Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 23 ott 2009, 11:27 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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Ciao a tutti!
mi chiamo Laura, ho 23 anni e sono nata in Argentina.
Vivo in Italia da quando avevo 3 anni assieme ai miei genitori e fortunatamente avevo i nonni paterni italiani quindi sono stata considerata da subito una "italiana".. lo metto tra virgolette perchè nonostante questo ancora adesso c'è chi si sorprende e mi guarda strano quando dico dove sono nata per via dei miei tratti tipicamente caucasici! :-) Da questa esperienza personale di figlia di immigrati e nipote di emigranti ho avuto la splendida idea di indagare meglio concentrando la mia tesi attorno all'argomento dell'integrazione delle seconde generazioni. Bene, ancora tutto è da decidere e devo dire che nonostante il mio interesse ed entusiasmo sento che nei prossimi mesi avrò bisogno di un sostegno per lo meno telematico per ma "umano" che mi aiuti anche a non cadere nell'errore di teorizzare e disumanizzare l'argomento all'interno dello studio. Vorrei riuscire a dare una lettura del fenomeno il più reale e critica possibile per far capire oltre alle parole ed alle teorie degli esperti il lato umano e sentimentale di essere un figlio di migranti. La storia che ci accomuna ha un valore educativo e formativo immenso e dobbiamo fare tesoro ed applicare ciò che l'esperienza di vivere in transizione ci ha dato. Io non mi sento italiana. E non mi sento nemmeo argentina. Io sono solo Laura.
un Abbraccio


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 23 ott 2009, 11:47 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Benvenuta Laura!

Che cosa studi?
Ed in che parte d'Italia ti trovi?

_________________
Essere umano in divenire


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 23 ott 2009, 12:20 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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ciao! intanto mi scuso per l'italiano orrendo che ho usato nel primo messaggio! :oops:
Studio la triennale Scienze del Servizio Sociale a Trieste e la tesi si occuperà di studiare quanto il background culturale del paese di provenienza dei genitori influenzi l'integrazione delle seconde generazioni. Sono ancora all'inizio, alla "divertente" parte teorica. Ma dovrò fare delle interviste - questionari a tre gruppi di seconde generazioni con origini diverse. Sceglierò tre paesi e cercherò di capire se cambia l'integrazione a seconda dell'origine e come.
Che ne pensate?
avete qualche suggerimento??
Grazie :D


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 23 ott 2009, 14:08 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Località: provincia di Perugia
Potresti darmi qualche definizione accettabile di "integrazione"?
Mi sono sempre chiesto cosa cavolo sia...

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Essere umano in divenire


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 24 ott 2009, 12:59 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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potremmo parlare di cosa sia l'integrazione per ore sena arrivare ad una conclusione. Il modello di integrazione dipende molto dal paese in cui la persona arriva. il sentirsi parte di una comunità può essere considerata integrazione, ma i canoni per giudicare se una persona è integrata possono variare a seconda delle politiche per l'immigrazione che in ogni paese vengono applicate. io sono a favore di una società interculturale, di un mantenimento delle proprio origini e del rispetto per la cultura di origine e per la creazione di una cultura e di un modo di vivere al di sopra di ogni pregiudizio ed estremismo. aprire il proprio mondo, raccontare la propria esperienza di vita e le idee che ogni persona ha unicamente della vita. aprirsi agli altri e cercare di vedere sè stessi attraverso l'altro. questo è fondamentale a mio parere per convivere in un mondo che va semrpe di più verso una società multiculturale. Ciò che le istituzioni stanno facendo è esattamente il contrario. l'immigrazione è un fatto sociale che è esistito da sempre, fa parte della natura dell'uomo. siamo nomadi fin dalle origini. Non si può fermare, non è un rubinetto che si può chiudere. esiste da sempre e sempre esisterà. ed è grazie a chi si muove che l'umanità può crescere. è grazie alle nostre esperienze che si può combattere il razzismo e la xenofobia. purtroppo si sta tornando sempre di più ad un attaccamento insensato alle proprie origini nel modo "puro" ed "estremo" . l'ignoranza porta a questo. e quindi abbiamo l'esempio della Francia in cui il modello di politiche per l'immigrazione prevede la "francesizzazione" del cittadino che migra che deve cancellare la propria origine e diventare un francese a tutti gli effetti (anche se comunque rimane un francese di serie B). oppure coloro che considerano integrazione il lasciare le culture separata in una divisione che aumenta la diffidenza e la paura per quell'estraneo che vive in un ghetto a parte, isolato per evitare "contaminazioni".

questo è solo un idea generale di cosa si può intendere per integrazione. io credo che l'italia ha l apossibilità di imparare dagli errori degli altri stati in cui l'immigrazione è un fenomeno che è già arrivato alla quarta generazione ( pensate e si continua a parlare di figli, nipoti, pronipoti di stranier!) . Invece si va completamente verso una direzione diversa. E con l'esperienza di emigrazione che l'Italia ha avuto si continuano a commettere gli stessi errori.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 28 ott 2009, 16:48 
Sergente di ferro
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Iscritto il: 03 lug 2006, 11:07
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Secondo te le seconde generazioni hanno bisogno di essere aiutate ad integrarsi?
( :oops: che scortese neanche ti ho dato il benvenuto.. BENVENUTA! :mrgreen: )


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 29 ott 2009, 14:14 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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Innanzitutto dipende da cosa intendi tu per integrazione :wink:
Le seconde generazioni hanno una ricchezza che la società deve riconoscere in quanto collegano il paese di arrivo con quello di origine. Sono la possibilità di vincere l'ignoranza che l'opinione pubblica, ma anche i politici e chi dovrebbe saperne molto di più, hanno nei confronti dell'immigrazione. Quello che passa attraverso i giornali e le televisioni è scandalosamente disinformato e fazioso. Vogliono istigare la gente a temere la diversità,in modo da tenere lontane le menti dai problemi più reali. Danno una lettura del fenomeno sbagliata, disumanizzano attraverso le parole e i fatti le persone che sono venute, nate, cresciute in Italia ma che non hanno il sangue con il tricolore. Sinceramente non sono riuscita a capire se il tuo tono era provocativo o se invece era scherzoso(i limiti della comunicazione virtuale, ahimè!). Aspetto delucidazioni! :D

vorrei anche far riflettere sui significato della parola integrazione, spesSo connotata da un senso negativo. A me integrare ricorda molto interagire prima di tutto, mi dà l'idea di un'azione creata da due protagonisti che si arricchiscono a vicenda della loro storia, che imparano uno dall'altro e che condividono e convivono in un interazione costruttiva.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 29 ott 2009, 14:32 
Sergente di ferro
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Iscritto il: 03 lug 2006, 11:07
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Località: Roma
Cita:
ho avuto la splendida idea di indagare meglio concentrando la mia tesi attorno all'argomento dell'integrazione delle seconde generazioni.


Visto che farai la tua tesi sull'integrazine delle sec gen, e hai già scritto cosa intendi tu per integrazione, m'è venuto di chiederti se pensi che se le sec gen hanno bisogno di integrarsi o se bisogna aiutarle ad integrarsi.

Io mi aspettereri (balzando alle conclusioni della tua tesi ?!?! :shock: ) che le sec. gen., almeno quelle cresciute qui -insomma non quelle arrivate a 17-18 anni- hanno bisogno di integrarsi tanto quanto qualsiasi altro membro di questa società figlio di italiani o non.

Quindi.. il tono era un pò provocatorio ma in realtà ero curioso di sapere quale in effetti fosse la tua "tesi". :D


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 30 ott 2009, 12:52 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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....e lasciami arrivare alla parte sperimentale!!! :lol:
prenderò 4 gruppi di persone, studenti, dai 18 anni ai 26 circa, che hanno i genitori che provengono da paesi diversi e li dividerò in gruppi:
1. seconde generazioni latino americane
2. seconde generazioni cinesi
3. seconde generazioni rumene

ora il quarto gruppo sarà un gruppo di italiani, nati in italia, da genitori italiani e vissuti in Italia e verificherò anche il loro grado di integrazioni(per il motivo che hai citato tu)

i parametri per capire il grado di integrazione li sto ancora cercando, pensavo di concentrarmi sulla vita sociale, sul lavoro, sul ricooscimento dei diritti, sulle lingue parlate.

mi scuso se le mie idee non sono ancora molto chiere ma sono solo all'inizio. Inoltre voglio ricordarti che sono anche io una seconda generazione, so quindi molto bene quello che vuol dire e come si vive da "italiani non italiani".

che ne dici? idee, suggerimenti e critiche sono ben accetti.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 30 ott 2009, 12:57 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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e quasi mi dimenticavo.......il background culturale del nucleo famìgliare influenza il grado di integrazione delle seconde generazioni? e se si, in che modo?


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 31 ott 2009, 01:30 
G2 con doppia cittadinanza

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Località: Roma
Laura_Arg ha scritto:
e quasi mi dimenticavo.......il background culturale del nucleo famìgliare influenza il grado di integrazione delle seconde generazioni? e se si, in che modo?


direi TERRIBILMENTE.
Una famiglia di rifugiati politici, magari con alto livello d'istruzione, influenza tantissimo la crescita/formazione del figlio seconda generazione che cresce in italia. Molto diverso invece la famiglia di genitori migranti che emigra prettamente per motivi economici magari con basso livello di istruzione, anche se, anche SE, molte ricerche e statischiche provano che in genere coloro i quali scelgono di emigrare non sono le persone con il più basso livello di istruzione nel proprio paese, dato che già di per sè prendere la decisione di emigrare comporta analisi e successiva decisione ad un certo livello.
Ma penso che tali dinamiche siano uguali anche in una famiglia di "autoctoni", dato che una famiglia con genitori con istruzione più alta può offrire una migliore visione della società/mondo e dell'evoluzione società/mondo al proprio figlio.
Cmq in generale toglierei la parola integrazione dalla tua domanda e la sostituirei magari con formazione, preparazione, visione, istruzione, boh...

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Cinese fasullo


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 31 ott 2009, 03:55 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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L'ULTIMA domanda è il titolo della mia tesi circa... immagino che ci sia sicuramente un influenza, è ciò che voglio dimostrare... comunque molto interessante l'aspetto del livello di istruzione dei genitori, potrebbe essere una delle domande delle interviste. la parola integrazione va ovviamenente sviluppata m ain fin dei conti ciò che vogli ocapire è quali sono le difficoltà che una persona incontra in italia appartenendo alla seconda generazione e se il paese di origine sia un indicatore del fatto che in italia trovi più discriminazioni o difficoltà a costruire una propria identità sociale. ovvio, sono problemi che possono estendersi a tutti gli italiani da generazioni. sarà interesante capire proprio questo, cosa può accumunare e dividere i ventenni di oggi.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 31 ott 2009, 18:16 
Pds in rinnovo

Iscritto il: 08 mag 2007, 21:22
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Pipit ha scritto:
Secondo te le seconde generazioni hanno bisogno di essere aiutate ad integrarsi?
( :oops: che scortese neanche ti ho dato il benvenuto.. BENVENUTA! :mrgreen: )


riprendo la provocazione di pipit per dire che, secondo me, molto dipende da ciò che si intende "integrazione".
Alcuni esempi, integrazione versus assimilazione. Capita che alcune seconde generazioni siano assimilati più che integrati, tant'è che nella comunità cinese si organizzano lezioni di cinese per le seconde generazioni cinesi onde evitare il rischio di assimilazione e la "integrazione" nella comunità d'origine.
Oppure l'integrazione in una certa sfera sociale meno frequentata dagli immigrati e quindi tendenzialmente chiusa ai figli d'immigrati.
Per fare un esempio di vita, io iniziai a lavorare in una grande azienda ma ai cui vertici sedevano normalmente i frequentatori dei salotti della Milano bene ed i loro rampolli.
Potresti mai integrarti in tale ambiente? O per esempio in quelle "caste" professionali in cui, per un motivo o per l'altro, i lavori si tramandano di generazione in generazione e che tendono ad escludere quindi chi non fa parte di questo ambiente. Questo è vero per buona parte degli italiani doc, ma vale in misura maggiore per il figlio di un immigrato che ha vissuto parte della propria formazione culturale e professionale all'estero.
Quando vedrò un buon numero di seconde generazioni che fanno anche il notaio, allora penserò che queste sono veramente integrate in Italia.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 31 ott 2009, 18:33 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
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questo discorso è esattamente quello che voglio cercare di far emergere. I modelli di integrazione in Europa e nel resto del mondo sono stati classificati e studiati da molti. il modello dell'assimilazione si vede soprattutto in Francia, dove si chiede ai figli degli immigrati di cancellare la propria cultura e di diventare francesi (vedi anche "francesizzazione"), nonostante poi rimangano per generazioni cittadini di serie B.
In America o in Inghilterra si lascia che la seconda generazione e gli immigrati decidano il modello culturale a cui appartenere ma i mondi rimangono spesso separati caratterizzati da livelli di vita, posizioni lavorative e riconoscimenti spesso determinate dal paese di origine. In Italia non esiste un modello così radicato ed unico. siamo ancora indietro nonostante negli ultimi anni stiamo facendo lo stesso percorse die paesi invece che apprendere da loro. In Italia si assiste all'integrazione subalterna... un integrazione più flessibile ma che presenta comunque più problemi di quanto si creda. Sto leggendo giusto ora un testo di Ambrosini e Molina dal titolo appunto "Seconde generazioni" . e devo dire che presenta un visione di insieme sul tema molto realistica e approfondità.


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 Oggetto del messaggio: Re: una seconda generazione in tesi!
MessaggioInviato: 31 ott 2009, 18:48 
Clandestino

Iscritto il: 23 ott 2009, 11:13
Messaggi: 30
Ed è purtroppo vero che le seconde generazioni rimangono spesso cittadini di serie B. Alcune poi più delle altre. Io sono venuta in Italia 20 anni fa ormai. sono cresciuta qui, ho studiato qui, parlo lo spagnolo e l'italiano mescolando le lingue in famiglia e faccio una vita come un qualunque altro italiano. Non ho subito discriminazioni fortunatamente se non solo ogni tanto con le solite domande ed uscite che inizialmente mi imbestialivano ma che con il tempo ho imparato ad ironizzare. Da piccola un giorno rimasi molto male quando a scuola i miei compagni mi davano della drogata perchè era appena uscito lo scandalo di maradona e del suo uso di cocaina. Quanto possono essere perfidi i bambini , ma soprattutto quanto di più lo possono essere gli adulti. "ti piace di più qui o in Argentina?" "ovvio, qui si sta meglio, poverini, non hanno da mangiare lì" "non sembri argentina, hai la pelle chiara"
solo alcune. io mi sento integrata... mi sento in mezzo all'oceano. nè di qua nè di là. mi piace raccontare dle mio paese, spiegare come si vive e quale sia la realtà. credo di aver sofferto principalmente solo per la mancanza di una famiglia qui. i nonni, gli zii, i cugini... invidiavo i miei compagni che la domenica mangiavano in famiglia. Odio il Natale, in cui ci ritroviamo tristemente a guardarci noi 4 in faccia. Questo ha segnato la mia vita, oltre che a quella dei miei genitori. Ci ha uniti come famiglia nonostante i momenti difficili in cui non hai il supporto di qualcuno. ho imparato cosa vuol dire sacrificarsi e sentirsi diversi. e credo che io sono stata fortunata. Amo i miei genitori per quello che hanno fatto per noi. gli ammiro quando vedo come con fatica hanno realizzato i propri sogni. mi viene da piangere quando mia madre dice di non avere amiche se non le solite due argentine che vivono vicino al mio paese. mi sento un pesce fuor d'acqua quando torno a Buenos Aires. mi sento una bellunese a metà. ma sento di poter essere molto più aperta al nuovo, all'incontro con chi è diverso da me , con chi ha vissuto esperienze di vita lontane dal mio mondo. sento che ho qualcosa in più..una marcia in più, la sesta?! :-) e non voglio perdere le mie radici, ma nemmeno rinnegare la cultura che in un certo senso mi ha accolta. eppure io ho vissuto qui dall'età di 3 anni. L'integrazione è portare due valigie provenienti da città diverse.


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