Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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 Oggetto del messaggio: CITTADINANZA: L'ITALIA CHE VORREMMO
MessaggioInviato: 14 lug 2006, 20:51 
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Iscritto il: 14 lug 2006, 20:30
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A seguire i principi ideali che vorremmo venissero presi in considerazione quando si parla di cittadinanza per i figli di stranieri nati in Italia e per quelli cresciuti qui ma nati nei Paesi di origine:

La legge 91 del 1992 stabilisce che acquistano automaticamente alla nascita la cittadinanza italiana coloro i cui genitori (anche soltanto il padre o la madre) siano cittadini italiani: per la legge italiana è cittadino di questo Stato chi è figlio di cittadino italiano in base al principio dello “jus sanguinis”, dove si nasce non conta. Coloro che nascono in Italia da cittadini stranieri possono richiedere la cittadinanza italiana al compimento del 18° anno di età dimostrando di aver risieduto ininterrottamente in Italia dalla nascita, possono richiedere la cittadinanza italiana se i loro genitori hanno provveduto a registrarli come residenti immediatamente dopo essere nati. La stessa legge dice che possono acquistare la cittadinanza italiana coloro che risiedono in Italia da almeno 10 anni dimostrando di avere i requisiti di reddito (che restano discrezionali, ma di fatto applicati in molti casi) e di regolarità della residenza.
Fatto salvo il diritto dei figli dei cittadini italiani ad acquisire la cittadinanza dalla nascita, le altre modalità di acquisizione descritte sono soggette ad una qualche forma di valutazione discrezionale di opportunità da parte della pubblica amministrazione circa l’avvenuta integrazione dello straniero in Italia.
Nel 2006 i minori nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri sono 491.000 e sono considerati cittadini stranieri. Molti di loro al compimento dei 18 anni saranno costretti a districarsi tra un permesso di soggiorno per studio o per lavoro, saranno costretti a dipendere da decreti attuativi e circolari, saranno costretti, volenti o nolenti, a sentirsi “stranieri in patria”. Nel 2006 ci sono “stranieri” nati in Italia o ricongiunti ai genitori che vivono in Italia. Nel 2006 questi “stranieri” sono ormai maggiorenni, vivono, studiano, lavorano, fra le mille difficoltà dovute al fatto di non possedere lo “status civitatis”, lo status di cittadino.
Alcuni figli dell’immigrazione hanno deciso di dare vita a G2 – Generazioni seconde. Ad alcuni di loro è stata già rifiutata la cittadinanza italiana per motivi di reddito ed altri, che vorrebbero richiederla, non lo fanno per paura di rischiare un diniego.
Noi G2 pensiamo che chi è nato o è arrivato minorenne in questo paese non debba dimostrare la propria appartenenza all’Italia, l’attuale normativa sulla cittadinanza limita l’integrazione di tutti i cittadini nella società italiana, limita i diritti civili e politici di una parte consistente dei cittadini di questo paese. Noi G2 pensiamo che la cittadinanza italiana per nati e cresciuti in Italia non debba essere una lotteria, una questione di fortuna oppure legata discrezionalmente al censo. Oggi è in corso un confronto fra varie ipotesi di riforma della legge in materia di acquisto della cittadinanza. Noi G2 siamo consapevoli di non poterci permettere di restare a guardare e lasciare che qualcun altro decida per noi e senza di noi. Noi G2 proponiamo che l’attuale dibattito sulle norme in materia di acquisto della cittadinanza italiana tenga conto di questi principi:

· Devono essere dichiarati cittadini italiani alla nascita coloro che nascono in Italia da genitori stranieri; senza richiedere il requisito del reddito dei genitori e devono diventarlo automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei genitori
· Possono diventare cittadini italiani tutti coloro che sono venuti da minorenni in Italia e che vi abbiano risieduto almeno 3 anni prima del compimento della maggiore età; non deve più essere richiesto alcun requisito di reddito;
· In tutti casi la legge deve contenere dei criteri espliciti e certi per l’acquisto della cittadinanza italiana da parte di un cittadino straniero e in particolare nel caso dei figli di immigrati; va tolto il potere discrezionale di concessione della cittadinanza da parte della pubblica amministrazione;
· Un percorso agevolato di accesso alla cittadinanza, in caso di riforma della legge, dovrebbe anche prevedere i nati e cresciuti in Italia ormai maggiorenni. Una specie di "sanatoria" per quei ragazzi e ragazze che non sono potuti rientare nella legge n. 91 del 1992 e che sarebbero esclusi da un percorso agevolato della nuova legge. Tutti costoro non sono colpevoli che la legge sia cambiata dopo tanti anni e intanto loro sono diventati grandi ma non meno "degni" di cittadinanza.

Noi G2 pensiamo che soprattutto per chi nasce o viene portato da minorenne in questo paese la concessione dello “status civitatis” sia il presupposto affinché non vi siano “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Articolo 3 della Costituzione italiana.


Ultima modifica di G2 il 21 nov 2007, 14:56, modificato 5 volte in totale.

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MessaggioInviato: 15 lug 2006, 16:08 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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sono d'accordo anche sulla retroattività di una eventuale riforma. dobbiamo pensare nn solo a chi nascerà dopo la legge. ma anche a chi è già nato così come chi è cresciuto qui. per tutti questi potrebbe valere il principio di non far valere il reddito. cosa che noi stabiliamo in un altro punto.


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MessaggioInviato: 15 lug 2006, 22:35 
G2 con psd convertito!!!
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Iscritto il: 02 lug 2006, 22:16
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Concordo, se dovesse valere di nuovo il criterio del reddito, sarebbe come dire che la cittadinanza è roba per ricchi...
Anche la proposta di togliere la discrezionalità in ogni caso è una cosa sacrosanta!


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MessaggioInviato: 16 lug 2006, 14:33 
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Questa proposta prende in considerazione le condizioni reali di noi seconde generazioni e per la prima volta i diretti interessati si possono esprimere senza mediazioni. Bisognerà fare in modo che i politici ne tengano conto!!


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MessaggioInviato: 16 lug 2006, 15:17 
Clandestino

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Se la nostra proposta diventa legge dovrà essere prevista una qualche forma di "retroattività" per le seconde generazioni over 18 anni.


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MessaggioInviato: 16 lug 2006, 23:27 
Sergente di ferro
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1) Vorrei una precisazione riguardo quanto scritto:

Cita:
le altre modalità di acquisizione descritte sono soggette ad una qualche forma di valutazione discrezionale di opportunità da parte della pubblica amministrazione circa l'avvenuta integrazione dello straniero in Italia.

come viene valutata in pratica l'avvenuta integrazione? Su questo punto ho dei dubbi. In linea di principio penso che un cittadino italiano debba perlomeno parlare/intendere l'italiano, anche se non perfettamente. Esistono cittadini italiani (con doppia nazionalità) nati e cresciuti all'estero che non sono mai stati in Italia e non parlano la lingua, ma magari hanno un bisnonno italiano. Conosco persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana per naturalizzazione ma non parlano italiano. D'altraparte credo che la cittadinanza sia piucchealtro un vantaggio "amministrativo" più che un diritto di principio, questo lo dico perchè darei il diritto di voto sulla base della residenza e non della cittadinanza. (mi piacerebbe discutere un pò su questa questione, perchè non riesco a prendere una posizione definitiva!) .

2) Vorrei sottolineare il fatto che non esiste un modo di censire le seconde generazioni maggiorenni (come confermatomi da un professore di scienze statistiche dell'Università di Napoli). Infatti, le statistiche vengono attualmente basate perlopiù sui dati forniti dal ministero dell'interno e quindi sul rilascio di permessi di soggiorno. Al raggiungimento dalla maggiore età, anche chi è arrivato in età prescolare è equiparato ad uno straniero appena immigrato in italia. Questo fatto ci rende in qualche modo "invisibili".

3) Sono assolutamente d'accordo con la necessità che una nuova legge sulla citadinanza debba essere retroattiva, almeno per quanto riguarda le cosiddette seconde generazioni.


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MessaggioInviato: 17 lug 2006, 19:51 
Extra terrona
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le autorità competenti valutano l'integrazione avvenuta anche attraverso una serie di domandine quando vai in questura (quando hai fatto la richiesta di cittadinanza per residenza devi fare un colloquio in questura dopo che hai consegnato la domanda e dopo che ti arriva il numero di protocollo della tua pratica).

naturalmente poi finisce per contare più il reddito :evil: : per questo a mia madre hanno concesso la cittadinanza e a me no.
E menomale che almeno lei ce l'ha :!:


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MessaggioInviato: 18 lug 2006, 09:05 
Sergente di ferro
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Ma domandine di che tipo?
Chennesò, forse tipo, chi è il presidente della repubblica, passato prossimo del verbo vedere, quanti amici italiani hai... queste cose così?


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MessaggioInviato: 18 lug 2006, 11:48 
Extra terrona
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Località: roma
a roma ti fanno chiacchierare un po' (sono trascorsi un bel po' di annetti da quando l'ho richiesta) in generale, mi ricordo le domande sugli studi fatti. alcuni dicono che in altre città arrivano a chiederti anche qualcosa sulla costituzione ma io non ho ancora verificato 'sta cosa...


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MessaggioInviato: 20 lug 2006, 00:46 
Amministratore

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Penso che sia ridicolo che venga chiesta la conoscenza della costituzione italiana a chi è cresciuto in Italia. In questo caso é colpa della scuola se l'insegnamento dell'educazione civica è trascurato.... :x


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MessaggioInviato: 20 lug 2006, 16:00 
Clandestino

Iscritto il: 03 lug 2006, 21:04
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concordo con la proprosta di legge soprattutto per chi e' venuto in Italia da piccolo e senza la richiesta di reddito.
soprattutto adesso che mi trovo nelle Filippine mi sento straniera anche nel mio stesso paese. qui mi dicono sei un'italiana ormai eppure in Italia non si viene considerati tali. Scusate per la grammatica!
a presto!

_________________
-Nessuno può essere libero
se costretto ad essere simile agli altri-


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MessaggioInviato: 21 lug 2006, 17:24 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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Località: roma
salutaci le Filippine Dona :)
l'unico modo possibile per migliorare la situazione qui è diventare consapevoli e insistere che ci siano cambiamenti, e in meglio.
personalmente sono convinta che questo non riguardi solo noi ma i nostri fratelli minori (e maggiori) e l'italia stessa

siamo una risorsa e molti di noi ne sono convinti, dobbiamo mettere in atto queste risorse insieme per migliorare con intelligenza.
(in america latina si direbbe: sì, se puede!)


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MessaggioInviato: 22 lug 2006, 11:17 
In attesa del pds

Iscritto il: 08 lug 2006, 16:24
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Credo che una delle questioni più importanti sia di non concepire più la cittadinanza come una concessione fatto dalla pubblica amministrazione allo straniero richiedente. E' inutile avere anche diritti equilibrati e giusti se poi c'è sempre qualcuno che ha il potere di decidere ciò che vuole.

Nella pratica, questa situazione si traduce nella preparazione di tanti documenti da parte del richiedente, e quindi di tanto tempo dedicatoci, per poi risolversi nella discrezionalità della questura di turno, che se ti va bene, ti fa portare altri documenti aggiuntivi, altrimenti ti richiede di iniziare da capo. Ciò si traduce, ad esempio, in delle situazioni assurde, dove il lavoratore straniero, che per richiedere il documento in questione, non ha tempo dedicarsi al lavoro, fonte dei redditi necessari per tali documenti, perchè passa tantissimo tempo in questura e in faccende burocratiche.
Ovviamente è un discorso che vale sia per la cittadinanza che per i permessi di soggiorno.

Insisto, se si definisce una procedura, discutibile e definibile tramite anche le nostre proposte, questa procedura però, una volta svolto nella sua completezza dallo straniero richiedente, deve non lasciar nessun margine di discrezionalità all'amministrazione sulla decisione dell'emissione del documento, che in questo caso è dovuto!


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MessaggioInviato: 23 lug 2006, 12:59 
Sergente di ferro
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Iscritto il: 03 lug 2006, 11:07
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Località: Roma
Sono d'accordissimo con Idra. Qualsiase nuova legge sulla cittadinanza e poi sull'immigrazione che uscirà dovrà gavantire dei diritti eliminando la discrezionalità ingiustificata delle Questure (spesso si tratta addirittura di semplice fortuna... dipende dalla persona che ti capita davanti).

Ci sono persone, e lo dico con cognizione di causa, che all'anagrafe ci vanno e rivanno, con la stessa richiesta, finchè non trovano l'impiegato che l'accetta.

Veramente scandaloso.


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MessaggioInviato: 23 lug 2006, 21:24 
Clandestino

Iscritto il: 18 lug 2006, 20:04
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Sono d'accordo su tutti i punti della proposta tranne che sui primi due:
Cita:
· Devono essere dichiarati cittadini italiani alla nascita coloro che nascono in Italia da genitori stranieri; indipendentemente dal fatto se i genitori sono regolarmente residenti oppure no;

Secondo me la cittadinanza, oltre al valore strettamente "burocratico", ha un valore più simbolico di "appartenenza", che non può essere regalato ad una persona per il semplice fatto che è nata in un determinato paese.
Cita:
· Possono diventare cittadini italiani tutti coloro che sono venuti da minorenni in Italia e che vi abbiano risieduto almeno 3 anni prima del compimento della maggiore età; non deve più essere richiesto alcun requisito di reddito;

3 anni mi sembrano troppo pochi, almeno 5.


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