ciao, da antropologo impegnato da oltre 15 anni (nei periodi in cui non sono all'estero per la Cooperazione allo viluppo) in progetti di intercultura in Italia, in paticolare nelle scuole e fra scuole e territorio (es.: Roma XV Municipio e Roma I Municipio), mi interessa moltissimo questa iniziativa e verificare se posso contribuirvi.
In particolare, vorrei conoscere le caratteristiche degli interventi previsti nelle scuole (soprattutto obiettivi e metodologie) e i oprocessi di fomazione (o co-formazione) degli operatori (come e gestiti da hi?) che rappresentano la chiave del successo o meno dell'approccio.
Vorrei inoltre sottolinare il mio punto di vista generale sulla questione, per sgombrare subito il campo dalle incomprensioni.
Ritengo che i messaggi debbano riflettere davvero i contenuti e secondo gli approcci che evitino la fabbricazione di nuovi pregiudizi nello sforzo di combatere i vecchi. Così mi pare fondamentale (specie nella scuola dell'obbligo, ma la cosa vale in generale per tutte le iniziative he amano definisrsi "interculturali", anche nel tereritorio:
- partire dal fatto che le "identità" NON SONO un qualcosa di fisso, puro ed immutabile (sia quelle "migranti straniere", sia quelle dei cosiddetti "autoctoni", tanto più he spesso si tratta in questo caso di "migranti interni" da altre regioni e loro discendenti) ma SEMPRE rutto intrecci, miscugli, apporti di varia origine e questo tanto più in n Paese come l'Italia che negli ultimi 3.000 anni é stato luogo di simili pocessi in modo enorme;
- fare di QUESTO fatto un elemento essenziale, di metodo e di contenuto, delle iniziative, valorizando tutti gli elementi che lo dimostrano e che sono figli, assai prima dell'esistenza in Itala del fenomeno dell'immigrazione recente (e delle G 2) di grandi flussi migratori e scambi materiali ed immateriali nella Storia passata;
- farlo partendo da elementi della quotidianeità di vita e studio degli alunni (ma vale pure per tutti gli alrti): cibi e bevande (es.: arance, riso, gelati, té, patate, birra, mais, caffé, pomodoro, vari dolci, ecc.), feste e riti (es.: re magi, carnevale, fuochi d'artificio, rosario, evv.), musiche e danze (es.: balli latinoamericani, chitarre, percussioni, campane, ec.), giochi (es.: scacchi, aquiloni, ecc.), arte e letteratura(es.: intarsi, poesia "cortese", arco acuto, broccati, seterie, Divina Commedia, avori, ecc), parole e segni (es.: numeri indiani,. termini arabi ed iraniani, ecc.);
- sottolineare, infine, quelle parti della Storia (spesso avventurose ed avvincenti) che evidenziano alcune occasioni particolari di commistione e intreccio interculturale; es.: le carovane, i caravanserragli, i corsari, i viaggi marittimi e le ciurme, i "rinnegati", i pelegrinaggi, le città portuali e mercantili.
Per questo, mi permetto sinceramente di fare anche una piccola critica: trovo non adeguato il titolo dell'iniziativa "NOI COME VOI", perché focalizza subito l'attenzone sul binomio "NOI" e "VOI" (sia pure attraverso la similitudine "come"), e per ragazzi non abbastanza addentro nelle questioni interculurali (che alrimenti non avrebbero bisogno dell'iniziativa, no?) ciò cosnolida lo stereotipo che esistano, appnto un "NOI" ed un "VOI" predefiniti e distinti, mentre invece "NOI" sta dentro "VOI" e viceversa e i tipi di titoli che mi convincono di più sono:
- "L'ALTRO SIAMO NOI"
- "L'ALTRO CHE C'E' IN NOI"
Scusate la mia (solita) lunghezza, ma per me conta più la chiarezza che il numero di parole; i dialoghi non si pesano a chili!
_________________ "nostra patria é il mondo intero, nostra legge la librtà" (Malatesta)
|