Ciao a tutti! Io mi chiamo Mariangela e vivo a Roma dallo scorso settembre. Volevo anzitutto farvi i complimenti per tutti i progetti che riuscite a portare avanti , mi piacerebbe molto leggere il fotoromanzo G2, sempre se vi è rimasta qualche copia!
Vorrei proporvi una collaborazione per un progetto che sto sviluppando per la mia tesi, cercherò di spiegarvi al meglio di cosa si tratta.
Sono laureanda al corso di specializzazione in Design della Comunicazione e il tema che tratterà la mia tesi è proprio l’immigrazione, in vista dell’anno europeo dedicato al dialogo interculturale. Ho letto molto materiale a riguardo, forse anche troppo, ed ho scoperto una miriade di progetti “multiculturali” interessanti, sia in Italia che in Europa. Ho constatato con piacere che ormai le comunità di immigrati sono diventate delle vere e proprie imprese culturali e che, specie a Roma, ogni comunità ha dei propri festival musicali, cinematografici ecc. Sempre a Roma, ho notato che la rete di associazioni del quartiere Esquilino riesce ad organizzare una serie infinita di incontri, conferenze, eventi di ogni genere, come la giornata dello sport senza frontiere, che riscuotono una grande partecipazione da parte della popolazione.
A me piacerebbe parlare dell’immigrazione da un punto di vista un po’ diverso. Vorrei realizzare un progetto che metta in luce più di ogni cosa le trasformazioni che stanno avvenendo in Italia, dovuta alla cosiddetta mondializzazione della società. L’identità culturale italiana sta indubbiamente cambiando, si sta arricchendo ed innovando grazie agli scambi e ai “dialoghi” con altre culture assolutamente diverse. È in questa maniera che andrebbe vissuta l’immigrazione, ma purtroppo in Italia la classe politica non è mai stata in grado di gestire tutte le problematiche ad essa collegate e, di conseguenza, i mass media ne parlano esclusivamente come un problema.
Se la società italiana si sta mondializzando, se ci sono in atto delle grandi trasformazioni inarrestabili, vuol dire che anche l’identità culturale italiana si sta evolvendo, si sta rinnovando lentamente. Questi cambiamenti sono visibili persino nel settore dell’alimentazione. Il cibo va di pari passo all’identità culturale di un popolo, perciò le tradizioni gastronomiche e i gusti di un popolo si trasformano di conseguenza. E’ quasi impossibile individuare una tradizione autoctona, lo dimostra la melanzana. La melanzana, ormai ritenuta parte integrante della tradizione gastronomica italiana, non è una coltivazione originaria di questo paese. Si possono fare altri milioni di esempi, dal caffè espresso alla polenta. Qualcuno dovrebbe ricordare a quelli di lega nord che il mais è arrivato in Italia dopo la colonizzazione dell’America del sud; di conseguenza non appartiene realmente alla tradizione gastronomica veneta. Ovunque nel mondo è impossibile ricordare e distinguere l’origine di certe tradizioni gastronomiche forti. Allo stesso modo in Italia, la richiesta da parte delle comunità di immigrati di cibi e spezie provenienti dal paese d’origine, ha ingrandito le importazioni di materie prime un tempo difficili da reperire. Aggiungerei che oggi come oggi è indubbiamente molto più sano mangiare gli ortaggi venduti negli alimentari etnici che la mozzarella di bufala. Ma ovviamente è questa la tradizione gastronomica che si vuole conservare e tutelare. Sul cibo, sulle tradizioni gastronomiche di un popolo e sulle biodiversità ci sarebbe molto altro da dire, ma ovviamente cercherò di andare al punto della questione.
Vorrei realizzare una sorta di indagine sulla “nuova” tradizione gastronomica italiana, se così possiamo definirla. Ovvero: un’indagine su quello che si mangia in Italia. Questo includerebbe innumerevoli tradizioni diverse, che tutte insieme andrebbero a costituire una specie di unica tradizione transculturale. L’ indagine richiederebbe ovviamente la partecipazione di altre persone, perciò pensavo ad un sito web in cui gli utenti possano raccontare cosa mangiano ed inviare ricette, in modo da creare l’archivio o la raccolta della nuova cucina italiana, che si rinnova di continuo (si può addirittura pensare ad un nuovo dizionario della gastronomia italiana). Si può pensare anche una piccola web tv di cucina, grazie alla quale gli utenti possono imparare a cucinare piatti diversi. Per fare questo si potrebbero invitare persone sempre diverse a spiegare passo per passo una ricetta da filmare. Il progetto può prevedere ovviamente decine di altre cose diverse ad esso collegate (un libro di nuove ricette italiane? Una rivista periodica? Manifesti pubblicitari? Un set di nuovi strumenti per cucinare? Marmellate di frutti esotici da comprare online?), ma per questo mi serve il vostro contributo e il vostro punto di vista. Che cosa ne pensate? Può essere un progetto interessante? Che cosa aggiungereste/cambiereste? Spero di ricevere al più presto delle vostre risposte e spero soprattutto che abbiate davvero voglia di collaborare. Grazie mille e a presto Mariangela
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