SE TUTTI i vigili urbani perseguissero gli automobilisti indisciplinati con lo stesso accanimento che i loro colleghi dell'ottavo gruppo di Roma hanno riservato al cittadino romeno Valerica Butnaru, la capitale avrebbe da tempo risolto i suoi problemi di traffico. Se poi si considera il fatto che Valerica non è un automobilista ma un ciclista, e non è nemmeno indisciplinato, si ha un'idea, seppure parziale, della dedizione e dell'impegno che gli sono stati riservati. Roba da encomio solenne.
La sera del 23 luglio scorso, Valerica tornava a casa alla guida della sua bicicletta quando fu travolto da un'auto. Il guidatore, che evidentemente era di fretta, lo lasciò pesto e sanguinante sull'asfalto e proseguì per la sua strada. Valerica, aiutato da alcuni passanti, riuscì a rimettersi in piedi. Qualcuno, per estremo scrupolo, ebbe l'idea di chiamare l'ambulanza che arrivò tempestivamente, assieme ai vigili urbani, e accompagnò il ferito al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini. Nulla di grave, per fortuna: qualche escoriazione, un braccio dolente. Dunque, un po' di bende e di pomate, ed ecco il nostro Valerica che s'accinge a inforcare la sua vecchia e ammaccata bicicletta.
Ma nella sala d'attesa ad attenderlo ci sono i vigili. Dopo averlo accompagnato sono rimasti là. Non, però, per un particolare interesse sulle sue condizioni di salute. Semplicemente hanno capito Valerica (che era privo di documenti) molto probabilmente è un irregolare. Dunque, ferito o no, decidono di fare immediatamente il verbale di identificazione e la dichiarazione di domicilio come persona sottoposta a indagini. Sono quasi le due di notte.
Alle 16,40 del giorno successivo, cioè dopo poco più di dodici ore, Butnaru Valerica, nato a Focuri, Romania, il 9 ottobre del 1977, riceve il decreto di espulsione emesso dal prefetto di Roma, con l'ordine di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Non gli va nemmeno malissimo, perché non viene immediatamente caricato su un aereo per Bucarest, e così ha la possibilità di rivolgersi a un avvocato, Maria Eugenia Mongini, del foro di Roma, che presenta un ricorso. Presto un giudice di pace sarà chiamato a decidere.
Non si può dire che Valerica sia un uomo fortunato. Non solo perché tra i 360.000 romeni residenti in Italia (ma sono un milione secondo altre stime) è capitato proprio a lui di farsi travolgere da un'auto nell'ottavo municipio. Non solo perché qualcuno ha chiamato i vigili, mentre se fosse stato per lui avrebbe proseguito con le sue gambe e si sarebbe medicato a casa o sarebbe andato in seguito al pronto soccorso, ma senza scorta. La sfortuna riguarda anche il momento in cui gli è capitata la disgrazia. Se infatti fosse stato investito tra poco più di un mese, Valerica non sarebbe stato un extracomunitario. Dal primo gennaio (come ha ampiamente riferito "Metropoli" nel numero della scorsa settimana) la Romania - assieme alla Bulgaria - entrerà nell'Unione Europea. Dunque Valerica, che piaccia o no, sta per diventare a tutti gli effetti un cittadino europeo.
Questo fatto rende ancor più inspiegabile tanto impegno. Nel ricorso al giudice di pace, l'avvocato sottolinea che si è trattato di uno spreco di tempo e anche di denaro. Ma va anche detto che il tempo dedicato a Valerica è stato risparmiato su un altro fronte. Infatti dell'auto pirata si è immediatamente persa ogni traccia e a questo punto non c'è alcuna speranza che venga individuata. Dunque ciclisti, extracomunitari e no, massima prudenza nelle strade dell'ottavo municipio di Roma.
(
glialtrinoi@repubblica.it)
(3 dicembre 2006)
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