A parte il definire immigrati ragazzi nati in Italia vale la pena leggerlo. Ricordiamo che secondo l'attuale normativa chi ha il passaporto straniero, pur esenso nato o scolarizzato in Italia, non può fare il servizio civile volontario nazionale. Ne sa qualcosa la nostra G2 Dona e altri ragazzi/e. per questo nascono piccole iniziaitive in alcune città italiane.
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IMMIGRAZIONE 16.5207/06/2007
Il servizio civile si apre agli immigrati: al via il primo bando a Torino
E' destinato agli stranieri di seconda generazione, fra 18 e 26 anni, che non possiedono la cittadinanza italiana. L'assessore Curti: ''Oggi a Torino sono 18.000 i giovani stranieri: una piccola città che sta crescendo''
TORINO - Il bando per partecipare al “Servizio Civile Volontario – Giovani Immigrati a Torino” è stato presentato oggi dall'assessore alle Politiche per l’integrazione Ilda Curti. Destinato ai giovani stranieri di seconda generazione, di età compresa fra i 18 e i 26 anni, che vivono a Torino e non possiedono la cittadinanza italiana, è parte del progetto “Se non ora, quando?” , finalizzato a rafforzare e sostenere i percorsi di inclusione dei cittadini stranieri di seconda generazione. “Fare la città significa investire sui ragazzi, perché fra pochi anni saranno giovani adulti e formeranno il tessuto della società. – ha dichiarato Ilda Curti - Oggi a Torino sono 18.000 i giovani stranieri: è una piccola città che sta crescendo. È responsabilità nostra fare in modo che fra 15 anni si sentano non stranieri, ma appartenenti alla città”.
Tra i destinatari del bando, saranno selezionati venti giovani, 10 ragazzi e 10 ragazze, ai quali affidare il compito di supportare le diverse azioni in cui si articola il progetto, tessere legami con i cittadini immigrati e i diversi attori che vivono e operano nell’area di riferimento del programma. I quartieri scelti per questa iniziativa sono Barriera di Milano e Vanchiglia-Vanchiglietta, due quartieri di Torino dove gli stranieri, soprattutto giovanissimi, sono molto numerosi. “Sono due zone a nord di Porta Palazzo, viste dall’alto, ne sono come la “cintura” - ha spiegato la Curti - due barriere operaie, quartieri popolari che sono molto cambiati in questi ultimi anni; dove la popolazione italiana è sempre più vecchia e i giovani sono andati via, mentre al posto loro sono “subentrati” i migranti”.
“Sono due territori che hanno bisogno di non avere paura - ha aggiunto la Curti - che hanno bisogno non di ghetti, ma di porte che si aprono, di luoghi dove i giovani migranti possano mettersi in relazione con gli altri”. “I ragazzi che studiano, lavorano, si impegnano devono essere visibili, non si deve parlare sempre solo del disagio”. Ai giovani selezionati, la Città di Torino chiede di impegnarsi per 12 mesi, dedicando un orario settimanale minimo di 12 ore e massimo di 36 ore, in cambio del quale offre percorsi formativi e un corrispettivo economico di circa 430 euro mensili, la stessa cifra che viene corrisposta ai loro coetanei italiani, in servizio civile nazionale. “Questo bando –ha dichiarato l’assessore alle Politiche Giovanili Marta Levi – dà ai giovani migranti garanzie di un impegno, cioè non staranno solo lì a fare fotocopie”. È una sperimentazione, ma la richiesta da parte dei ragazzi è già molto alta” . Il bando completo si può ritirare presso il Centro Infromagiovani via delle Orfane 20, dal martedì al sabato (9.30/18.30) – N.verde 800 166 670 , oppure scaricare da internet alla pagina
http://www.comune.torino.it/infogio- La data di scadenza è fissata alle ore 12 del 6 luglio 2007.
Fonte: Redattore Sociale