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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 12 apr 2008, 16:47 
Clandestino

Iscritto il: 12 apr 2008, 16:37
Messaggi: 2
Località: Roma
Ciao a tutti!
Io mi chiamo Mariangela e vivo a Roma dallo scorso settembre. Volevo anzitutto farvi i complimenti per tutti i progetti che riuscite a portare avanti , mi piacerebbe molto leggere il fotoromanzo G2, sempre se vi è rimasta qualche copia!

Vorrei proporvi una collaborazione per un progetto che sto sviluppando per la mia tesi, cercherò di spiegarvi al meglio di cosa si tratta.

Sono laureanda al corso di specializzazione in Design della Comunicazione e il tema che tratterà la mia tesi è proprio l’immigrazione, in vista dell’anno europeo dedicato al dialogo interculturale. Ho letto molto materiale a riguardo, forse anche troppo, ed ho scoperto una miriade di progetti “multiculturali” interessanti, sia in Italia che in Europa. Ho constatato con piacere che ormai le comunità di immigrati sono diventate delle vere e proprie imprese culturali e che, specie a Roma, ogni comunità ha dei propri festival musicali, cinematografici ecc. Sempre a Roma, ho notato che la rete di associazioni del quartiere Esquilino riesce ad organizzare una serie infinita di incontri, conferenze, eventi di ogni genere, come la giornata dello sport senza frontiere, che riscuotono una grande partecipazione da parte della popolazione.

A me piacerebbe parlare dell’immigrazione da un punto di vista un po’ diverso. Vorrei realizzare un progetto che metta in luce più di ogni cosa le trasformazioni che stanno avvenendo in Italia, dovuta alla cosiddetta mondializzazione della società. L’identità culturale italiana sta indubbiamente cambiando, si sta arricchendo ed innovando grazie agli scambi e ai “dialoghi” con altre culture assolutamente diverse. È in questa maniera che andrebbe vissuta l’immigrazione, ma purtroppo in Italia la classe politica non è mai stata in grado di gestire tutte le problematiche ad essa collegate e, di conseguenza, i mass media ne parlano esclusivamente come un problema.

Se la società italiana si sta mondializzando, se ci sono in atto delle grandi trasformazioni inarrestabili, vuol dire che anche l’identità culturale italiana si sta evolvendo, si sta rinnovando lentamente. Questi cambiamenti sono visibili persino nel settore dell’alimentazione. Il cibo va di pari passo all’identità culturale di un popolo, perciò le tradizioni gastronomiche e i gusti di un popolo si trasformano di conseguenza. E’ quasi impossibile individuare una tradizione autoctona, lo dimostra la melanzana. La melanzana, ormai ritenuta parte integrante della tradizione gastronomica italiana, non è una coltivazione originaria di questo paese. Si possono fare altri milioni di esempi, dal caffè espresso alla polenta. Qualcuno dovrebbe ricordare a quelli di lega nord che il mais è arrivato in Italia dopo la colonizzazione dell’America del sud; di conseguenza non appartiene realmente alla tradizione gastronomica veneta. Ovunque nel mondo è impossibile ricordare e distinguere l’origine di certe tradizioni gastronomiche forti.
Allo stesso modo in Italia, la richiesta da parte delle comunità di immigrati di cibi e spezie provenienti dal paese d’origine, ha ingrandito le importazioni di materie prime un tempo difficili da reperire. Aggiungerei che oggi come oggi è indubbiamente molto più sano mangiare gli ortaggi venduti negli alimentari etnici che la mozzarella di bufala. Ma ovviamente è questa la tradizione gastronomica che si vuole conservare e tutelare. Sul cibo, sulle tradizioni gastronomiche di un popolo e sulle biodiversità ci sarebbe molto altro da dire, ma ovviamente cercherò di andare al punto della questione.

Vorrei realizzare una sorta di indagine sulla “nuova” tradizione gastronomica italiana, se così possiamo definirla. Ovvero: un’indagine su quello che si mangia in Italia. Questo includerebbe innumerevoli tradizioni diverse, che tutte insieme andrebbero a costituire una specie di unica tradizione transculturale.
L’ indagine richiederebbe ovviamente la partecipazione di altre persone, perciò pensavo ad un sito web in cui gli utenti possano raccontare cosa mangiano ed inviare ricette, in modo da creare l’archivio o la raccolta della nuova cucina italiana, che si rinnova di continuo (si può addirittura pensare ad un nuovo dizionario della gastronomia italiana). Si può pensare anche una piccola web tv di cucina, grazie alla quale gli utenti possono imparare a cucinare piatti diversi. Per fare questo si potrebbero invitare persone sempre diverse a spiegare passo per passo una ricetta da filmare. Il progetto può prevedere ovviamente decine di altre cose diverse ad esso collegate (un libro di nuove ricette italiane? Una rivista periodica? Manifesti pubblicitari? Un set di nuovi strumenti per cucinare? Marmellate di frutti esotici da comprare online?), ma per questo mi serve il vostro contributo e il vostro punto di vista.
Che cosa ne pensate? Può essere un progetto interessante? Che cosa aggiungereste/cambiereste?
Spero di ricevere al più presto delle vostre risposte e spero soprattutto che abbiate davvero voglia di collaborare.
Grazie mille e a presto
Mariangela


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MessaggioInviato: 13 apr 2008, 13:24 
Pds in rinnovo

Iscritto il: 08 mag 2007, 21:22
Messaggi: 173
il discorso delle tradizioni gastronomiche che cambiano è indubbiamente interessante e varrebbe la pena dimostrare che queste contaminazioni gastronomiche sono avvenute inpassato con il conseguente arricchimento delle tradizioni italiane.
Con associna, per esempio, avevamo organizzato un incontro sul tè, come bevanda che oramai è un patrimonio dell'umanità, ad un'altra iniziativa che stiamo organizzando al Museo Pigorini la comunità peruviana per esempio ha dei workshop sulla patata, visto che quest'anno è l'anno della patata, anch'essa diventata un patrimonio di tantissimi popoli pur essendo questo un tubero di origini sud americane.
E vi sono tantissimi altri esempi che dovrebbero essere menzionati soprattutto a beneficio di quegli italiani "autoctoni" che non hanno idea di quanto la cucina italiana deve ai contributi del mondo esterno.


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MessaggioInviato: 13 apr 2008, 19:39 
Clandestino

Iscritto il: 12 apr 2008, 16:37
Messaggi: 2
Località: Roma
esatto, ci sono molte contaminazioni all'interno di qualsiasi tradizione gastronomica; ci sono somiglianze incredibili anche fra popoli apparentemente lontani.
la cucina italiana deve molto a tutta una serie di influenze ormai quasi impossibili da distinguere. le contaminazioni danno vita a qualcosa di assolutamente nuovo, qualcosa che può essere creato solo conoscendo altri modi di fare e di pensare a noi sconosciuti.
probabilmente è ancora troppo presto per individuare la nuova tradizione italiana, ma so che qualcosa sta già avvenendo, dovuto in parte proprio ai flussi migratori, alla disponibilità di materie prime che in passato erano difficilmente reperibili, e a mille altri fattori.
per esempio: se io provassi a cucinare un piatto tipico cinese, so che otterrei una specie di versione italianan dell'originale, anche se seguissi la ricetta alla perfezione. perchè? perchè non ho gli stessi strumenti, gli stessi identici ingredienti, magari comincerei a sostituirli con qualcosa che credo sia simile, ma anche il clima contribuirebbe a cambiare leggermente la mia preparazione.
c'è molto da studiare, da analizzare e da fare in questo ambito di ricerca, ed è proprio quello che vorrei fare. spero di riuscire a trovare persone che abbiano voglia di confrontarsi e di raccontarsi. mi servirebbero, persone, storie, ricette e storie di ricette!

grazie mille!
mariangela
ps. non sapevo dell'anno della patata! grazie dell'informazione!
ps.2 cercherò di tenermi informata sulle attività che sta svolgendo Associna e in particolare dell'iniziativa al Museo Pigorini. grazie!


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