate dalla questione della cittadinanza.

vorrei correggere/aggiungere, alcuni ragazzi cinesi di seconda generazione fanno anche parte di G2 e anche Associna, l'associazione dei cinesi di seconda generazione fa del "secondagenerazionismo" la caratteristica di base.
Io per esempio ho la cittadinanza italiana, molti dei cinesi di seconda generazione ce l'hanno o l'hanno richiesta, quello che probabilmente sta cambiando in questi ultimi anni è la consapevolezza che, con la crescita della economia cinese, esiste sempre di più l'opportunità di ritornare in Cina dove un cinese di seconda generazione non viene visto come "figlio di un extracomunitario".

Grazie di questo input, Marco. Il tuo punto sulla possibilità di ritornare in Cina (per chi fa "ritorno", presupponendo che ci siano stati, naturalmente) mi suggerisce un'altra domanda (anche se forse qui non è il luogo adatto per farla, e magari ne avete già discusso in Associna): se non saranno visti come "figli di extracomunitari", saranno lo stesso visti come "cinesi a tutti gli effetti" o magari "diversamente cinesi"? approfitto per complimentarmi per i tuoi post e interventi in altri spazi G2, che ho avuto modo di apprezzare nel corso di questa ricerca

di ritorni ce ne sono stati diversi, giusto per partire dalla mia famiglia i miei nonni materni oramai passano più tempo in Cina che in Italia.
Loro fanno parte di quei emigranti che quando sentono di essere nell'autunno della propria vita si assicurano che le foglie cadano vicino alle proprie radici.
Anche io sono "ritornato" a lavorare in Cina, dove ho vissuto per sei anni. E così molti dei miei cugini adesso si sono trasferiti in Cina, pur avendo una educazione italiana. Ed anche molti immigrati di prima generazione, pur mantenendo la residenza in Italia hanno interessi sempre crescenti in Cina.
Non si può generalizzare, alcuni sono "cinesi a tutti gli effetti" con la marcia in più della conoscenza approfondita di un paese straniero, altri sono "diversamente cinesi".
Ma la caratteristica comune è che comunque hanno, in Cina molto più che in Italia, la possibilità di sfruttare la ricchezza che è propria delle seconde generazioni e cioè stare nel mezzo di due culture diverse.

In effetti l'Italia ha (purtroppo) un particolare capacità di sprecare (se non mortificare) le risorse umane, che invece potrebbero contribuire tanto; questo vale non solo per gli le seconde generazioni, ma anche per gli autoctoni. Comunque, volevo dire a tutti voi che ho completato una prima stesura della mia relazione, e sarei molto felice di condividerla con i G2 per avere i vostri commenti. L'unica cosa è che l'ho scritta in lingua inglese: non mi chiedete di tradurlo nell'immediato, perché (come mi ricordano continuamente le mie figlie) nonostante il fatto che io stia qui da un sacco di anni, sono ancora molto "skiappa" nell'italiano scritto! Se qualcuno di voi, con i vostri talenti multiculturali, se la sente di affrontare il testo in inglese, fatemelo sapere anche offline e ve lo mando: sanmartino.sassi@tiscali.it Ciao, Dot

Sono perfettamente d'accordo sull'affermazione dello "sfruttamento della ricchezza della seconda generazione"in altre parti rispetto all'Italia.
Ritornando alla questione della cittadinanza che molti ragazzi o persone avrebbero preso negli ultimi anni, in questo caso i cinesi, sottolinerei un altro punto.
La cittadinanza concede privilegi che un non cittadino non possiede,perciò è "papabile"a molti che non hanno vogli di fare file e rompersi le scatole agli sportelli, dichiarare un certo reddito, litigare conle questure etc. Io non ho ancora la cittadinanza e ogni volta che penso la questione mi chiedo costantemente "io mi sento italiana"?o meglio perché la voglio prendere? Io sono contraria all'utilitarismo, si prende la cittadinanza solo in caso di completa adesione ad una cultura e non per altri fini.E' una questione prima di tutto etica.
Quando domando ai ragazzi della mia età cinesi che sono in possesso o che richiedono la cittadinanza, la risposta più gettonata è "per non avere più casini". A mio parere è sbagliato, perché se non vi è identificazione non si dovrebbe richiederlo.

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L'indifferenza è la peggior malattia dell'UOMO.

stella, ho ottenuto la cittadinanza italiana 13 anni fa; mi ricordo di aver pensato all'epoca che ti fanno superare così tanti ostacoli assurdi come un modo di accertare se sei davvero degno di essere italiano. cmq non sarei così severa con i tuoi amici cinesi che sembrerebbero parlare in maniera "strumentale": anche se non dimostrano un patriotismo sfrenato, è probabile che si sentino italiani, o almeno "diversamente italiani".