stella ha scritto:
Una persona lascia il luogo in cui è cresciuto solo in caso di estrema necessità, solo nei casi limiti. Trasferirsi significa sradicarsi da un contesto culturale e affettivo, estraniarsi da tutto per accoglierne del nuovo. Quanti di noi sarebbero disposti a vivere in un paese straniero, privandosi degli affetti?
molte persone clandestini, imigrati, cittadini italiani o americani che siano, cercano una cosa nella vita: una condizione migliore. questo è quello che mi è stato isegnato dai miei genitori in risposta a quello che tantissime volte mi è stato chiesto ( sopratutto alle elementari e alle medie, dai miei coetanei come da personoe pià grandi) come mai i tuo igenitori sono venuti in italia? per crecare una condizione migliore, ho sempre risposto io. non mi sono mai chiesto se loro si aspettassero che gli dicessi che i miei erano scappati da una guerra o dalla fame, ma visto tutte le belle parole che si ricamano su questa realtà, l'immigrazione. propongo di ritornare su terra. avvolte la realtà è molto più semplice e meno drammatica di come la si vuol far sembrare.
Io non conosco la condizione di coloro che arrivano in Italia con l'intenzione di chiedere lo status di rifufgiato. farò male a pensarla così.. può darsi. Ma questa è la mia impressione ed è rivolta anche alle centinaia di migliaia di giovani italiani che come noi si stanno rendendo conto di avere maggiori opportunità all'estero e per una serie di motivi sono pronti a rinunciare anche ai loro affetti più cari e alla terra che li ha cresciuti. diventando anche loro imikgrati a tutti gli effetti. ora.. tra questi motivi siamo daccorso che non rientrano la fame e la guerra; no?
Verremmo criminalizzarci tutti cittadini (di serie A di serie Z) in quanto persone? se continua così, non mi sorprenderebbe e il reato di immigrazione clandestina a preso questa strada purtroppo