Genova, rete di famiglie per l'affido
di D.Canchano
GENOVA - “Le famiglie straniere da “problema” a risorsa”, questo il titolo dell'incontro, tenutosi a Genova, per presentare il nuovo progetto di affido omo – culturale “Aggiungi un posto a tavola”. Il progetto nasce con l'obiettivo di promuovere la costituzione di reti di famiglie straniere aperte all'esperienza dell'affido familiare di minori della loro stessa cultura, e l'avvio di una collaborazione formale fra associazioni di stranieri e Comune di Genova sul tema dell'affido.
“Abbiamo cominciato a lavorare su questo progetto sei mesi fa – spiega Silvia Melloni dell'Arci di Genova – . A conclusione di questa prima fase di lavoro sono state meglio delineate le caratteristiche del servizio ed è stato progettato un corso di formazione destinato alle prime due reti di famiglie. Una di cultura araba e musulmana e una di provenienza latino-americana. Al termine le famiglie saranno libere di confermare il loro interesse e proseguire con il progetto”.
Il progetto, promosso da Arci Genova, dalla Cooperativa Sociale “La Comunità”, insieme all'Associazione marocchina “Al Mohammadia”, il Centro culturale islamico e il Coordinamento ligure donne latinoamericane, durerà fino a gennaio 2008 e coinvolgerà minori fino ai 10/11 anni. Verrà proposto alle famiglie affidatarie un'esperienza di affido “di sostegno”, vale a dire la disponibilità di acogliere il minore alcune ore al giorno, nei fine settimana, durante le vacanze.
Secondo i risultati ottenuti si valuterà anche di proporre l'affido omo-culturale agli adolescenti. Questo per non caricare famiglie che per la prima volta si aprono a questa esperienza. “Quando facevamo gli incontri con le famiglie per discutere sulle caratteristiche di un affido – spiega Patricia Gabriel, dell'associazione Donne latinoamericane - molte persone erano diffidenti, sia quelli della comunità latinoamericana sia della musulmana. Credevano che dando in affido il proprio figlio si rischiava di perderlo dandolo in adozione. Tutta questa diffidenza e la poca conoscenza del termine “affido” avvengono perché nei nostri paesi questo istituto non esiste. Non succede mai che il Comune o le associazioni si preoccupino se si hanno difficoltà all'interno del nucleo famigliare”.
Nel 2006, secondo i dati del Comune di Genova, su 300 affidi familiari, 33 bambini erano di nazionalità straniera. “Il bambino che farà parte di una famiglia affidataria non deve perdere la sua identità – spiega Salah Hussein del centro culturale islamico – . Il bambino sarà seguito da una famiglia della sua stessa cultura, inoltre, le famiglie verranno accompagnate dal mediatore e sostenute dalla presenza di un educatore professionale” conclude.
“Abbiamo subito condiviso con questo progetto – spiega Enrico Vesco, Assessore alle Politiche dell'Immigrazione – è una risposta alla maggiore richiesta d'integrazione soprattutto per quello che riguarda i giovani”. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Vodafone, con il contributo e il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Genova verrà presentato alla numerosa comunità latinoamericana sabato 6 ottobre alle ore 17.00 presso il circolo Arci, via Walter Fillak 98 r.
(21 September 2007) - Metropoli
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