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MessaggioInviato: 09 ott 2007, 18:30 
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Iscritto il: 14 lug 2006, 20:30
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A parte l'errore (orrore :? ) di chiamare immigrato chi è nato o è stato scolarizzato in Italia, il resto è una segnalazione interessante. Il titolo del progetto è un po' scioccante: Giovani generazioni di immigrati :shock: . Ma si può sapere 'sti bambini come hanno fatto a emigrare se sono nati in Italia?e per i cresciuti in Italia perché non smettere di chimarli immigrati se sono stati portati qui dai genitori? questi bambini e adolescenti non avevano un loro progetto migratorio quando sono arrivati qui: e allora anche loro, perché chiamarli "immigrati"?

Per il resto buona fortuna ai bambini/e seguiti dalla Caritas di Napoli e agli operatori.


Napoli, centro di integrazione per bambini


NAPOLI - E' un progetto che punta a integrare i giovani immigrati che vivono a Napoli. E' appena stato avviato al Centro di accoglienza della Caritas "Ero forestiero", nella zona flegrea di Napoli.
L'iniziativa "Integra - Percorsi di accompagnamento e integrazione per giovani generazioni di immigrati" è nata grazie a una proposta dalla Caritas diocesana di Pozzuoli ed e' coordinata da Fausta Sabatano, pedagogista esperta di progettazione in ambito socio-educativo.

Il progetto è rivolto ai bambini stranieri e italiani provenienti da famiglie disagiate e di eta' compresa tra i 5 ed 13 anni. L'attività coinvolge in parte anche i genitori.
I bambini tutti giorni dalle ore 15,30 fino alle 19,30 vengono coinvolti in varie attività formative. Si insegna loro a seguire un buon metodo di studio mentre fanno compiti, ma c'è anche un laboratorio di educazione interculturale con l'aiuto di un mediatore culturale. I bimbi possono raccontare usi e costumi del proprio paese. Fra gli altri laboratori sono attivi quello delle fiabe, quello sulla musica con un professore e quello delle emozioni in cui intervengono gli psicologi. Durante il pomeriggio i bambini hanno una pausa con una merenda offerta dal centro.
Viene inoltre garantito un servizio di pulmino per il trasporto dei bambini dalla propria abitazione al centro.
Tutto è gratuito con l'unica condizione che i genitori devono una volta al mese partecipare a incontri di gruppo per confrontarsi e ricevere un sostegno da pedagogisti e psicologi.


. Il centro si prende cura e sostiene l'intero nucleo familiare e diventa un punto di riferimento sia per i bambini che per i genitori.


Il progetto prevede la partecipazione di 70 bambini.
Finora gli iscritti sono 50
tra cui ucraini, moldavi, africani ,romeni, brasiliani , americani ed italiani.



Inoltre verrà aperto uno sportello d'ascolto, dove i genitori possono ottenere sostegno da parte di uno psicologo.
Alla fine dell'anno scolastico per questi bambini ci sarà anche la colonia estiva.

"Ł'immigrazione fa parte della nostra realtà. Il nostro obiettivo è quello di aiutare gli immigrati in un processo di reale integrazione - dice la coordinatrice scientifica del progetto Fausta Sabatano -
Per questo nel nostro progetto sono presenti anche bambini italiani. La multiculturalita' e' un emergenza educativa che richiede un intervento formativo integrato tra famiglie, scuola, tenti locali e religiosi".


Per informazioni ed iscrizioni chiamare al numero 081.5269168
Le iscrizioni sono ancora aperte.

(9 October 2007)

Fonte: Metropoli di repubblica


Ultima modifica di G2 il 17 ott 2007, 13:27, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10 ott 2007, 10:10 
Sergente di ferro
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potremmo chiedergli se sono interessati al fotoromanzo e se ci pagano la stampa mandargliene delle copie... e magari andare a presentarlo che ne dite? Bisogna iniziare ad arrivare più a sud...


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MessaggioInviato: 10 ott 2007, 14:48 
Extra terrona
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a me sembra una buona idea pipit. una idea da proporre anchein diversi territori


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MessaggioInviato: 10 ott 2007, 15:17 
Sergente di ferro
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li abbiamo già i loro contatti? o solo il numero per le infomrazioni?


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MessaggioInviato: 10 ott 2007, 15:37 
Extra terrona
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Località: roma
per ora solo quel tel., ma possiamo un contatto più diretto...


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MessaggioInviato: 17 ott 2007, 16:15 
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Questa un'altra iniziativa a Napoli:

Napoli, a scuola "Nessuno è straniero"

di G. Pentelescu

NAPOLI – Le scuole di Napoli si attrezzano per far fronte al crescente numero di alunni stranieri. Mentre in altre città i genitori tendono a disertare le classi multietniche, ritenendole inadeguate alla formazione dei propri figli, nel capoluogo partenopeo la situazione è diversa. Almeno all'Istituto Bovio-Colletta (scuola materna, elementare e media). “Da noi - dice Concetta Soldi, insegnante impegnata nel progetto “A scuola nessuno è straniero”- non è mai avvenuto che un genitore italiano non accettasse che suo figlio fosse iscritto in una classe con molti bambini immigrati”. L'istituto Bovio è nei pressi della stazione centrale, in un'area dove vivono molte famiglie di cinesi, nordafricani ed est-europei (ucraini, russi, polacchi e romeni).

“Nella nostra scuola, la presenza di alunni stranieri sfiora il 10% - precisa l'insegnate Stefania Minatore - . Il progetto “A scuola nessuno è straniero” nasce per favorire l'integrazione e la multiculturalità tra gli allievi. Gli alunni immigrati, pur se desiderosi di inserirsi, incontrano infatti notevoli difficoltà nell'apprendimento dell'italiano, soprattutto se sono di recente immigrazione”.

Della stessa opinione è anche Concetta Soldi, che ha notato che l'atteggiamento dell'alunno dipende spesso anche dalla nazionalità. “In una prima fase, i bambini cinesi non comunicano né con noi, né con i compagni. Prima hanno il bisogno di imparare la lingua, dopodiché diventano intermediari tra noi e i loro genitori. Ma verso gli otto anni d'età, i genitori li mandano in Cina per imparare la lingua e le tradizioni del loro Paese. Così al ritorno molti bambini hanno dimenticato ciò che avevano appreso e bisogna ricominciare da zero.”

Il progetto si sviluppa in tre moduli (per alunni, genitori e docenti) autonomi ma correlati nelle finalità: accoglienza, mediazione linguistica e culturale, corsi d'italiano e formazione. È essenziale l'aiuto dei mediatori culturali, che affiancano i docenti nei corsi d'italiano e nei rapporti con i genitori. “Nel modulo “genitori” - racconta la docente Daniela Sette - abbiamo formato un gruppo di venticinque mamme con le quali siamo entrate in sintonia. Vari episodi ci hanno fatto capire che tra loro è nata una complicità amichevole, che va oltre il colore della pelle o il ceto sociale. Una signora polacca era incinta e le altre madri, dopo averle consigliato un buon medico, l'hanno aiutata a preparare il corredino”.

Indicativo dell'armonia che regna nel gruppo il racconto di una mamma immigrata, emozionata perché suo figlio per la prima volta è stato invitato alla festa di compleanno di un compagno italiano. Ma l'episodio rivelatore riguardo alla capacità degli adulti di capire i desideri dei più piccoli riguarda un bambino di religione musulmana, figlio di un tunisino e di una polacca. In occasione della recita di Natale, le insegnanti si domandavano se il padre fosse d'accordo nel far partecipare suo figlio ad una festa cristiana. Hanno chiesto il suo parere. Il risultato? Nell'insolito presepe vivente, il bimbo impersonava Babbo Natale e il papà filmava la recita.

(17 October 2007)

Fonte: Metropoli di repubblica


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