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#Tavecchioritirati: firme consegnate a Platini, Blatter e Malagò
L’iniziativa arriva alla Camera, ora le 26.600 firme raccolte saranno consegnate alle autorità del calcio. Chaouki: “Da Tavecchio ci aspettiamo responsabilità, ritiri sua candidatura”. Tailmoun (rete G2) “Frasi colpa della legge su cittadinanza che va riformata”. Quest’anno 84 episodi di razzismo nel calcio
07 agosto 2014
ROMA – La quota raggiunta in pochi giorni è di 26.600 firme, per una petizione che ha voluto raccogliere il “sentimento di vergogna e imbarazzo verso frasi di stampo razzista, che rivelano il lato oscuro del calcio italiano”. E’ stata presentata oggi alla Camera l’iniziativa #Tavecchioritirati, lanciata dal parlamentare del Pd Khalid Chaouki sulla piattaforma Change.org e che in una settimana ha raccolto l’indignazione di quanti si sono sentiti offesi dalle frasi pronunciate da Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza della Figc (Federazione italiana gioco calcio). Parlando in un’assemblea pubblica, il candidato alla guida del calcio italiano aveva infatti parlato di giocatori stranieri “mangia banane” che devono mostrare il loro “pedigree”. Ora a pochi giorni dall’elezione, che ci sarà lunedì prossimo; le oltre 26mila firme, raccolte in un librone, saranno consegnate a Michel Platini, presidente della Uefa , Sepp Blatter, presidente della Fifa e a Giovanni Malagò, Presidente del Coni.
“Quella di Tavecchio non è stata una semplice gaffe, ma una frase razzista ancora oggi troppo sottovalutata – sottolinea Chaouki – questa petizione è un appello al suo senso di responsabilità, gli chiediamo di ritirare la sua candidatura per risparmiare al nostro paese una figuraccia a livello mondiale. Per le stesse frasi molte società sportive e tifoserie hanno già pagato in passato, ora tocca a lui. Dopo quelle frasi non può incarnare la difesa dei diritti in uno sport seguito da milioni di persone”.
Durante la conferenza stampa è stato presentato anche il libro “Campioni d’Italia? Curato da Mohamed Abdalla Tailmoun, della rete G2, Isaac Tesfaye e da Mauro Valeri. Proprio Valeri, sociologo e responsabile dell’Osservatorio sul razzismo nel calcio italiano ha ricordato che quest’anno sono stati 84 gli episodi di razzismo nel calcio. “La Figc è già stata condannata almeno cinque volte per discriminazione razziale – spiega Valeri -. per il mancato tesseramento di giocatori stranieri. Quelle di Tavecchio sono frasi che esprimono una visione radicata all’interno della federazione”. Valeri sottolinea inoltre che ad oggi sono pochi i giocatori stranieri o italiani di seconda generazione, che si sono espressi contro il candidato alla Figc. “Difficilmente Balotelli potrà parlare – afferma – i giocatori sono condizionati dalle società in cui giocano”. Secondo Tailmoun le frasi di Tavecchio sono la “cartina di tornasole di una legge anacronistica, quella sulla cittadinanza”. “Fino a 18 anni siamo stranieri – sottolinea – perché la legge 91/92 fabbrica stranieri. Se non hai la cittadinanza né il diritto di voto ci sarà sempre qualcuno che potrà permettersi battute pesanti come quelle, perché sa che tu non conti niente”. Per il portavoce della Rete G2 dunque, si potrà avere un cambiamento culturale solo intervenendo con una modifica della legislazione sulla cittadinanza. Ma- avverte – la strada non può essere quella della cosiddetta “legge Balotelli, cioè di dare la cittadinanza solo per meriti sportivi a chi fa fare all’Italia una bella figura, la legge va cambiata per tutti”. Intanto le prime audizioni sulla riforma della legge sulla cittadinanza ci saranno il 10 e 11 settembre prossimi, la discussione riprenderà in autunno in prima commissione, “l’obiettivo è arrivare in aula a dicembre- spiega Chaouki – perché la legge sulla cittadinanza, come la lotta al razzismo, è una priorità”.
All’iniziativa era presente anche Joseph Dayo Oshadogan, il primo giocatore afro-italiano ad indossare la maglia della Nazionale Under 21. “E’ assurdo che nel 2014 siamo ancora qui a commentare queste frasi – afferma – io mi divido tra Italia e l’estero e mi dispiace vedere da fuori il nostro paese considerato in maniera negativa. Paesi come la Germania hanno fatto un percorso serio di integrazione e ne sono usciti vincenti. Noi invece dobbiamo ancora commentare frasi razziste, dette da un importante esponente del calcio italiano”. Alla presentazione c’erano anche molti parlamentari del Pd che hanno sottoscritto la petizione #Tavecchioritirati. Per Laura Coccia, responsabile dell’area Sport del partito, bisogna portare avanti la proposta per uno “ius soli sportivo”. “Il fatto che così tante persone abbiano firmato la petizione sta a significare che gli italiani sono molto più avanti delle stesse istituzioni sportive”, aggiunge. Per Filippo Fossati, deputato e presidente di Uisp è assurdo lo “scarto che esiste tra i programmi dei candidati a capo della Figc, e le loro dichiarazioni. Anche nel caso di Tavecchio – spiega – nel programma si parla di lotta al razzismo, ma il fatto che il suo pensiero sia quello espresso all’assemblea non fa ben sperare. Il calcio è ancora molto indietro”. Tra gli altri deputati che hanno firmato la petizione di Change.org, Ivan Scalfarotto, Paolo Beni e Matteo Orfini. (ec)
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