Allora mi permetto di dire la mia visto che anch'io sono studente ho fatto esami di sociologia e antropologia e che le tue domande hanno una impostazione marcatamente accademica.
Vorrei partire innanzitutto dalla definizione di immigrazione, dal termine e dal fenomeno.
Questo è ciò che dice wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazionecome vedi la definizione è si quella che tu hai dato, ma tra le cause non si trova quella che corrisponde alla condizione della maggior parte di noi figli di immigrati, ovvero una migrazione volontaria. Questa parola è un termine che definisce un fenomeno e noi non ci riconosciamo in questo fenomeno ma che alla fine come dici te sono quisquiglie prese dal piano di vista puramente gnoseologico. Però perchè insistiamo su tale punto, perchè G2 è innanzitutto una organizzazione politica(non partitica) nata per delle esigenze, direi impellenti, e con scopi politici e tra questi uno è il riformare l'immaginario collettivo italiano sulla realtà delle seconde generazioni, dei "nuovi"(fuck this parola) italiani, degli italiani. Per fare ciò, dato che studi quello che studi e lo si vede proprio dalle nozioni che hai citato e che quindi capirai, il linguaggio è importante, quindi fondamentalmente noi abbiamo selezionato(?) il nostro linguaggio e lo stiamo adoperando per raggiungere degli obiettivi. Lo abbiamo fatto anche e molto perchè come si fa nella realtà di studio italiana, troppe persone(aggiungerei scimmie, scusatemi) si permettono di affibiarci etichette erronee trattandoci come cavie da studio; il nostro linguaggio, la terminologia è una risposta a ciò e serve a far capire che non siamo cavie, siamo una voce parlante, più forte e più autorevolmente informata di loro (ce credo, trattasi del nostro vissuto). Da qui potrai anche capire le risposte un pò acidine che ti sono pervenute, figurati non c'è cattiveria, ma aggiungerei anche che non sei la prima che passa di qui, che studia quello che studi tu, che fa domande del genere, vuole scrivere una tesi del genere etc... e per questo l'invito a leggerti il forum, tutto o quasi di quello che hai chiesto lo trovi già esistente.
Cita:
Vi lancio una provocazione: non è che cosi facendo c'è il rischio di voler (forse, inconsciamente) rinnegare le vostre origini, cioè di voler sottolineare che la migrazione è qualcosa di distante da voi e che non vi appartiene più ma è solo ascrivibile ai vostri genitori?
a questo ti ha risposto pipit ancor prima della formulazione della domanda
Cita:
Si può essere italiani a tutti gli effetti (sia culturalmente che legalmente) e essere figli di immigrati. L'attenzione che poniamo nella definizione di "seconde generazioni" non mira a distanziarci dagli immigrati (cioè i nostri genitori) o dall'immirgazione in generale, ma è necessaria per essere considerati dei pari rispetto ai nostri coetanei figli di italiani, con i quali condividiamo sogni e speranze e rispetto ai quali vorremmo avere gli stessi diritti, primo fra tutti quello alla cittadinanza.
ancora una volta, l'obiettivo.
Cita:
Infine, il punto cardine della vostra battaglia, per quel poco che ho capito, si gioca essenzialmente sul "pezzo di carta" cioè sul fatto di avere o non avere la cittadinanza e/o la nazionalità italiana, e non tanto sul fatto che la gente vi chiami immigrati o figli di immigrati.
Bè per ottenere quel
pezzo di carta (leggiti il forum, e da li capirai le ATROCI, SCHIFOSISSIME, PORCHISSIME avversità che dobbiamo affrontare) stiamo lavorando sul fronte politico (la riforma dell'accesso per la cittadinanza) ed anche sul e partendo dal fronte dell'immaginario collettivo, da qui la fondamentale importanza del linguaggio.
scusa la prolissità e la rindondanza, a volte ripetere serve
in definitiva nn è che siamo particolarmente attaccati a nessuna definizione, anzi vorremmo vivere tutti in pace esser considerati degli eguali e non stare a scartabellarci il back per questi problemi, ma la realtà non ce lo permette, anzi ci rende la vita avversa, da qui la necessità di ciò.
ah, un'altra cosa, ma è un capriccio personale, non usare più la parola multiculturalismo, è veramente una schifezza XP ahuauhaauhua no perchè come come qualcuno diceva (memoria schifosa) il primo passo per parlare del multiculturalismo è delimitare per forza le altre culture, ovvero creare la separazione, è il rovescio della stessa medaglia e come direbbe un freakkettone attempato tutto il mondo è paese (forse nn l'avrebbe detto il freakkettone, mah...) quindi l'importante è starci, lasciamo le troppe definizioni (un pochino ce vole) ai tuttologi citati da ahimsa.
vabbè me sto zitto.
ah, buona tesi cmq ^^