Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 27 ott 2011, 22:38 
Clandestino

Iscritto il: 27 ott 2011, 22:02
Messaggi: 3
salve ragazzi..vi ho appena "scoperti" e mi sono immediatamente iscritta :D
Sono Maria Cristina e vivo in provincia di Napoli..studio al corso di laurea in Servizio Sociale (facoltà di lettere e filosofia Federico2) e sono anche io alle prese con la tesi, che riguarderà i giovani di seconda generazione nel loro ruolo di mediatori linguistico-culturali, nel loro ruolo di ponte tra la famiglia e la comunità che li ospita!Per capire meglio la situazione mi piacerebbe contare sul vostro aiuto che consisterebbe semplicemente nel rispondere a semplicissime domande (di cui molte a crocetta)! Ovviamente il tutto è anonimo e vi assicuro che vi impiegherà meno di 5 minuti..
Sono sicura che sarete in molti a contattarmi per prestarmi il vostro aiuto :D perchè se c'è una cosa che ho capito nei miei 22 anni di vita è che la bontà e lo spirito di collaborazione e solidarietà delle persone vere supera ogni ostacolo burocratico e ogni limite che ci pongono dall'alto!
Intanto vi ringrazio, soprattutto perchè accoglierete questo mio sfogo nonchè questa mia richiesta d'aiuto..ciao ragazzi..


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MessaggioInviato: 28 ott 2011, 12:37 
G2 Integrato
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Iscritto il: 30 nov 2009, 01:18
Messaggi: 746
Località: oscillo tra la provincia di Perugia e l'Universo
Ciao benvenuta.
Mandami la tua mail via messaggio privato


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MessaggioInviato: 28 ott 2011, 15:11 
G2 con doppia cittadinanza

Iscritto il: 01 nov 2007, 05:02
Messaggi: 911
Località: Milano
Ciao Maria Cristina,

benvenuta.
Manda anche a me il tuo ind email via messaggio privato e vedo di darti il mio contributo.

In tutta onestà avrei un paio di commenti sul tema della tua tesi
Cita:
i giovani di seconda generazione nel loro ruolo di mediatori linguistico-culturali, nel loro ruolo di ponte tra la famiglia e la comunità che li ospita!


E' vero che tanti di noi sono nella condizione di poter o dover fare da tramite tra famiglia e comunità, e sicuramente c'è chi singolarmente ha più attitudine per questo ruolo e infatti ne fa una professione.
Il mediatore ling/culturale però è un mestiere specifico che richiede determinate competenze.
Quindi il solo fatto di essere figlio di migranti non ti rende automaticamente mediatore culturale.

Cita:
ponte tra la famiglia e la comunità che li ospita!

Non siamo ospiti, siamo cittadini italiani in molti casi italiani col permesso di soggiorno.

Aggiungo uno :D finale così sai che i miei commenti non volgliono essere negativi ma propositivi.


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MessaggioInviato: 28 ott 2011, 21:48 
Clandestino

Iscritto il: 27 ott 2011, 22:02
Messaggi: 3
grazie per la disponibilità ecco la mia mail: marycry-89@hotmail.it
ciao :D


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MessaggioInviato: 14 nov 2011, 15:46 
Clandestino

Iscritto il: 27 ott 2011, 22:02
Messaggi: 3
Ciao Medhin, innanzittutto mi scuso per il ritardo con cui rispondo e ti ringrazio per la tua preziosa collaborazione.
Riguardo alle parole che mi hai scritto ci tenevo a dirti che sono davvero significative e rappresentano il senso della mia tesi.
Quello che ho definito ruolo di “mediatore” non si riferisce ovviamente alla professione di mediatore, che implica delle competenze che un bambino non può avere.
Mediatori professionisti non ci si improvvisa..Il mio intento è quello, invece, di mettere in luce una realtà che esiste, ma è invisibile agli occhi della società.
Nelle istituzioni (almeno da me) non si riccorre quasi mai al mediatore professionista e questo non fa altro che ostacolare l'accesso alle risorse per le famiglie immigrate, le quali si ritrovano, a dover puntare sui loro figli (questo ovviamente è il mio discutibile pensiero)!
A me piacerebbe capire cosa provano bambini e adolescenti quando percepiscono che i genitori dipendono da loro in molte circostanze della vita di tutti i giorni (a partire dal guardare la tv, passando per fare la spesa fino ad arrivare negli ospedali). Io credo che un bambino debba essere tenuto fuori da certe preoccupazioni che appartengono al mondo degli adulti perchè potrebbe risentirne sul piano dello sviluppo emotivo e cognitivo. Ma non è detto che sia così.
Io credo solo che sia il caso che la società potenzi i servizi di mediazione affinchè i genitori di origine straniera davanti all'ostacolo della lingua non debbano “scomodare” sempre i propri figli con le conseguenze potenzialmente negative che ne possano derivare!
Grazie per gli spunti di riflessione :D

Maria Cristina!


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