Da i pensieri della carissima Neva, sono venuti fuori questi miei ragionamenti.
Kibra e le orme dei padri (in Europa) Scritto da: Alessandra Coppola alle 00:30 Tags: nuovi europei, seconda generazione
--------------------------------------------------------------------------------
di KIBRA SEBHAT*
"Nonostante io sia italiana, non solo perchè mi sento italiana, ma perchè lo sono di fatto; nonostante sia già a casa mia qui a Roma, con importanti riconoscimenti al mio lavoro in Italia, sono costretta a trasferirmi come hanno fatto i miei genitori diventando da seconda generazione, con un percorso identitario ormai consolidato, prima gnerazione come loro, con le gioe e i dolori del caso. E questa cosa non mi piace." Queste più o meno le parole confidate mesi fa da una cara amica, ricercatrice italiana di origini croate, ora in Spagna. Di ritorno e in partenza per l'Europa, le sue parole mi sono risuonate ancora pià chiare e rappresentative della prima volta. Perchè se è vero che viviamo le stesse sfide - che ci pone questo particolare momento storico - dei nostri coetanei italiani, e intendo dire la necessità di spostarsi nel continente purtroppo non solo per formarsi, ma per trovare la realizzazione personale, se non un più sicuro equilibrio economico; ebbene ci distingue comunque l'approccio a quello "spostamento". Una prima scuola di seconde generazioni che ha sempre pensato a se stessa come di passaggio in un'Italia poco affettuosa, non vede l'ora di ripercorree le orme dei genitori, quasi come se la sfida del trasferimento, dell'ambientazione e dell'interiorizzazione di una nuova realtà fosse un rito di iniziazione da superare. La seconda scuola invece ha la certezza di trovarsi già a casa e vive il distacco con l'Italia malvolentieri, come tutte le persone che sono costrette a lasciare il proprio mondo per necessità e non per volontà. Non sempre queste seconde generazioni hanno raggiunto il massimo della loro consapevolezza su se stesse come italiani di origine straniera, tuttavia self-consciousness o no, rappresentano l'altra metà della medaglia. E non è detto che si faccia parte di una scuola per tutta la vita, personalmente facevo parte della prima scuola fino a qualche anno fa, quando ho scoperto, o per meglio dire ho guardato in faccia, il legame fortissimo che avevo con la città di Milano. Detto questo vi lascio con un quesito: se è vero che siamo ancora nuovi italiani, a un'Europa dove la globalizzazione va a braccetto con il regionalismo, cercando di lasciare alle spalle il nazionalismo, e che soprattutto quando ci guarda ci vede europei, e basta, le seconde generazioni cosa rispondono? E gli italiani tutti?
*esponente milanese della Rete G2 - Seconde generazioni, nella foto è lei al MyDay2010
|