stella ha scritto:
jean ha scritto:
chi parla di "normalità" vuole descrivere l'aggregato "medio" che meglio descrive il comportamento "normale" della maggior parte delle persone, cercando di discostarsi il meno possibile da chi non aderisce perfettamente.
Perfettamente d'accordo!!!
Quindi è il fattore omologazione, conformismo è necessitante in questo processo?
Perchè si è "normali" solo seguendo il gruppo?
Dove è l'indentità personale?
la stessa "definizione" di normale.. implica una restrizione di ciò che è generico. dato che non può esistere un normale che prenda assieme tutti gli opposti...
avrebbe senso allora definire "normale" ciò che è di natura? (cioè tutto ed il contrario di tutto con tutto quello che c'è in mezzo?)
se vogliamo parlare di normalità è implicito che si voglia parlare di qualcuno "si" e qualcuno "no". dato che tutte le persone "sono" un mix di "variabili" diversamente combinato, in un periodo storico può prevalere un senso "violento" e quindi se guardiamo a ciò, è normale essere violenti, cosi quando si prende in considerazione l'analfabetismo, se la maggior parte delle persone lo è, in quel contesto è normale essere analfabeti.
in questi esempi si parla di "una variabile" alla volta... mase prendessimo più variabili contemporaneamente, potremo dire che tendenzialmente l'uomo "normale" o la donna normale.. sono... "genericamente definite" come...
ovvio che più variabili si prendono in considerazione e più diventa generico il "modello".
si può dire "la persona media.. normale... " guarda spesso la tv?
legge libri?
ascolta musica?
volta per volta prendere qualche parametro di riferimento.
ogni persona è "normale" in almeno uno dei criteri presi in considerazione.
siamo esseri umani e bene o male rispondiamo allo stesso modo ad alcuni stimoli, quindi "siamo normali se..."
l'omologazione tocca anch'essa "una parte" o alcune parti.. si omologa un aspetto che viene messo in luce.. viene sottolineato e reso essenziale.
accetteresti chi non è normale?
troveresti "interessante" piacevole, meritevole di attenzione chi non è "normale" per te?
normale come accettabile, tollerabile, ciò che non crea sfregio agli occhi seè visto, che non crea distorsione se sentito (un insulto o parole volgari per chi non le usa). normale all'interno di soggettività. un "senso comune" di normalità delimita ciò che "è dentro" da ciò che è fuori.
molte persone trovano in altri qualcosa di "diverso" di lievemente non normale...
se definiamo "la nostra normalità" in senso stretto, tutto ciò che si discosta è anormale per noi. in fin dei conti, nonostante molte persone non vivano perfettamente come noi, definiamo accettabile un modo di vivere e fare le cose differente dal nostro, che si discosta in parte da ciò che noi facciamo...
sitrova più dissonanza, nell'accettare... se la distanza tende ad aumentare.. diventa meno comprensibile.. sempre più difficile da capire... finche si tocca un bordo.
limite anch'esso soggettivo.
concludento normale è ciò che di volta in volta è tenuto in considerazione.
un senso generico di normalità, può essere fatto risalire alla medesima ragione per cui esiste l'agglomerato di persone, l'accettazione di differenze, tutto ciò che può essere fatto senza che vengano intaccate le basi del "vivere civile" o del vivere altrui. limite soggettivo che per esempio in questo periodo si sente "cambiato" (intolleranza nei confronti di qualcuno...), come se si volesse cambiare le premesse di fondo senza volerlo dire...