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Torino: sucidio di un ragazzo italo-filippino http://www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=5&t=319 |
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Autore: | G2 [ 05 apr 2007, 18:15 ] |
Oggetto del messaggio: | Torino: sucidio di un ragazzo italo-filippino |
Sul corriere della sera di oggi, dalla prima pagina un articolo era dedicato a un ragazzo di 16 anni di origini filippine, mamma filippina lavorava come collaboratrice familiare e padre italiano agricoltore. Il ragazo studiava in un grande istituto tecnico di Torino, andava benissimo a scuola, era molto sensibile un po' introverso, e negli ultimi tempi un po' depresso. dicono soprattutto perché era bersaglio di alcuni compagni di scuola che gli rompevano tanto le scatole dicendo che era gay. Il ragazzo, nell'articolo viene chiamato Marco (ma nome di fantasia perché era minorenne). Ci dispiace Marco. dispiace che fossi così solo o ti sentissi così triste da pensare a un finale senza ritorno. |
Autore: | paula [ 06 apr 2007, 16:46 ] |
Oggetto del messaggio: | |
questa è una lettera scritta da una madre filippina che è anche capo di una organizzazione di filippini in italia. Nel testo ri riferisce alla trasmissione di ieri sera su Rai Tre del programma "Primo Piano" dove è intervenuta la preside/direttrice scolastica dell'Isituto dove studiava il ragazzo. ------------------------------------------- Irma Tobias presidente Associazione lavoratori filippini in Italia Un ragazzo di sedici anni si è suicidato. “Non mi sento accettato, non mi sento integrato, mi sento diverso” questo il messaggio che, secondo i giornali, ha scritto prima di compiere quel gesto estremo. “I compagni di scuola lo prendevano in giro e gli dicevano che era gay” hanno spiegato in televisione. Nel dolore della madre, nei suoi lineamenti filippini, nella sua condizione di immigrata ho ritrovato il tormento che affligge molte di noi. Non sono abituata a commentare fatti che non conosco e so bene che è difficile individuare le complesse motivazioni che spingono un adolescente al suicidio, ma ho visto con rabbia l’intervista alla preside dell’istituto tecnico “Sommelier” di Torino. Al suo posto avrei pianto per la perdita di un suo alunno, avrei detto “le abbiamo provate tutte ma non ci siamo riuscite”, avrei urlato che nonostante i nostri sforzi non siamo riusciti ad acciuffare il dolore di uno dei “nostri ragazzi” e che forse dovremmo imparare da un fatto così tragico. E invece lì a giustificarsi, ad allontanare da se le responsabilità, a minimizzare perfino il comportamento degli altri ragazzi. Ancora una volta una istituzione sorda, fredda, distaccata almeno nelle parole della preside così solerte nel farsi intervistare. Questi nostri ragazzi sospesi tra due mondi distanti e nessuno che si sforza di capire, di agire. Crescere dentro i valori della tua famiglia di provenienza, dentro gli odori, le abitudini, i sapori, gli accenti di un mondo che seppur lontano ti appartiene che è dentro di te, è nei tuoi lineamenti, nei colori dei tuoi occhi, nel viso di tua madre. E nello stesso tempo crescere in un mondo, quello dove vivi quotidianamente, dove cresci, abiti, vai a scuola, dove è importante essere accettato, esserne parte a tutti gli effetti, e quando pensi di avercela fatta, di poter esserne parte, di essere uno tra i tanti ecco la “sciagura”, perché così la presentano le ossessive note delle CEI e il luogo comune, comune questo si a tutte le latitudini, dell’eventualità dell’omosessualità. Questo tormento che spacca i cuori dei nostri ragazzi, che non li fa sentire né di qua né di là, un po’ figli di immigrati un po’ cittadini italiani, questo tormento la società non comprende, non vuole cogliere. A volte ci si domanda dove nascono i sentimenti di estraneità che con tanta violenza si sono palesati nelle periferie parigine. Ragazzi nati e cresciuti nel bel mondo occidentale e tutti sorpresi a domandarsi perché. Che società infernali sono quelle che non sono capaci di impedire una situazione comune a migliaia di ragazzi che affollano le scuole italiane. E se una società non è in grado di farti sentire accettato, di integrarti, di intervenire, non potrai mai sentirla, viverla, amarla come la tua società. |
Autore: | Dona [ 07 apr 2007, 23:40 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Ho i brividi adesso e li ho avuti anche quando ho sentito la notizia al telegiornale. Mi dispiace molto per Marco e la sua famiglia. sono rimasta allibita ed amareggiata quando durante il servizio quasi sminuivano l'accaduto ripetendo che erano soltanto battute. Un detto italiano recita "lo scherzo è bello se dura poco", ma quello successo a Marco durava da tempo! E' possibile che nessuno dei ragazzi e della scuola abbia capito che ogni persona ha una sua sensibilità?! |
Autore: | Cino [ 08 apr 2007, 01:23 ] |
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Dona ha scritto: E' possibile che nessuno dei ragazzi e della scuola abbia capito che ogni persona ha una sua sensibilità?!
quant'è vero, c'è gente che indurisce il proprio cuore e la propria scorza per sopravvivere a ste cose, ci sono ragazzi però troppo buoni d'animo che non riescono magari a farcela contro la cattiveria delle persone |
Autore: | paula [ 08 apr 2007, 18:45 ] |
Oggetto del messaggio: | |
farsi le ossa e non diventare come i prepotenti o gli indifferenti ma restare sensibile e critico verso le ingiustizie: è una strada difficile ma non impossibile. ma ci vogliono anche amici che ti stiano accanto e possano capirti. o semplicemente ascoltarti e dire: passerà. |
Autore: | Lucia [ 08 apr 2007, 19:43 ] |
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Da quel che avevo sentito, si sottolineavano soprattutto le battute sul fatto di essere gay, più che un giovane di origini filippine e mi chiedevo se è la solita storia di minimizzare la questione della mancata integrazione per sviare su altro...(che sarebbe comunque nella fattispecie un episodio di razzismo) comunque sia andata è davvero molto triste |
Autore: | Pipit [ 10 apr 2007, 14:37 ] |
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Sono stata fuori per qualche giorno e leggo solo ora questa brutta notizia. Povero ragazzo. Povero G2. |
Autore: | paula [ 13 apr 2007, 12:40 ] |
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secondo voi alle seconde generazioni adolescenti e in difficoltà come lo era il giovane Matteo potrebbe servire G2? un gruppo identità con gli incontri a tema come facciamo qui a roma potrebbe servire anche a torino? in fondo noi parliamo di tutto, ogni incontro non sappiamo dove ci porterà... |
Autore: | Pipit [ 13 apr 2007, 13:38 ] |
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Credo di sì. Anche se molti adolescenti e non solo, hanno difficoltà che possono essere affrontate con un sostegno "professionale". Certo con un gruppo come il nostro magari uno si sente meno solo... |
Autore: | GioiaK [ 13 apr 2007, 15:03 ] |
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non posso che confermare ciò che supponete, credo che sarebbe molto utile a tanti, soprattutto viste e considerate la difficoltà nel creare relazioni umane decenti qua nel nord italia, dove la gente è spesso chiusa e diffidente con i vicini di tutta la vita, figuriamoci con quelli "nuovi". e poi il razzismo e le discriminazioni qua sono tangibili. ma come diceva paula in qualche altro intervento a questo proposito, fino a che questa rimarrà una mia supposizione o di altri pochissimi, non accadrà molto. se altri G2 di queste parti esprimeranno questa esigenza, probabilmente le cose andranno da sole... vedremo... ![]() |
Autore: | cilex [ 07 mag 2007, 14:08 ] |
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non ha avuto la forza di fare il traapasso.... a volte è veramente traumatico.... |
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